ALBERTO CUSTODERO, la Repubblica 30/12/2010, 30 dicembre 2010
articolo + 6 pezzetti + box - VITE SEGRETE O RIFUGI DORATI QUEI REDUCI DEGLI ANNI DI PIOMBO A CUI NESSUNO DÀ PIÙ LA CACCIA - ROMA - Ormai non li cercano più quei settantasei terroristi ancora latitanti inseguiti da condanne definitive mai eseguite
articolo + 6 pezzetti + box - VITE SEGRETE O RIFUGI DORATI QUEI REDUCI DEGLI ANNI DI PIOMBO A CUI NESSUNO DÀ PIÙ LA CACCIA - ROMA - Ormai non li cercano più quei settantasei terroristi ancora latitanti inseguiti da condanne definitive mai eseguite. È inutile darsi da fare, dicono all´Antiterrorismo, per stanarli, perché intanto i Paesi che li ospitano non li estradano in Italia. Il caso di Cesare Battisti è solo l´ultimo di una serie di no all´estradizione giunti da Stati di mezzo mondo, dalla Francia di Sarkozy al Nicaragua, dal Giappone all´Argentina alla Spagna. E ora anche dal Brasile di Lula che già ospita da anni come "rifugiato politico" Achille Lollo, accusato del rogo di Primavalle dove morirono arsi vivi i fratelli Mattei. Quella di Battisti è l´ultima prova che i canali diplomatici, in azione quando parte una richiesta di estradizione, ormai non funzionano più per riportare in Italia quel drappello di 20-30 terroristi che durante gli Anni di Piombo si sono macchiati di reati di sangue. Ecco perché oggi s´è gettata la spugna all´Antiterrorismo e la caccia ai ricercati degli Anni di Piombo s´è praticamente conclusa. Perché - è il ragionamento degli inquirenti - investire risorse ingenti per delicate indagini internazionali quando fin dall´inizio si sa che si andrà incontro a un fallimento? Per gli altri latitanti di ruolo gregario s´è già rinunciato da tempo a riportarli in Italia perché i loro reati, per così dire minori, sono andati in prescrizione. La stragrande maggioranza dei terroristi riparati all´estero sono ex militanti brigatisi, ma fra loro ci sono pure esponenti del terrorismo nero come Delfo Zorzi, di Ordine Nuovo, processato e poi assolto per la strage di Piazza Fontana. Ora vive in Giappone, fa l´imprenditore, ha ottenuto là la cittadinanza e non c´è alcuna speranza che possa essere estradato in Italia. Analoga situazione ha protetto Alessio Casimirri, condannato all´ergastolo per l´agguato di via Fani, ma "libero" cittadino del Nicaragua le cui autorità hanno sempre respinto le richieste di espellerlo avanzate dal governo italiano. Dal 2002 ad oggi (ad eccezione dell´unico caso dell´ex brigatista Paolo Persichetti), tutti gli altri tentativi di estradizione hanno avuto esito negativo. Leonardo Bertulazzi, ex Br, catturato in Argentina, è stato là dichiarato «non estradabile». Germano Fontana, ex Prima Linea, viene liberato dalle autorità spagnole. Il caso di Marina Petrella ha però definitivamente tolto ogni speranza agli investigatori italiani di riportare in Italia i terroristi che a Parigi hanno trovato rifugio grazie alla "dottrina Mitterrand": contro il rimpatrio dell´ex brigatista condannata per il sequestro Moro scese in campo la first lady francese, Carla Bruni. E Sarkozy negò l´estradizione. Casimirri Dal rapimento Moro alla fuga in Nicaragua Alessio Casimirri è nato a Roma nel 1951. Il padre Luciano è stato responsabile della sala stampa vaticana dal dopoguerra al pontificato di Paolo VI. Alessio militò in Potere Operaio per poi aderire alle Brigate Rosse. Partecipò al rapimento di Aldo Moro in via Fani il 16 marzo del 1978 e all´omicidio degli agenti di scorta. Per questi reati è stato condannato all´ergastolo in contumacia. Nel 1982 si è rifugiato in Nicaragua, dove si è sposato e ha avuto due figli. Attualmente gestisce un ristorante a Managua. Grazie alla cittadinanza nicaraguense, l´estradizione in Italia è stata sempre negata. Zorzi Sospetti sulle stragi e due assoluzioni Delfo Zorzi, vive in Giappone, paese nel quale ha ottenuto la naturalizzazione e svolge l´attività di imprenditore. Alla fine degli anni ‘60 entrò a far parte dell´organizzazione neofascista Ordine Nuovo. Accusato di essere l´esecutore materiale della strage di piazza della Loggia del 28 maggio 1974 fu poi assolto. È stato imputato, come esecutore materiale, anche per la strage di piazza Fontana del 12 dicembre 1969. È stato condannato all´ergastolo in primo grado nel 2001. Il 12 marzo 2004, l´appello ha però ribaltato il verdetto ed ha assolto Zorzi. Pietrostefani Condannato a 22 anni per il delitto Calabresi Giorgio Pietrostefani, abruzzese, fu tra i fondatori di Lotta Continua. È stato condannato a 22 anni per l´omicidio del commissario Luigi Calabresi, avvenuto nel 1972. Secondo la sentenza definitiva, il delitto fu materialmente eseguito da Ovidio Bompressi e Leonardo Marino, su mandato di Pietrostefani e Adriano Sofri. La condanna si basa sulla testimonianza del pentito Leonardo Marino, che fu inizialmente condannato a 11 anni di carcere, ma la pena è poi caduta in prescrizione. Pietrostefani per sottrarsi all´esecuzione della condanna definitiva è fuggito in Francia. Loiacono Omicidi e rapimenti ora è cittadino svizzero Alvaro Loiacono, membro delle Brigate Rosse, è stato condannato a 16 anni per l´omicidio dello studente greco Miki Mantakas avvenuto nel febbraio 1975 di fronte alla sede dell´Msi del quartiere Prati a Roma. Gli altri delitti dei quali è stato accusato sono l´assassinio dei giudici Riccardo Palma e Girolamo Tartaglione. È anche stato condannato per aver partecipato alla strage di via Fani. Sfruttando la cittadinanza svizzera della madre, Lojacono è espatriato ed è diventato cittadino svizzero. In Svizzera è stato condannato a 17 anni di carcere per l´omicidio Tartaglione, scontandone 11 per buona condotta. Lollo Tra i responsabili del rogo di Primavalle Achille Lollo vive in Brasile, come Cesare Battisti. Durante gli anni di piombo faceva parte di Potere Operaio. È stato condannato per il rogo di Primavalle: nel 1975 venne dato fuoco all´appartamento di Mario Mattei, segretario della sezione di quartiere dell´Msi. Nel rogo persero la vita i due figli del politico di destra. Dopo l´arresto Lollo ha scontato due anni di carcere preventivo in attesa della sentenza definitiva. Ma riuscì a fuggire in Brasile dopo la condanna in appello. Ha rilasciato un´intervista il 2 febbraio 2005 in cui espose la sua ricostruzione sui fatti: "Quella sera eravamo in sei". Petrella "No all´estradizione per motivi umanitari" Marina Petrella ha aderito alle Brigate Rosse col nome di battaglia di «Virginia». Fu arrestata il 4 gennaio 1979 e poi rilasciata per decorrenza dei termini, con obbligo di residenza nel comune di Montereale, in provincia di Chieti. Il 12 agosto 1980 fuggì entrando in clandestinità. Fu di nuovo arrestata nel 1982 a Roma, ma rilasciata nell´1986, per decorrenza dei termini. Nel 1993, dopo la sentenza del Moro-ter la Petrella si rifugiò in Francia. Dopo la richiesta di estradizione da parte del governo italiano del 2002, la polizia francese la arresta nel 2007. Nel Sarkozy ha deciso di non estradarla in Italia per «ragioni umanitarie». BOX. P.s. sono tutti di sinistra e anarchici, quelli di destra sono indicati tra parentesi Nicaragua Fabrizio Panzieri Alessio Casimirri Manlio Grillo Guglielmo Gugliemi Brasile cesare Battisti Achille Lollo Pietro Mancini Spagna Giovanni Barcia (detenuto) Claudio Lavazza (detenuto) Claudio Papa (di destra). Inghilterra Vittorio Spadaveccia (detenuto, mai estradato) Francia Paolo Migliorelli (di destra) Giovanni Alimonti Luigi Bergamin Enzo Calvitti Roberta Cappelli Massimo Carfora Maurizio Di Marzio Raffaella Esposito Paola Filippi Narciso Manenti Marina Petrella Sergio Tornaghi Enrico Villimburgo Walter Grecchi Giancarlo Santilli Giorgio Pietrostefani Vincenzo Spanò Giovanni Vegliacasa Svizzera Alvaro Loiacono Palestina Carlo Torrisi Giappone Delfo Zorzi (di destra)