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 2010  dicembre 30 Giovedì calendario

WIKILEAKS, I SEGRETI DI RANIA "CON NOOR GUERRA PER LA SUCCESSIONE" - BEIRUT

Se nel marzo del 2008 una delegazione del Congresso americano in vista ad Amman ha sentito il bisogno di sentire, oltre alle opinioni di re Abdallah II di Giordania, anche quelle della regina Rania, su un argomento così spinoso come la crescente influenza dell´Iran in Medio Oriente, un motivo deve pur esserci. Ed è che la fama di Rania come protagonista della modernizzazione del suo Paese, ha soppiantato l´immagine patinata della giovane, bella ed elegante borghese cui è toccato in sorte di indossare la corona.
Una sfilza di cablogrammi usciti dal pozzo senza fondo di WikiLeaks ci restituisce una Rania coerente con il suo tempo, il suo retroterra culturale, la sua laurea in Business administration, la sua esperienza in diverse multinazionali prima di sposare l´erede al trono hashemita, Abdallah II.
Dal resoconto dell´incontro con i senatori americani firmato dall´ambasciatore David Hale si capisce che la presenza di Rania al fianco del marito non è simbolica, né protocollare. Entrambi credono che l´Iran rappresenti una minaccia alla sicurezza e alla stabilità della regione. In questo quadro, incalza la regina, «il successo dei Paesi arabi moderati è decisivo».
Ma cosa intende per "successo" Rania? Intende, e lo dice apertamente, costruire società più giuste, economicamente stabili, munite di sistemi scolastici efficienti. «Perché se i giovani hanno di che sperare diventeranno un fattore di stabilità». Un´impresa, quella di garantire il diritto allo studio, in cui la regina s´è lanciata sin dall´inizio del suo matrimonio: «Anche se - ammette - a volte mi sembra di nuotare contro corrente».
Sicuramente controcorrente nuota Rania dal 2001 quando, annota un altro cablo dell´ambasciata Usa, sostiene pubblicamente i primi emendamenti alla "Legge sullo status della persona" che, tra l´altro, vieta alla donna di avviare la pratica di divorzio senza il consenso del marito. Gli emendamenti irritano gli islamisti e i capi tribù.
Ma Rania non s´arrende e dà il suo appoggio anche alle modifiche sulla trasmissione della cittadinanza. Altra legge risalente al 1954 in base alla quale una donna giordana che ha sposato uno straniero (stranieri sono considerati anche i rifugiati palestinesi) non può trasmettere la cittadinanza giordana ai figli nati da questo matrimonio.
In realtà, quando si vanno ad esaminare i rapporti tra la componente palestinese e la componente autoctona, si capisce che la tensione tra le due comunità cova sotto la cenere. E talvolta basta una partita di calcio tra il Faisali (la squadra dei nativi) e il Wahdat (dal nome del più grande campo profughi palestinese) ed esplode lo scontro.
Mai come nel luglio del 2009 quando, secondo l´ambasciata americana, gli slogan dei Faisali prendono di mira la regina e l´erede al trono Hussein. Perché la regina è palestinese e il fatto che re Abdallah abbia designato a succedergli il primogenito Hussein, 16 anni, viene interpretato come il segno premonitore di un futuro cambiamento di equilibri a favore della componente palestinese. L´investitura del giovane Hussein è a scapito di Hamza, il primo dei tre figli avuti da re Hussein dal matrimonio con Noor. Tutto questo, riporta il cablo, è stato riassunto in uno slogan feroce: «Divorziala tu, padre di Hussein (la regina Rania, n.d.r.), e ti sposeremo con due delle nostre donne». Alle nozze di Hamza nel 2004, annotano i diplomatici Usa, «la tensione tra Noor e Rania era palpabile».