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 2010  dicembre 30 Giovedì calendario

Zitti, zitti: ascoltate il silenzio - È una bella provocazione: Capodanno in silenzio. Niente botti, e via dalla pazza folla, ma ci sarà un posto dove non arrivi l’eco dei soliti rumorosi festeggiamenti rumorosi, degli urli che accompagnano il conto alla rovescia? C’è, c’è

Zitti, zitti: ascoltate il silenzio - È una bella provocazione: Capodanno in silenzio. Niente botti, e via dalla pazza folla, ma ci sarà un posto dove non arrivi l’eco dei soliti rumorosi festeggiamenti rumorosi, degli urli che accompagnano il conto alla rovescia? C’è, c’è. Il 31, una minoranza entusiasta organizza a Castel Condino (in Trentino) un seminario di musicoterapia con ciaspolata notturna a bocca chiusa. Mentre a Roma, il party «Zitti zitti» promette isolamento acustico assoluto. La moda americana delle feste a zero decibel (silent party e mutus party) arriva anche in Italia, dove è appena nata l’Accademia del Silenzio, un minisuccesso, 200 adesioni in cinque giorni. Il progetto è di Duccio Demetrio (professore di Filosofia dell’educazione e di Teorie e pratiche della scrittura all’Università di Milano-Bicocca) e Nicoletta Polla-Mattiot giornalista (fondatrice del sito www.ascoltareilsilenzio.org e del blog http://blog.ascoltareilsilenzio. org) . La sede dell’Accademia è la Libera Università di Anghiari (www.lua.it ), ma ci saranno corsi, seminari e iniziative varie anche a Torino (al Circolo dei Lettori, il 12-13 marzo) e Milano ( la maratona del silenzio, il 9 marzo) per un 2011 meno strillato, meno stressante. Una scelta di vita contro l’inquinamento acustico, contro l’inquinamento esistenziale. «Silenzio è non farsi distrarre dai rumori, riconciliarsi con i sensi, è parlare e pensare senza che la voce sia indispensabile - spiega Duccio Demetrio -. Se crederò di aver trovato finalmente il silenzio avrò saputo ascoltare la neve». Potrebbe sembrare, ma non è una cosa da snob. Raniero Maggini, vicepresidente del Wwf Italia organizza passeggiate con i bambini per rieducarli ai suoni della natura, cancellati dal frenetico sovrapporsi delle voci, delle auto arrabbiate, delle musichette spesso assurde dei cellulari. «Portiamo la gente a sentire il canto degli uccelli notturni e ogni volta vedo la meraviglia. Ma attenti, il silenzio non è il punto di partenza, è il punto d’arrivo. E’ una conquista, è lo strumento che ci permette di ascoltare. Io lo cerco lungo i fiumi: la voce dell’acqua mi aiuta a riflettere e mi regala momenti di felicità». No, niente intellettualismi. «Non penso al silenzio come a una vacanza, un lusso per pochi, un’eccezione, un privilegio, ma come un’esperienza possibile nel tempo nel quotidiano - dice allegra Nicoletta Polla-Mattiot - . La soluzione non è ritirarsi a meditare lontano, fuggire, ma creare oasi di quiete nei nostri uffici, nelle nostre vite. Se non il 31, proviamoci, nell’anno che sta per arrivare». Ma perché uno si iscrive all’Accademia del Silenzio? Ecco le risposte del common people: «Per cambiare ritmo», «perché amo la conversazione tenue», «perché mi piace più l’incontro dello scontro», «per comunicare davvero», «perché le parole sono pietre e il loro assedio può diventare prigione», «perché è il silenzio è la soglia dei sogni». E poi: «Perché sono stanco di ascoltare discorsi imbecilli…».Vale la pena di pensarci su. In silenzio, naturalmente.