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 2010  dicembre 28 Martedì calendario

La stagione della crisi si aggrappa ai saldi - Chi non ha messo mano al portafoglio per Natale, lo farà probabilmente per il saldi di fine stagione, che quest’anno partono in anticipo, e cioè il 2 gennaio, ma solo al Sud (Napoli, Potenza, Palermo, Catanzaro e Campobasso) mentre per il resto d’Italia la data fissata è il giorno dell’Epifania, il 6 gennaio (con uno slittamento al 10 solo per Aosta)

La stagione della crisi si aggrappa ai saldi - Chi non ha messo mano al portafoglio per Natale, lo farà probabilmente per il saldi di fine stagione, che quest’anno partono in anticipo, e cioè il 2 gennaio, ma solo al Sud (Napoli, Potenza, Palermo, Catanzaro e Campobasso) mentre per il resto d’Italia la data fissata è il giorno dell’Epifania, il 6 gennaio (con uno slittamento al 10 solo per Aosta). La stagione delle vendite scontate si concluderà, invece, per tutti il 31 marzo. Fare un bilancio delle spese di Natale è prematuro, ma i primi segnali non sono confortanti: a Napoli il calo stimato si aggira intorno al 30 per cento, praticamente una débâcle. A Palermo la situazione è appena migliore: meno 20 per cento. Tuttavia Confcommercio, la massima organizzazione di categoria, vede il bicchiere mezzo pieno, e se non si pronuncia sui consumi di Natale (una valutazione verrà diffusa solo nei prossimi giorni) affida ad una indagine del suo Ufficio Studi una fondata speranza di ripresa proprio in occasione dei saldi: ogni famiglia - dice lo studio - quest’anno spenderà poco più di 400 euro (415 per l’esattezza, pari a 173 euro pro capite) in abbigliamento e accessori, per un totale di spesa di 6,2 miliardi di euro pari al 18% del fatturato annuo del settore. «Anche quest’anno - sottolinea il presidente di Federmoda-Confcommercio, Renato Borghi - la coda della crisi si è resa evidente per il settore della moda, con un andamento della stagione autunno-inverno certamente non brillante. Di conseguenza, gli stock di invenduto dei negozi sono alti e l’offerta per i “saldisti” molto ampia, sia per varietà che per qualità dei prodotti. Prevediamo sconti medi elevati, oltre il 40%. Quest’anno quindi - aggiunge Borghi - l’offerta ampia e gli sconti interessanti ci fanno ben sperare per una positiva stagione dei saldi, che potrebbe anche rappresentare il tanto atteso segnale di inversione di tendenza». Confcommercio valuta che si accosteranno ai saldi 15 milioni di famiglie. Differente la valutazione delle associazioni dei consumatori, secondo cui la curva dei saldi sarà tutta in discesa. «Le vendite natalizie - dice l’Osservatorio nazionale di Federconsumatori - sono state un disastro. Per questo è indispensabile anticipare i saldi, avviandoli fin da subito. La stagione di saldi alle porte, in ogni caso, registrerà un calo molto contenuto del 2-3% rispetto al 2009, e sarà caratterizzata da una grande cautela e prudenza da parte delle famiglie. Solo il 45% delle famiglie, pari a 10 milioni e 800 mila, acquisterà a saldo». La spesa per saldi, secondo l’Osservatorio, non andrà oltre i 3 miliardi (la metà di quanto stimato da Confcommercio) con una spesa familiare media di 277 euro (104 pro capite). Il Codacons è ancora più pessimista e prevede un flop dei saldi 2011, con un tracollo delle vendite fino al 20%. L’istanza dei consumatori è sempre la stessa: restituire alle famiglie una quota dell’esazione fiscale, pari almeno a 1.200 euro l’anno per rilanciare la domanda interna. Singolare è, poi, la rilevazione effettuata dall’associazione Adoc, secondo cui si è comprato meno perché si è riciclato di più: circa il 30% dei regali sarebbe, cioè, effetto di un travaso da un soggetto all’altro, e il fenomeno avrebbe riguardato soprattutto abbigliamento (39%) e giocattoli (22%). Tra i regali comprati di fresco, comunque, il 28% viene dal mercato on line, quanto ai generi, ha battuto in ritirata l’abbigliamento, mentre hanno tenuto editoria, elettronica e lusso. • Comincia nel Sud la stagione dei saldi (Napoli, Potenza, Palermo, Catanzaro e Campobasso), prevista per il resto d’Italia dal 6 gennaio. Conclusione delle vendite scontate il 31 marzo. I primi segnali relativi alle vendite di Natale sono sconfortanti: meno 30 per cento quasi ovunque, tranne che a Palermo (meno 20 per cento). La Confcommercio è tuttavia ottimista. Il suo ufficio studi prevede che ogni famiglia spenderà, nei prossimi tre mesi, 415 euro, muovendo 6,2 miliardi pari al 18% del fatturato del settore. Sconti medi del 40%, perché la roba rimasta in magazzino è tanto. L’Osservatorio nazionale di Federconsumatori stima invece una spesa pro capite di 277 euro (sunto per Cinquantamila giorni)