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 2010  dicembre 30 Giovedì calendario

Il satellite di George Clooney contro il genocidio in Sudan - Le star di Hollywood e l’alta tecnologia di Google al servizio della pace in Sudan

Il satellite di George Clooney contro il genocidio in Sudan - Le star di Hollywood e l’alta tecnologia di Google al servizio della pace in Sudan. Il gruppo Non sotto il nostro sguardo, finanziato da George Clooney assieme agli amici-colleghi Brad Pitt, Matt Damon, Don Cheadle, David Pressman e Jerry Weintraub, ha lanciato ieri un servizio di sorveglianza satellitare sul confine tra il Sud e il Nord del Sudan, l’area del mondo che da tempo assiste a violenze inter-etniche sanguinose, sfociate in ripetute stragi per mano soprattutto del governo di Karthoum del presidente Omar al Bashir. L’iniziativa si chiama Satellite Sentinel (Sentinella satellitare), perché grazie al servizio d’immagini terrestri curato da Google con la collaborazione della società di software Trellon, sarà di fatto, da oggi, un occhio costantemente puntato sul territorio sudanese. Al progetto partecipano pure la Harvard Human Initiative e John Prendergast, autore e attivista dei diritti umani co-fondatore di Enough Project (Progetto Basta). L’urgenza del lancio è dovuta alle novità politiche attese nel travagliato paese africano nel 2011: grazie al fragile accordo del 2005, firmato dopo decenni di lotte intestine, gli abitanti della regione meridionale, ricca di giacimenti di petrolio, voteranno per la loro indipendenza in un referendum che si terrà il prossimo 9 gennaio. Le preoccupazioni che ciò potrà essere l’occasione per l’esplosione di nuove efferatezze sono diffusissime, dati i precedenti. Attivando la «sentinella della pace», l’intento dei promotori è di «catturare possibili minacce ai civili, osservare il movimento della gente sfollata, individuare i villaggi bombardati e vittime di razzie, e documentare qualsiasi prova di violenze di massa». «È molto più difficile commettere crimini alla luce dei media», hanno scritto Clooney e Prendergast nel comunicato di lancio pubblicato sul sito www.satsentinel, che ospiterà le «scene dal vivo». «Vogliamo offrire un punto d’osservazione, letteralmente, sui punti caldi lungo il confine per registrare tutte le azioni che possono aumentare le possibilità di un conflitto». La speranza è che l’annuncio di dare la massima pubblicità agli eventuali eventi barbarici catturati dall’obiettivo serva come deterrente. «In precedenza, quando atrocità sono state commesse in Darfur, il governo del Sudan ha negato il suo coinvolgimento», ha spiegato Clooney. Poiché i fotografi non potevano avere accesso, sono passati anni prima che si potessero produrre le prove del genocidio. «Ora noi saremo testimoni quasi in tempo reale degli eventi, e tutte le parti in causa sanno che se stanno commettendo crimini di guerra noi siamo lì a guardare, e a fare pressioni sui politici perché intervengano», promette la Sentinella. Tecnicamente, i satelliti commerciali riprenderanno le immagini, che saranno mandate al sito dal programma di applicazioni satellitari delle Nazioni Unite, partner nello sforzo con le due società high tech private, Google e Trellon, che offriranno la piattaforma web per la fruizione popolare più larga possibile della documentazione dal teatro di crisi. Clooney ha una vera passione per il giornalismo: ha diretto Good Night and Good Luck , film in cui ha interpretato la parte del leggendario reporter Edward Murrow che indagò sulle indagini anticomuniste del senatore Joseph McCarthy. Con questa iniziativa fa molto di più. La sua Sentinella, infatti, combina l’attivismo personale suo e degli amici del mondo delle fiction con le rivoluzionarie potenzialità di vigilanza e trasparenza reali offerte da Internet e dai satelliti con l’occhio da aquila. Il risultato, se non a influenzare addirittura il corso degli eventi sui campi di battaglia salvando la popolazione civile, è destinato a rivoluzionare lo stesso giornalismo di guerra: la Sentinella come un drone antigenocidio. Rispetto all’ultimo grido high tech di Clooney, datata appare ora la militanza di Mia Farrow, altra attrice americana non meno generosa che da oltre un decennio si è dedicata alla causa del Darfur con viaggi continui in Africa come Ambasciatrice di Buona Volontà dell’Onu. Ha scattato migliaia di foto e scritto molti articoli di testimonianza sugli eccidi. Con l’ultimo suo progetto, per sensibilizzare pubblico e politica, ha pensato di fondere le sue foto con la canzone Imagine di John Lennon nel giorno del suo 70esimo compleanno. Clooney è meno poetico e s’è affidato a Google Image. Speriamo sia più efficace.