DANIEL FRANKLIN, La Stampa 24/12/2010, pagina 18, 24 dicembre 2010
La Cina produrrà più degli Stati Uniti e nell’Africa si mette a correre il Ghana - In un anno che farà la felicità dei numerologi (specialmente l’11 novembre o 11/11/11), il numero di maggiore rilievo sarà in effetti il due
La Cina produrrà più degli Stati Uniti e nell’Africa si mette a correre il Ghana - In un anno che farà la felicità dei numerologi (specialmente l’11 novembre o 11/11/11), il numero di maggiore rilievo sarà in effetti il due. Sarà l’anno delle due economie: il mondo sviluppato alle prese con una ripresa fiacca e incapace di creare nuovi posti di lavoro e il mondo emergente in grado di crescere a ritmi quattro volte superiori. L’eurozona dell’ Ue si dividerà tra un centro solido ed una periferia incerta. Anche all’interno di alcuni Paesi risulteranno evidenti spaccature, tra parti che riusciranno ad agganciare il boom della Cina e parti in crescita più lenta. L’Australia sarà l’esempio principe di questa economia a due velocità. Se guardiamo alla politica, anche qui saranno protagoniste due forze contrapposte. Il clima in Germania sarà poco sereno a dispetto di un’ economia relativamente sana. Gli Usa fronteggieranno una paralisi istituzionale dovuta alla contrapposizione tra Casa Bianca e Congresso. Un senso di divisione e frustrazione prevarrà anche nella politica internazionale. Nonostante i discorsi altisonanti sulla soluzione condivisa dei problemi globali ed il grande attivismo del presidente della Francia Nicolas Sarkozy, alla testa sia del G8 sia del G20, spesso il mondo sembrerà un gioco a somma zero. Le discussioni sulle valute, il commercio e le scelte politiche sul cambiamento climatico assomiglieranno ad un tiro alla fune. Verso la fine dell’anno si potrebbe registrare una certa depressione per l’approssimarsi di un numero davvero enorme, ovvero il traguardo dei 7 miliardi di abitanti mondiali. Faranno capolino vecchi timori sull’insostenibilità di un costante aumento della domanda di risorse mondiale alimentata dalla crescita della popolazione. Ma timori e malumori saranno esagerati. L’anno produrrà esempi convincenti di come la forza della tecnologia e l’immaginazione possano consentire di risolvere i problemi fondamentali della nostra era, ad esempio sistemi per liberare le auto dal petrolio e per evitare la diffusione delle malattie (nel 2011 inizieremo a capire come mettere fine ad una delle più letali malattie del mondo, la malaria). Alcuni Paesi ricchi, non ultimo il Regno Unito, vedranno l’approvazione di riforme radicali. Altrove, diverrà evidente che lo sviluppo economico, dopo Cina, India e Brasile, sta iniziando a toccare anche altri mercati emergenti, fra cui parti dell’Africa. Il Ghana sarà protagonista dei mercati. Imprese e banche si lamenteranno del peso delle nuove normative. Ma la finanza sarà noiosa e quindi più stabile. Nuove e appetibili start-up dimostreranno che gli Usa sono ancora in grado di creare posti di lavoro. Le grandi società globali si renderanno conto che devono diventare multinazionagili: per avere successo devono imparare a combinare dimensioni e agilità per adeguarsi ad un ambiente di business in rapida evoluzione. Uno dei traguardi di rilievo del cambiamento nel 2011 sarà il sorpasso della Cina nei confronti degli Usa come maggiore produttore mondiale. Ma anche la Cina potrebbe vedersi superare dall’India in termini di crescita economica, in quello che sembra dimostrarsi una sorta di presagio. Ci saranno altri traguardi storici: Barack Obama festeggerà il suo 50˚ compleanno, Wikipedia accenderà la 10ª candelina, Twitter la quinta. Con tristezza, gli Usa celebreranno il 10˚ anniversario degli attacchi dell’11 settembre. Con sentimenti contrastanti il mondo inizierà a dare l’addio alla lampadina a incandescenza. Come sempre le previsioni sono molte. Ma stavolta ci sono due novità. Ognuna delle sezioni dell’«Economist» contiene un richiamo denominato «Altre possibilità» che contiene alcuni degli sviluppi meno probabili ma comunque possibili del 2011. Inoltre, per festeggiare il 25˚ anniversario abbiamo incluso una sezione in cui ospiti illustri ci aiutano a vaticinare come sarà il mondo tra 25 anni. In un quarto di secolo di previsioni abbiamo avuto la nostra parte di successi e insuccessi. Ma l’ottimismo nei confronti della globalizzazione e del suo potenziale di progresso è sempre stato una nostra costante. Riteniamo di averci azzeccato. A dispetto degli strascichi della Grande Recessione, anche il 2011 sarà un anno di progresso.