ANGELO AQUARO, la Repubblica 30/12/2010, 30 dicembre 2010
LA SEC INDAGA SUI TITOLI-OMBRA DEI BIG DI INTERNET - NEW YORK
L´ultimo miracolo di Facebook è un affare da 56 miliardi di dollari. Il social network più grande del mondo, mezzo miliardo di utenti da 5 mila amici in media ciascuno, deve ancora quotarsi in borsa ma ha fatto già boom. Raddoppiando in un anno le transazioni, da 2,4 a 4,9 miliardi di dollari. E praticamente quadruplicando, sempre nel giro degli ultimi 12 mesi, il suo valore.
Il record della compagnia di Palo Alto è la conferma, se mai ce ne fosse bisogno, che il 26enne Mark Zuckerberg è davvero la Persona dell´anno, come l´ha proclamata Time. Ma anche l´ultima performance è accompagnata dalle polemiche che - dalla tutela della privacy ai pettegolezzi svelati dal film The Social network - sembrano incollarsi al marchio almeno quanto l´interesse degli investitori. La Sec, l´organo statale che controlla le transazioni finanziare, ha aperto un occhio sull´intera vicenda. Il motivo? Ufficialmente non è noto. Ma il volume di affari lascia pensare che nelle contrattazioni siano coinvolti più di quel mezzo migliaio di azionisti che la legge concede alle società ancora saldamente in mano private. Un movimento consentito solo perché le azioni vengono considerate uno strumento di compensazione interna, strettamente riservate insomma ai fondatori, ai primi finanziatori e ai primi impiegati. E in teoria non destinate al mercato pubblico.
L´attesa per la quotazione di Facebook, per cui più volte lo stesso Zuckerberg ha sostenuto di «non avere fretta», sta trainando tutto il mercato-ombra dei titoli tecnologici. Attirando l´attenzione degli speculatori su nomi come Twitter, il minisocial che viaggia con gli sms, Linkedin, una specie dei Facebook dedicato però ai professionisti, e Zynga, la compagnia specializzata sui giochi via Internet. Naturalmente a fare la parte del leone è però sempre la compagnia di Palo Alto, che colleziona rispettivamente il 48 e il 40 per cento delle transazioni su SecondMarket e SharesPost, due delle agenzie che permettono gli scambi-ombra, sopratutto su Internet.
La barriera dei 500 azionisti risale a una legge degli anni ‘30, quelli della regulation dopo il far west finanziario che portò al Grande Crollo. E quasi tutti i big dell´hi-tech, che magari avevano lanciato la loro piccola azienda, la loro start up, senza pretese, nei mitici garage della Silicon Valley, si sono dovuti scontrare prima o poi con questo muro. Anzi, spesso sono propri i traffici intorno a quota 500 che costringono le compagnie a mettersi in gioco a Wall Street - rendendo pubblici contestualmente anche conti e registri.
Bill Gates ci mise 10 anni, dalla fondazione di Microsoft nel 1975, a presentare nell´85 l´Ipo, l´offerta pubblica, che lo rese per la verità ancora più miliardario. La metà del tempo, dal 1998 al 2003, è servita invece a quotarsi a Google. Per la gioia dei suoi azionisti-impiegati: compresi, ricorda il New York Times, il capo degli chef e la massaggiatrice aziendale che da un giorno all´altro si trasformarono pure loro in miliardari.