Giuseppe Bizzarri, il Fatto Quotidiano 29/12/2010, 29 dicembre 2010
BATTISTI E LO SCAMBIO DI TERRORISTI
Potrebbe esserci una connessione tra il caso Cesar Alejandro Enciso - il torturatore argentino arrestato il 30 novembre dalla polizia federale brasiliana per un mandato di cattura internazionale emesso dalla magistratura italiana - e l’imminente decisione del presidente Inacio Lula da Silva, il quale, prima di venerdì, ha detto di voler far sapere ai brasiliani, ma soprattutto agli italiani, se concederà o no lo status di rifugiato politico a Cesare Battisti, ex leader dei Proletari armati per il comunismo (Pac), condannato all’ergastolo per omicidio e concorso in omicidio, la cui estradizione era stata chiesta nel 2007 dall’Italia al Brasile.
Enciso è accusato dalla magistratura italiana di avere commesso massacri, sequestro di persona e omicidio di cittadini italiani durante la dittatura militare in Argentina.
Sono in molti a chiedersi se dietro l’arresto del sanguinario torturatore del garage Automotores Orletti di Buenos Aires, avvenuto quasi segretamente nel bairro carioca di Santa Tereza, possa avere come obiettivo lo scambio di Battisti con Enciso, il quale verrebbe consegnato alla giustizia italiana in cambio della libertà dell’ex leader del Pac.
LULA HA fatto sapere che ha già preso la sua decisione, quasi sicuramente vicina all’opinione di esponenti storici del suo partito, il Pt, i quali sono favorevoli a vedere Battisti libero in Brasile. La magistratura italiana sarà contrariata della decisione di Lula, ma sicuramente soddisfatta se riceverà l’assassino di molti italiani che morirono durante il regime militare argentino. Il mandato di cattura d’Enciso era stato spiccato nel 2006 dalla Procura di Roma all’interno del gruppo di ricercati per il famigerato Piano Condor, il piano di reciproca collaborazione dei governi militari dell’Argentina, Cile, Uruguay, Paraguay, Bolivia e Brasile. Uno dei luoghi più tenebrosi per le torture volute dai generali argentini era Automotores Orletti, un’ex officina in cui sono stati portati anche italiani, motivo che ha spinto il procuratore Aggiunto di Roma Giancarlo Capaldo ad investigare sulle responsabilità della loro morte.
L’ARRESTO DI ENCISO
è avvenuto in prossimità dell’inizio del mandato presidenziale dell’ex guerrigliera Dilma Rousseff, la quale, prima della vittoria presidenziale di ottobre, aveva dichiarato che avrebbe concesso l’estradizione dell’ex leader dei Pac, seguendo in questo modo la decisione già presa dal Supremo Tribunal Federal, il quale aveva dichiarato illegittimo lo status di rifugiato politico concesso a Battisti dall’ex ministro della Giustizia Tarsio Genro. Il presidente Lula - secondo il quotidiano la Folha de São Paulo - avrebbe voluto chiudere il caso Battisti prima di Natale, ma ha preferito rinviare l’annuncio della decisione a questa settimana, in attesa che l’avvocato generale dello Stato perfezioni il documento con le motivazioni della concessione dell’asilo politico, in modo da evitare tensioni con l’Italia. Lo studio legale Bulhões, che rappresenta l’Italia nel caso, ha dichiarato all’Ansa che se effettivamente Lula dovesse decidere di confermare l’asilo politico farà nuovamente ricorso al Supremo Tribunal Federal, anche se la composizione dell’assemblea, formata da 10 giudici più il presidente del Tribunale, è cambiata da allora.