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 2010  dicembre 28 Martedì calendario

Passioni senza tempo ma anche senza più mercato - A proposito dell’articolo pubblicato ieri sugli oggetti resi obsoleti dalle nuove tecnologie, è naturale che certe cose cambino, ma decretando la fine si rischia spesso di essere dei cattivi profeti

Passioni senza tempo ma anche senza più mercato - A proposito dell’articolo pubblicato ieri sugli oggetti resi obsoleti dalle nuove tecnologie, è naturale che certe cose cambino, ma decretando la fine si rischia spesso di essere dei cattivi profeti. A distanza di più di un decennio dalla loro dichiarazione di morte, si è tornati a stampare vinili; nonostante il martellamento pro digitale ci sono migliaia di appassionati (come me) che hanno allestito e stampano in camera oscura. Se avessi affidato le mie memorie di viaggio all’hard disk di un computer non avrei più memorie di viaggio, viste tutte le volte che si è rotto. Il problema dell’archiviazione dei dati digitali è tutt’altro che risolto. L’unica soluzione è la ridondanza: aumentando il numero dei supporti diminuisce la probabilità che tutti insieme si friggano. Provare a leggere i cd che ho masterizzato dieci anni fa per credere, e confrontare con la sensazione che danno le diapositive. Per non parlare dei libri: vuoi mettere la soddisfazione che si ha nel sentirne il fruscìo e il profumo? Idem per vinili e foto. Sono oggetti, si possono toccare, richiedono un posto dove collocarli per osservare la propria collezione che cresce. Insomma, non sono file e impulsi elettrici che corrono nella ferraglia di un pc. Avete mai sentito il suono di un lp in un impianto hi-fi che si rispetti? Vinili, rullini e materiale per lo sviluppo li trovo su Internet e su eBay. Strumenti nuovi, ma al servizio di passioni senza tempo. GIANLUCA S. SAVONA Certo non si tratta di decretare una fine assoluta, ma certamente siamo di fronte a un capolinea commerciale. C’è ancora chi usa la macchina da scrivere, per nostalgia o per piacere, chi la tiene esposta sulla scrivania, chi la va a cercare nei negozi di modernariato, ma non ci sono quasi più aziende che le producono o negozi che vendono ricambi. Le passioni che tornano, dal bianco e nero al vinile, appartengono a delle minoranze (solitamente colte) e non intercettano i consumi di massa così come non giustificano più produzioni di massa. Questo non toglie nulla al loro valore ma la realtà ci mostra che nelle nostre città sono scomparsi centinaia di negozi di dischi o quelli che vendevano rullini, sviluppavano e stampavano. Inoltre, come lei ben evidenzia, le nuove tecnologie non sono sinonimo di maggiore efficienza o sicurezza: le biblioteche sono piene di volumi che hanno centinaia di anni, io sono pieno di dischetti cancellati e giusto la scorsa settimana ho perso tutta la musica che avevo caricato in anni sull’iPod (avevo un hard disk di riserva su cui le avevo memorizzate ma non lo trovo più...). Per sicurezza ogni fine d’anno stampo le foto digitali a cui tengo di più. E lo faccio in doppia copia... MARIO CALABRESI