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 2010  dicembre 29 Mercoledì calendario

DIFENDERSI DAI FIGLI IN VACANZA. MANUALE PER GENITORI ESAUSTI

Colleghi madri e padri, fatevi coraggio. Siate sinceri con voi stessi e i vostri figli: siete genitori, non animatori di feste per i più piccini. Siete persone sensibili, non presunti aguzzini (la Corte Costituzionale dovrebbe pronunciarsi in favore di un lodo per familiari di teenagers, non si può essere perseguiti per aver chiesto «stai facendo qualche compito?» ; che diamine). Queste vacanze natalizie lunghe venti giorni vi stanno forse sfiancando. Ma possono diventare un’occasione di crescita per tutti: per voi (insomma noi), genitori iperstimolatori e iperprotettivi; e per i figli, vittime delle nostre nevrosi, che si vendicano diventando carnefici. E ci sfruttano come autisti, dame di compagnia, parafulmini emotivi nei momenti di paturnie. Mancano ancora tredici giorni all’alba, intesa come ritorno a scuola. E per difendersi dai figli in vacanza, vale la pena di seguire alcune regole; irrituali ma utili. Per esempio: Rileggere «Lessico famigliare» «Voi vi annoiate perché non avete vita interiore» , diceva il professor Giuseppe Levi, padre di Natalia Ginzburg, durante le strazianti vacanze in montagna che imponeva ai cinque figli. I quali cinque figli sono diventati grandi medici, grandi manager, grandi scrittrici, insomma pare non abbiano risentito delle settimane senza scuole di calcio, laboratori musicali e festicciole. In più, la citazione da «Lessico famigliare» è spiazzante: il bambino in modalità rompiballe, che va dal genitore gemendo «mi annoio, non so che fare» (rifiutando poi tutte le patetiche proposte di mamma e papà) potrebbe perfino reagire con orgoglio, e trovarsi un’occupazione lontano dal familiare chiaramente suonato. L’importante è mostrare di averla noi, una vita interiore (citare il prof. Levi mentre si sta guardando una replica di Vere Casalinghe del New Jersey non vale). Usare gli altri genitori E non farsi intrappolare. Capita alle mamme, soprattutto: pur di far socializzare il pupo, si condannano a lunghi pomeriggi con altre mamme cattivissime e competitive. Eppure, per evitarle basta poco. La mamma cattivissima preferisce giocare in casa; si lascia perciò l’erede a casa sua, s’inventa un altro impegno credibile sotto le feste, e si va al cinema. Senza preoccuparsi troppo del bambino, ne uscirà temprato. Tenere a bada i nonni snaturati Il nonno contemporaneo declina nei modi più imprevedibili e innovativi il vecchio concetto italico di familismo amorale. È dedito al culto dei nipoti e gli bastano pochi giorni festivi per annullare i tentativi di sobrietà dei figli con la prole. In ogni senso: continua a fare regali anche dopo Natale, e quando i piccini crescono li rifornisce di spumante per le loro feste di Capodanno. Unico vantaggio: è contento di stare con questi nipoti avidissimi e/o sbronzi. Approfittarne; i figli tornano viziati ma appagati, tra l’altro. Ignorare i teenagers Ammettiamolo. Un figlio/a adolescente è come un fidanzato/a del genere bastardo: se gli si sta intorno, quando va bene risponde male; se lo si ignora, farà scenate chiedendo attenzione. Va quindi ignorato/a. Anche se è difficilissimo, per venti giorni, quando fuori fa freddo, quando l’anno che finisce fa venir voglia di discussioni significative genitori figli, ma purtroppo capita solo ai genitori. Anche se poi non è il momento. Nel periodo tra Natale e la Befana, gli adolescenti si convincono vieppiù che i loro genitori non sono mai usciti dall’adolescenza. E in effetti: in questi giorni, il genitore medio ha probabilmente mangiato nottetempo mezzo chilo di pandoro, fumato di nascosto insieme a una cugina, litigato in modo puerile, passato tre ore a chattare su Facebook. Nel frattempo, l’adolescente avrà fatto i compiti, e noi non ce ne siamo accorti. Va bene così, vuol dire che non l’abbiamo cresciuto/a così male (e che abbiamo saputo difenderci da lui/lei durante le feste, anche noi dobbiamo riposarci; che diamine).
Maria Laura Rodotà