Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  dicembre 28 Martedì calendario

I segnali positivi che mandano gli immobili commerciali Usa - Negli Stati Uniti, gli immobili commerciali erano tradizionalmente considerati un affare ben poco conveniente

I segnali positivi che mandano gli immobili commerciali Usa - Negli Stati Uniti, gli immobili commerciali erano tradizionalmente considerati un affare ben poco conveniente. Dopo il fallimento di Lehman nel settembre del 2008, molti si aspettavano una resa dei conti sul mercato degli immobili commerciali, un po’ come quella avvenuta sul mercato residenziale. Ma non è detto che vada così. Nel 2010, le grandi città come New York, Los Angeles e Washington hanno dato l’impulso per una ripresa più ampia del mercato immobiliare. Alcune vendite di alto profilo - Google, ad esempio, ha recentemente acquistato un palazzo di uffici a Manhattan per 1,8 miliardi di dollari con una delle transazioni più ricche effettuate dopo il crollo di Lehman - unite ai rendimenti interessanti di alcuni investimenti hanno immesso nuova linfa nel mercato degli immobili commerciali. Oltre al fatto che gli immobili rappresentano una categoria di asset rara e relativamente a buon mercato, c’è il fatto che un’economia più vivace dovrebbe contribuire, almeno marginalmente, a ridurre la percentuale di immobili liberi e ad aumentare il flusso di cassa. Un circolo virtuoso di questo tipo potrebbe consolidare il livello base dei prezzi. Secondo Moody’s, a ottobre le quotazioni a livello nazionale sono aumentate per il secondo mese consecutivo ma sono ancora del 42% al di sotto dei valori massimi. È un dato importante per i proprietari e i mutuatari che hanno firmato contratti durante il boom e che dal 2014 al 2017 si contenderanno i rifinanziamenti delle banche a condizioni presumibilmente molto più impegnative. Secondo l’Amherst Securities Group, in questi quattro anni matureranno quasi 430 miliardi di dollari di mutui riconvertiti in titoli. Il totale dei debiti in scadenza sarà molto più elevato. Alla fine sarà l’economia statunitense, e in particolare la creazione di posti di lavoro, a condizionare la domanda di uffici, appartamenti e centri commerciali. Nella migliore delle ipotesi questo comporterà, soprattutto nei mercati locali colpiti più duramente, un leggero miglioramento nel breve periodo. In ogni caso, anche una ripresa sottotono nel 2011 sarà considerata un risultato di gran lunga migliore dell’ implosione che per qualche periodo si è temuta.