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 2010  dicembre 31 Venerdì calendario

IL CLUB DEI MORTI PER BUFALA (ONLINE)

Morti che resuscitano nel giro di poche ore. Non è un film dell’orrore e neppure una nuova religione — l’unico caso se non accertato, almeno accettato, è arcinoto — ma una delle storture del web. Che è allo stesso tempo uno straordinario moltiplicatore di conoscenze e disinformazione. La notizia parte e diventa inarrestabile come un domino perfetto. Poi hai voglia a rettificare... Solo chi è vivo può smentire di essere morto, e questo è un vantaggio. L’ultimo nome entrato nel club dei morti per bufala (online) è quello di Owen Wilson, panico nei giornali — smontare le pagine e preparare al volo una biografia del morto —, velocità di esecuzione su internet — si parte con il «flash» del decesso celebre e poi si fanno gli aggiornamenti in corsa. Che si concludono con la non notizia: «Wilson non è morto» . L’ultima voce, ripresa da Wikipedia oltre che da siti anche italiani, è stata lanciata mercoledì da una sedicente Global Associated News: il biondo Owen (I Tenenbaum, Starsky &Hutch, 2 single a nozze...) sarebbe morto dopo aver perso il controllo del suo snowboard su una pista di sci a Zermatt. «Owen Wilson è vivo e vegeto e le voci sono assolutamente false» , l’intervento di uno dei suoi assistenti, per quanto tempestivo, arriva sempre in ritardo. Wilson — 42 anni e un tentativo di suicido (vero) nel 2007 — è in buona compagnia nel cimitero dei morti che risorgono: il giorno prima lo stesso rumor aveva avuto come vittima Adam Sandler, morto per la stessa sfortunata coincidenza sportiva (almeno un po’ di fantasia: investito da un gatto delle nevi, precipitato dalla funivia, decapitato dai suoi stessi sci). Il 26 dicembre era arrivata la falsa notizia della morte di Charlie Sheen, nello stesso resort svizzero di Wilson (eddai...). La lista dei morti che camminano è lunga: Alain Delon fu dato per spacciato nel 2000, Sophia Loren fu messa in una bara nel 1998, mentre nel 1996 toccò a Gianni Morandi («dall’eterno ragazzo all’eterno riposo è un attimo» , copyright Fiorello), in viaggio in auto da Bologna a Roma: a rileggere la notizia oggi si fatica a credere che fosse credibile: «Il popolare cantante è stato trovato morto in autostrada dopo un incidente con un camion del latte. Inutili i soccorsi, il corpo è stato trovato carbonizzato e tutto sciolto» . Più plausibile la dipartita di Will Smith, un resoconto freddo come il tavolo di un obitorio: «Stava guidando la sua Porsche a Hollywood Hills quando improvvisamente ha perso il controllo e si è ribaltato. Nonostante il personale paramedico sia giunto sulla scena pochi minuti dopo il fatto non c’è stato modo di rianimarlo» . Doveva essere inglese invece l’agente di Marlon Brando che ai giornalisti che gli chiedevano notizie sul suo assistito, rispose: «È qui davanti a me e mi sembra vivissimo» . Tempo fa Wikipedia diffuse la notizia che Lindsay Lohan fosse pronta a recitare dall’Aldilà. Dovesse risuccedere, in Usa sono pronti. L’ex bambina prodigio lanciata dalla Disney e passata troppo in fretta da Minnie e Topolino a alcol e droga, è ritenuta a rischio e giornali e tv si sono già preparati alla sua morte con i cosiddetti «coccodrilli» (le biografie scritte in anticipo e da pubblicare subito in caso di decesso). Spettacolare l’uscita di scena di Russell Crowe, caduto da un dirupo a 50 metri di altezza in Austria, mentre girava la scena di un film. Un vero gladiatore. Dati per stecchiti anche Banfi, Pizzul, Bill Cosby, Johnny Depp, Andreotti, Eminem e Zach Braff. Il caso più clamoroso è quello di Le Monde che nel 1988 pubblicò in prima pagina la notizia della morte di Monica Vitti. Non se lo filò nessuno. Internet non c’era.