GABRIELE BECCARIA, La Stampa 29/12/2010, pagina 26, 29 dicembre 2010
Tra quanti e geni chi vince l’Oscar della scoperta? - Ha ammesso di avere perso il sonno e gli amici, ma alla fine è riuscito ad affrontare un enigma considerato impossibile: ha conciliato la meccanica quantistica con le leggi classiche della fisica
Tra quanti e geni chi vince l’Oscar della scoperta? - Ha ammesso di avere perso il sonno e gli amici, ma alla fine è riuscito ad affrontare un enigma considerato impossibile: ha conciliato la meccanica quantistica con le leggi classiche della fisica. L’eroe della scienza del 2010 - secondo la rivista americana «Science» - è un ragazzino con la frangetta e la faccia simpatica: si chiama Aaron O’Connell ed è uno studente di Ph.D. alla University of California di Santa Barbara. Abbandonata a malincuore la filosofia e trascurata la passione per la chitarra, ha realizzato un sogno che farebbe sobbalzare Einstein e Planck e che ha entusiasmato la variopinta tribù dei successori: la sua micro-macchina, creata in laboratorio pochi mesi fa, è davvero straordinaria, perché è il primo oggetto visibile che si comporta come uno invisibile, vale a dire come una molecola, un atomo o una particella. Tutto merito di un «risonatore micromeccanico» (così viene definito in gergo), evoluzione di quelli utilizzati nei cellulari: si tratta di una minuscola barra di grafite, simile a un capello. Collegata a un circuito che imprime una serie di vibrazioni con quantità prefissate di energia, è imprigionata a temperature bassissime in cui esibisce le sue proprietà: in un test che passerà alla storia ed è durato appena 6 miliardesimi di secondo l’oggettino è stato allo stesso tempo fermo e in movimento, confermando il celebre paradosso del gatto di Schroedinger, la condizione spiazzante in cui l’animale è vivo e morto. Adesso è presto per mettere a fuoco le conseguenze dell’esperimento, ma se ne attendono tante: dalle ricadute che entusiasmano i teorici alle applicazioni pratiche, come la realizzazione dei computer quantistici. Comunque, a voler credere agli studiosi della rivista dell’«American association for the advancement of science», questa è la rivincita della fisica nel decennio che molti scienziati hanno salutato come l’era trionfale della biologia. Cominciata nel 2000 con il sequenziamento del Dna umano, è infatti proseguita in crescendo, con l’onnipresente Craig Venter impegnato a produrre la vita sintetica: la sua cellula, ingegnerizzata pochi mesi fa, ospita un genoma sintetico e rappresenta un passo decisivo per fabbricare batteri tuttofare, capaci di digerire il petrolio fuoriuscito da una piattaforma o di neutralizzare la CO2 che avvelena l’atmosfera. Fisica o biologia, allora? Le altre riviste di lingua inglese, dalle seriose alle divulgative, in un elenco che comprende «Nature» e «Discover», «Lancet» e «Scientific American», «New England Journal of Medicine» e «Cosmos», continuano a puntare gli occhi sulle ricerche che indagano i meccanismi della vita e le sue manipolazioni, oltre che sulle tecniche sempre più avvenieristiche per riparare l’organismo. Nella gara alle notizie «breakthrough» - le più appassionanti - il 2010 sarà ricordato per una serie vertiginosa di successi: tra le tante, le cellule nervose generate a partire da quelle della pelle, il test precoce per determinare la predisposizione all’Alzheimer e la missione internazionale di esplorazione degli oceani, il censimento da cui si è scoperto che il 90% degli esseri marini sono di tipo batterico (l’equivalente in termini di massa di 35 elefanti per ogni umano). Altrettanto clamorosa è l’efficacia dei nuovi farmaci anti-Aids e la ricostruzione del 60% del Genoma dell’uomo di Neanderthal: è emerso, infrangendo le certezze precedenti, che è nostro parente, perché nel Dna portiamo alcuni mucchietti dei suoi geni. Ma, secondo altri esperti, la vera «news» scientifica del 2010 è una notizia meravigliosamente incompleta, che ci prepara all’annuncio più atteso: il microrganismo «mangiaarsenico», individuato dalla Nasa a Yosemite, è così estremofilo da condizionare le ricerche di esistenze extraterrestri, dimostrando che la vita è meno fragile e rara di quanto si credesse. I Poli ghiacciati di Marte e l’atmosfera satura di metano di Titano possono essere luoghi ideali, tra tanti nel Sistema solare, per prospere colonie di alieni. Il 2011 sarà l’anno del contatto?