GLAUCO MAGGI, La Stampa 28/12/2010, pagina 18, 28 dicembre 2010
La top e il birraio Giallo nella villa del re di Budweiser - Giallo di Santo Stefano a Saint Louis, nel Missouri
La top e il birraio Giallo nella villa del re di Budweiser - Giallo di Santo Stefano a Saint Louis, nel Missouri. La polizia vuole capire perché siano passati tre quarti d’ora dal momento della morte di Adrienne, domenica alle 12 e 30, alla telefonata d’allarme al 911 del fidanzato che stava con lei, alle 13 e 12. Troppo tempo. Il ritardo nel chiamare i soccorsi genera sempre qualche sospetto, ma stavolta ci sono le personalità dei protagonisti a gonfiare la curiosità investigativa degli inquirenti e il gossip della gente. Adrienne Martin, giovane modella nativa-americana di 27 anni, capelli lunghi scuri e viso affilato da Pocahontas, era fidanzata da un anno con August Busch IV, 46 anni, maturo playboy dai trascorsi controversi, «normale» successo negli affari ma scapestrato nella vita privata. Dopo aver scalato dagli Anni 80 i gradini della carriera interna nel birrificio di famiglia, la ditta AnheuserBusch, fino a diventarne Ceo nel 2006, due anni dopo ne aveva ceduto il controllo agli europei della InBev, ottenendo un posto non operativo in consiglio d’amministrazione, 10,35 milioni di dollari di buonuscita e un vitalizio da 120mila dollari mensili. Busch IV ha sempre avuto la fama di uno che cerca i rischi e l’avventura. Terry Ganey, coautore di una biografia non autorizzata sulla dinastia dei celebri birrai arrivati a controllare una quota del 50% del fatturato in America (con Budweiser e Bud Light) prima della vendita del 2008, ha ricordato le passioni spericolate di August: «Guidava motoscafi, motociclette, jet ed elicotteri, e partecipava ad attività sportive che avrebbero potuto procurargli danni fisici». In passato, Busch IV aveva già avuto vissuto un’altra tragedia, che aveva coinvolto una sua fiamma. Era il 1983, lui aveva 20 anni e studiava all’Università dell’Arizona. Uscito da un bar di Tucson con la girlfriend Michele Frederick, 22 anni, l’aveva caricata sulla sua Corvette nera. La corsa in auto era però finita con uno schianto che aveva ucciso la giovane, mentre Busch fu ritrovato a casa sua solo quattro ore dopo, con la testa spaccata. Disse di non aver soccorso l’amica in preda all’amnesia provocata dalla botta al cranio, e dopo sette mesi di indagini gli inquirenti chiusero il caso per mancanza di prove. Due anni dopo, August fu prosciolto da una giuria di Saint Louis dall’accusa di aver assalito due agenti. Nell’episodio rocambolesco era stato fermato dopo un inseguimento da parte della squadra narcotici della polizia, che lo aveva scambiato per uno spacciatore ed era riuscito a bloccarlo solo sparandogli a una gomma. Busch IV tentò anche di investire con l’auto gli agenti, ma fu assolto perché riuscì a convincere la giuria di aver agito temendo di essere vittima di un rapimento a scopo di riscatto da parte dei poliziotti in borghese. Nell’area del Missouri attorno a Saint Louis la famiglia dei Busch è nota per l’impegno nella filantropia e nello sport (expadroni dei Cardinals, baseball) maanche per varie tragedie. Nel 1934 August Busch Senior, il presidente della compagnia, si uccisecon un colpo di rivoltella. E nel 1976 Peter Busch, figlio di August Busch Junior e ziastro di August Busch IV, sparò e ammazzò un amico, David Leeker. Si difese dicendo che il colpo era partito accidentalmente quando aveva buttato la pistola sul letto: si dichiarò colpevole di omicidio involontario e fu condannato a cinque anni con la condizionale. L’ultima vittima della «maledizione dei Busch», Adrienne, sognava di sfondare come protagonista delle pubblicità della birra: «Sono stata alle sfilate di bellezza per molti anni e ora sento che voglio fare qualcosa di più: la modella! È solo l’inizio, non vedo l’ora di vivere il futuro eccitante che mi attende», aveva scritto nel suo profilo su iStudio, sito per aspiranti stelline. Sposata dal 2002, un figlio di 8 anni e un divorzio alle spalle, la ragazza aveva fatto la cameriera nei ristoranti della catena Hooters, famosa per il personale di sala discinto e avvenente. Soffriva di sindrome del QT lungo, una rara anomalia cardiaca che predispone ad arresti cardiaci improvvisi. Di solito, sono le forti emozioni, l’iperattività fisica o sessuale e lo stress a provocare crisi irreversibili. «Posso dire che non c’è assolutamente nulla di sospetto sulla sua morte, è la tragica e inaspettata fine di una giovane persona», ha detto ufficialmente, a nome della famiglia Busch, l’avvocato Art Margulis al St. Louis Post-Dispatch . Ma la parola fine sull’ultimo mistero dei Busch tocca anche questa volta a poliziotti e medici legali.