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 2010  dicembre 29 Mercoledì calendario

LA LEGGE SULLA LIBERA IMPRENDITORIALITA’

In qualità di relatore e primo firmatario del disegno di legge «2424: Interventi per agevolare la libera imprenditorialità e per il sostegno del reddito» , sottoscritto da 114 deputati e approvato in aula il 22 dicembre, e che ha visto il ministro dell’Ambiente Prestigiacomo in disaccordo con la maggioranza, vorrei precisare alcuni aspetti. 1) Non si comprendono le perplessità sollevate in tale circostanza, non c’era infatti alcuna comprensibile ragione nel chiedere la sospensione dell’esame del provvedimento, considerando che l’iter legislativo si è protratto per 18 mesi senza che fosse mai contestato né dalla Commissione Ambiente, né dal Governo e, di fatto, è stato votato in Aula con un ampia maggioranza (93 SìR50,9 NoR49,1 rendendo gli come la Cig, strumenti, allo stesso tempo appositamente prevista, determinato, una sulla sicurezza sul Fli. 2) Non mi riferimento al ruolo parliamo imprese composte due addetti. si pone voti), compresi Udc e Fli. 2) Non mi sembra pertinente il riferimento al ruolo e l’appoggio di Confindustria, parliamo infatti di piccolissime imprese composte da un titolare e massimo due addetti. Il provvedimento approvato si pone l’obiettivo di definire una serie di rilevanti interventi per il sostegno dei lavoratori che, fruendo dei trattamenti di sostegno al reddito, in seguito alla perdita del posto di lavoro, abbiano intenzione di avviare in proprio un’attività d’impresa. L’elemento d’innovazione e di maggior interesse della proposta di legge in esame è quello di trasferire parte delle risorse attualmente destinate agli ammortizzatori sociali a favore della micro-imprenditorialità e, potenzialmente, di nuova occupazione, rendendo gli ammortizzatori sociali, come la Cig, strumenti, sì protettivi, ma allo stesso tempo produttivi. Nel testo, è appositamente prevista, per un periodo determinato, una legislazione leggera sulla sicurezza sul lavoro, sull’ambiente e sui rifiuti, leggera ma rispettosa della legalità, prevenendo in tal modo la crescita del sommerso e del lavoro nero. In merito all’art. 5, «casus belli» in aula, ho già fatto notare che abbiamo avuto parere favorevole della Commissione Ambiente che ci ha confermato il miglioramento del testo rispetto alla sua versione originaria. Nella formulazione approvata dalla Camera esso prevede la conformità alle Direttive europee in materia di rifiuti. L’unica vera novità è l’alleggerimento degli adempimenti di comunicazione sui rifiuti pericolosi, per i quali tuttavia viene confermato il modulo di consegna. La possibilità di tracciare il rifiuto rimane intatta e consente al ministro di «mettere una scatola nera sui camion e affidare la sorveglianza ai carabinieri» . Non c’è nessuna sistematica violazione delle regole ma solo una deroga circoscritta, limitata in via sperimentale al biennio 2011-2012 e applicabile solo a cassintegrati o lavoratori in mobilità che decidono di mettersi in proprio. Vogliamo davvero credere alla favola che il traffico illecito dei rifiuti, di cui parla il ministro, sia in mano ad imbianchini, idraulici, barbieri e pizzaioli che lavorano porta a porta?
on. Nino Foti
Relatore ddl 2424 e Capogruppo Pdl Commissione Lavoro