w. r., Il Sole 24 Ore 29/12/2010, 29 dicembre 2010
IL LAOS COMUNISTA APRE LA PROPRIA BORSA
Anche il Laos, uno dei paesi più poveri, ha la sua borsa. Partirà fra qualche giorno, a gennaio, e ha già le prime matricole: una banca e una società elettrica, Edl Generation, che ha concluso con successo il collocamento di titoli. Poca roba, visto che il valore complessivo di Edl è poco superiore ai 350 milioni di €. Ma è comunque il segno dei profondi cambiamenti che sta subendo il paese asiatico: soprattutto il segno di una omologazione economica e finanziaria che non risparmia più nessuno, nemmeno il Laos comunista. Un comunismo all’acqua di rose, adesso; un comunismo che protegge i monaci buddisti e che fa erigere davanti al palazzo presidenziale l’enorme statua del suo re più glorioso. Con la Borsa, Vientiane ritornerà forse a respirare un po’ di quell’atmosfera che la rese famosa e suggestiva negli anni 70: con i suoi night club e il via vai di spie e di giornalisti internazionali attorniati, si dice, da una corte di avvenenti signorine.