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 2010  dicembre 29 Mercoledì calendario

GRANO E MAIS SEMPRE PIÙ CARI

Il ministro dell’Agricoltura ucraino, Mykola Prysyazhnyuk, aveva dichiarato soltanto la settimana scorsa che il governo stava riconsiderando l’ipotesi di prorogare le quote all’esportazione di cereali oltre la scadenza di fine anno. Ma una risoluzione dell’esecutivo di Kiev, datata 6 dicembre e pubblicata ieri, evidenzia che ormai la decisione è stata presa: l’export sarà limitato anche nel primo trimestre 2011, benché i volumi siano stati adeguati di conseguenza, diventando più generosi. La quota è stata elevata da 2,7 a 4,2 milioni di tonnellate. Le incertezze che tuttora permangono sul provvedimento – non è chiara, ad esempio, la suddivisione della quota tra i vari prodotti – invitano alla cautela. La notizia tuttavia ha fornito un ulteriore sostegno al rally dei cereali, che all’Euronext e al Cbot stanno concludendo il 2010 ai massimi da oltre due anni.

Con le borse londinesi ancora chiuse per le festività natalizie e volumi molto ridotti anche sugli altri mercati, i pochi investitori attivi hanno accelerato gli acquisti, preoccupati per il clima avverso in Australia, dove piove troppo, e in Sud America, colpito al contrario dalla siccità. La notizia che l’Egitto ha concluso accordi per importare 180mila tonnellate di grano tenero da Stati Uniti e Argentina, a prezzi intorno ai 320 dollari per tonnellata (Fob) ha fornito ulteriori argomenti forti al partito dei rialzisti, confermando il trend positivo delle esportazioni già evidente anche dalle statistiche del dipartimento Usa per l’Agricoltura: nella settimana fino al 23 dicembre 17,5 milioni di bushel di frumento hanno passato i controlli per l’export, il 53% in più rispetto a un anno prima.

A Parigi il grano tenero da macina è arrivato a livelli che non si vedevano da marzo 2008: 252,50 euro per tonnellata (+1,4%). A Chicago sia il frumento che il mais sono ai massimi dall’estate di due anni fa, rispettivamente a 798,25 e 623,25 cents per bushel. Nel rally di fine anno sono coinvolti, sulle stesse piazze, anche i semi oleosi. I semi di soia, di cui si teme un calo di produzione in Argentina, al Cbot hanno raggiunto 1375,75 USc/bu, massimo da settembre 2008, trainando al rialzo la colza all’Euronext e l’olio di palma in Malaysia. Quest’ultimo, al record da 33 mesi, risente anche delle cattive condizioni meteorologiche nel Sudest asiatico, dove la durata anomala del monsone ha prodotto danni nelle coltivazioni e ostacolato i trasporti.