Fabrizio D’Esposito, A 13/1/2011 (uscita 29/12), 13 gennaio 2011
CHECCO ZALONE: «BONDI MI HA DEDICATO UNA POESIA»
Il paradosso dell’ignoranza esibita di Checco Zalone è che non fa solo ridere. È l’annosa questione della comicità orizzontale, fine a se stessa, oppure verticale, che fa pensare. Esempio: la trama del secondo film di Zalone, alias il trentatreenne Luca Medici da Capurso, provincia di Bari. Dopo Cado dalle nubi arriva il cine-calzettone Che bella giornata, in uscita all’Epifania, regia di Gennaro Nunziante. Zalone lavora alla sicurezza del Duomo di Milano e s’innamora di Farah, studentessa che si finge francese. In realtà, Farah è araba e vuole vendicare l’uccisione della mamma distruggendo la Madunina, la madre per eccellenza.
Zalone, si rischia il dibattito.
«Per carità, è il mio più grande terrore».
Perché?
«Mi sottraggo sempre alla discussione».
Ma il tema è di stringente attualità.
«E io voglio fare solo ridere. Basta? Perché devo scuotere le coscienze? Io sono un comico».
Proviamo a scuotere le coscienze.
«Ma non sono una persona fattizia».
Che significa fattizia?
«A Bari chiamiamo così le persone colte».
Lei però, da Luca Medici, è laureato in legge.
«E allora? Mica la cultura è conseguenza di una laurea».
Che cos’è la cultura?
«Non so. Ma mi fanno ridere quelli che me la vogliono spiegare».
Tipo?
«I registi, gli attori che protestano per i tagli alla cultura».
Sta difendendo il ministro Bondi.
«Mi sembra una brava persona. Mi ha pure dedicato una poesia».
Se la ricorda?
«No. È piena di parole difficili tipo “M’illumino d’immenso».
Torniamo ai tagli.
«Uno protesta perché gli tagliano l’arte. Vorrei dire: “Ma chi ti ha detto che fai arte?”».
Lei fa arte?
«Io faccio ridere, se ci riesco».
Dicono che l’opera seconda, libro o film che sia, è sempre la più difficile.
«A me è venuta la nausea. Quattro mesi a girare... Una prova terribile. Io vengo da un altro mondo».
Contento?
«L’ho fatto vedere alla mia fidanzata e agli amici. Hanno riso. Spero non l’abbiano fatto per benevolenza».
Il mestiere dell’attore.
«Tremendo. Fai incontri pesanti».
In che senso?
«L’attore più anziano che ti fa lezione sulla vita, te la vuole spiegare». [...]
ll terrone che salva la Madunina dalla vendetta araba può essere un messaggio.
«Zalone è diventato italiano e Farah desisterà dal fare questa cazzata. Non sono un guru e non voglio diventarlo, mi vergognerei».
C’è una cura?
«Per cosa?».
Per non diventare guru?
«Sì. Prendo l’anti-guratol ogni giorno».
Compresse?
«No supposte, mi sembra giusto. Ti devi mortificare contro questa tentazione-virus».
Tra i comici c’è chi non resiste alla tentazione.
«Certamente, ma niente nomi».
Beppe Grillo si è dato alla politica.
«Ho avuto l’onore di cenare con lui».
Fa il guru anche quando mangia?
«A me ha fatto crepare dalle risate, come diciamo a Bari».
E il resto?
«Il resto non mi interessa».
Zalone-Medici è qualunquista?
«Sono di centro».
Allora è contento per il terzo polo di Fini, Casini e Rutelli.
«Forse cambierà qualcosa però non ci capisco nulla. Ma sono di centro per un altro motivo».
Quale?
«È la posizione più comoda. Ma forse non sono di centro, a pensarci bene».
Si decida?
«Sono di dietro».
Niente luci rosse, per favore.
«No preferisco mettermi di dietro perché così guardo dove vanno gli altri e mi butto con loro».
Che cos’è un cine-calzettone?
«Un film che esce alla Befana, senza tette, culi e corna».
Però c’è una nuova canzone: “Se mi aggiungerai”. Argomento Facebook.
«Quando Zalone conosce Farah passa una notte la computer per trovare il suo profilo. Senza cognome deve guardare una marea di Farah».
Cosa canta?
«“Una regola avrei messa/ niente foto sul profilo/ se sei cessa”».
L’intervista è finita. Surreale ma vera. Checco Zalone e il cronista escono dall’albergo e si accendono una sigaretta. Dice Zalone, anzi Medici: «Avevo smesso di fumare. Ho resistito per un anno. Poi quando sono andato dalla De Filippi ad Amici ho avuto un momento di terrore. Aspettavo di entrare, sentivo gridare il mio nome e non sapevo cosa fare. Ho ripreso a fumare».