Lettere a Sergio Romano, Corriere della Sera 28/12/2010, 28 dicembre 2010
UNA BRUTTA LEGGE ELETTORALE MA DIFFICILE DA CAMBIARE
In risposta a un lettore lei ha affermato di essere contrario all’attuale legge elettorale. Lei è favorevole o meno al premio di maggioranza ed eventualmente alla soglia di riferimento? Non crede che il ritorno alla frammentazione delle maggioranze possa influire negativamente sulla governabilità?
Pasquale Mirante pasmir@alice. it
Caro Mirante, potrei risponderle che una buona legge elettorale, a mio avviso, è quella adottata dalla Francia con la costituzione della V Repubblica: un sistema maggioritario con collegi uninominali, due turni e un’alta soglia di sbarramento. Lascia vivere molte famiglie politiche, libere di competere per maggiori consensi al primo turno, ma ha il merito di semplificare drasticamente il quadro politico trasformando la competizione, nel secondo turno, in un duello fra i due candidati più rappresentativi. Ma non mi piace avanzare proposte che in questo momento non avrebbero alcuna possibilità di essere accolte. La nuova legge elettorale, se verrà adottata, dovrà essere discussa e approvata dai membri dell’attuale Parlamento, vale a dire da persone che la giudicheranno soprattutto sulla base delle loro personali convenienze. Una legge meno condizionata da interessi contingenti potrebbe essere adottata soltanto nel corso di una fase costituente insieme a una radicale riforma dell’intero sistema politico italiano. Ma non mi pare che in questo momento ve ne siano le condizioni. Piaccia o no, quindi, occorre abbassare la mira e accontentarsi di modifiche meno radicali. L’aspetto più controverso e criticabile dell’attuale legge elettorale è il premio di maggioranza: il 55%dei seggi alla coalizione che ha ottenuto la maggioranza relativa. In linea di principio, nulla da eccepire. Ma se la maggioranza relativa si aggirasse intorno al 30%, il premio, soprattutto in questo particolare momento politico, apparirebbe clamorosamente ingiusto. In un articolo pubblicato dal Sole 24 Ore, Roberto D’Alimonte propone di fissare al 40%la soglia che farebbe scattare il beneficio del premio di maggioranza. Spetterebbe in questo caso agli elettori decidere se contribuire al raggiungimento del premio di maggioranza votando per una delle due maggiori coalizioni o cercare di evitare questa prospettiva votando per un partito isolato. Non dimentichi tuttavia, caro Mirante, che questo non è il solo punto controverso dell’attuale legge elettorale. Un’altra difficoltà è costituita dal fatto che i premi di maggioranza al Senato sono tanti quanti le regioni (17) e potrebbero quindi produrre nella Camera alta una maggioranza diversa da quella della Camera dei deputati. Per rimediare a questa situazione occorrerebbe mettere fine al bicameralismo perfetto della Costituzione e assegnare al Senato compiti diversi da quelli della Camera. Ma questo è possibile soltanto con una riforma costituzionale, vale a dire con una maggioranza trasversale di cui oggi non si vede neppure l’ombra. Ecco perché comincio a pensare, come D’Alimonte, che andremo a votare, la prossima volta, con questa legge elettorale.
Sergio Romano