Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  dicembre 29 Mercoledì calendario

IL LAOS COMUNISTA APRE LA PROPRIA BORSA

Anche il Laos, uno dei paesi più poveri, ha la sua borsa. Partirà fra qualche giorno, a gennaio, e ha già le prime matricole: una banca e una società elettrica, Edl Generation, che ha concluso con successo il collocamento di titoli. Poca roba, visto che il valore complessivo di Edl è poco superiore ai 350 milioni di €. Ma è comunque il segno dei profondi cambiamenti che sta subendo il paese asiatico: soprattutto il segno di una omologazione economica e finanziaria che non risparmia più nessuno, nemmeno il Laos comunista. Un comunismo all’acqua di rose, adesso; un comunismo che protegge i monaci buddisti e che fa erigere davanti al palazzo presidenziale l’enorme statua del suo re più glorioso. Con la Borsa, Vientiane ritornerà forse a respirare un po’ di quell’atmosfera che la rese famosa e suggestiva negli anni 70: con i suoi night club e il via vai di spie e di giornalisti internazionali attorniati, si dice, da una corte di avvenenti signorine.