http://torino.repubblica.it/cronaca/2011/01/03/news/la_doppia_fiat_parte_bene_i_due_titoli_sopra_quota_16-10800406/?ref=HREA-1 3/1/2011, 3 gennaio 2011
Riapre la Borsa e Fiat si ritrova divisa in due, come da programmi. Da una parte Fiat spa, ossia la parte dell’azienda che si occupa di automobili, il cui titolo ha aperto a 6,95 euro
Riapre la Borsa e Fiat si ritrova divisa in due, come da programmi. Da una parte Fiat spa, ossia la parte dell’azienda che si occupa di automobili, il cui titolo ha aperto a 6,95 euro. Dall’altra Fiat Industrial, che raccoglie tutto ciò che nel vecchio gruppo Fiat riguardava trattori, autobus e grandi motori, e che ha esordito a piazza Affari con un valore di 9,025 euro per azione. Due nuove entità per gli investitori, ma pure per i quasi 24 mila lavoratori piemontesi del Lingotto: 6 mila circa confluiscono nel ramo industriale, mentre gli altri 18 mila fanno parte della società dell’auto. Il cuore di Fiat spa resta Mirafiori, con i suoi 12.300 dipendenti: 5.500 alle Carrozzerie (che a giorni voteranno il referendum sull’accordo sindacale firmato da Fim, Fismic e Uilm, ma non dalla Fiom), 1.300 alle reparto ex Meccaniche, 1.000 alle Presse, ai quali vanno aggiungi i 4.500 colletti bianchi che compongono i cosiddetti Enti centrali. Nella nuova azienda automobilistica rientrano anche la carrozzeria ex Bertone (1.100 dipendenti), la Magneti Marelli di Venaria (1.000 addetti che si occupano di componenti ad alta tecnologia per auto), la Powertrain di Verrone (700 lavoratori che producono cambi in provincia di Biella). Ma pure tutta la forza lavoro del primo indotto di proprietà Fiat: l’ex Itca di Grugliasco (scocche per auto), i due stabilimenti di Grugliasco e di Beinasco della Comau (robot per le linee di montaggio), il sito produttivo di Borgaro un tempo proprietà della Ergom (parti in plastica) e la Teksid di Carmagnola (componenti in alluminio). E ancora, in Fiat spa trova posto anche l’editrice La Stampa. Il perno piemontese di Fiat Industrial è invece lo stabilimento Powertrain (l’ex Iveco) di lungo Stura Lazio, a Torino, con i suoi oltre 3.000 addetti specializzati nella realizzazione di grandi motori. Dal primo di gennaio hanno lo stesso datore di lavoro anche i circa 100 dipendenti torinesi di Irisbus, l’azienda della Iveco che si occupa di autobus, così come i circa 600 addetti della Cnh di San Mauro, che produce macchine per il movimento terra e per le quali il management prevede una piccola ripresa, con produzioni quasi triplicate rispetto al pessimo 2010. Stime in cui la Fim crede molto, ma che la Fiom definisce troppo ottomistiche. (03 gennaio 2011)