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 2010  dicembre 27 Lunedì calendario

LORENZO

& PAOLINA. LA DEA DEL CANOVA VISTA DAL RAMPOLLO USA -

Il ciuffo castano chiaro, tenuto a bada sulla fronte alta come si conviene. Gli occhi grandi e sicuri. La bella bocca. La cravatta impeccabile, come l’abito grigio. Lorenzo Borghese, il principe «americano», avrebbe fatto colpo sulla sua più affascinante antenata, la capricciosa Paolina, la francese che scandalizzò Roma. A guardar bene, Lorenzo somiglia un po’ al marito di Paolina, Camillo. Non che la sorella di Napoleone fosse innamorata cotta del nobile romano. Fu il furbo Corso a combinare il matrimonio, che gli consentiva la longa manus nel regno di Papa Re. Però pare che Camillo e la più bella donna d’Europa, almeno in quell’avvio confuso di Ottocento, si amassero al punto che lui chiuse un occhio sulle corna collezionate da lei. E che lei, alla fine malata, tornasse da lui non solo per tornaconto ma perché, insomma, il principe parlava al suo cuore e alla sua sensualità. Il bel Lorenzo è un uomo di mondo, un rampante, negli States dove vive da quando aveva cinque anni. È figlio di Francesco Marco Luigi Costanzo Borghese e della statunitense Amanda Leigh. È nato a Milano nel 1972. Ma è cresciuto oltreoceano, nel Connecticut. Laurea al Rollins College in Florida, poi il prestigioso Mba alla Fordham University di New York. La nonna, Marcella Borghese, aveva lanciato nel ’58 una linea di cosmetici. E Lorenzo si butta nel settore. Ma poiché ama gli animali, lancia una linea di prodotti per gli adorati pet, commercializzati in apposite boutique. Non basta. Fascino e bon ton gli aprono gli studi televisivi della Abc e nel 2009 diventa protagonista di un seguitissimo show, «The Bachelor». Le americane impazziscono per il principe azzurro. E allora Lorenzo piazza un altro colpo: scrive la storia - romanzata come si conviene - di Paolina Borghese, la Venere vincitrice del Canova. Il libro è pubblicato da Harper Collins e calamita milioni di lettrici. Adesso Newton Compton pubblica il volume in Italia. Titolo accattivante, «I segreti di una principessa - Vita scandalosa di Paolina Borghese», fascetta a sensazione («Era la sorella di Napoleone, ma era lei l’imperatrice), copertina glamour. Quanto c’è di vero nella storia di Paolina riscritta da Lorenzo? Le pagine iniziali con gli alberi genealogici della Bonaparte e di Camillo depongono per il rigore storico. Ma è ovvio che Lorenzo debba calcare la mano sui sentimenti, sulla cornice - la Roma frivola di primo Ottocento - sull’alcova della signora che visse nella bianca palazzina trasformata dal cardinale Scipione Borghese nella collezione d’arte che il mondo ci invidia. Così nel libro la sfrontata Paolina diventa la protofemminista che difende con coraggio le sue passioni. Insomma, un’eroina anticonformista che fece del matrimonio una continua provocazione. Conta per noi lettori italiani, più smaliziati degli yankees, ritrovare squarci di vita romana. Insomma, intriga la cornice oltre e forse più del plot. Ecco il prologo della storia. È carnevale, Roma è nel vortice della settimana di follia «benedetta» dalla Santa Sede (semel in anno licet insanire...). La villa dei Borghese subito fuori le mura Aureliane, in mezzo allo sconfinato bosco punteggiato di fontane e statue, ospita una festa. Paolina si nasconde dietro una maschera da cigno, si infila nel fitto delle piante, inseguita da un focoso francese. Gli deve molto più di un bacio. Pochi giorni prima lui ha dato prova di coraggio bloccando non uno ma tre dei cavalli berberi arrivati sotto Palazzo San Marco, nella piazza di Venezia, dopo aver bruciato al galoppo la via del Corso. Non si cura, Paolina, dell’ospite che il marito, il biondo Camillo, sta accompagnando tra i saloni della residenza. È il più famoso artista del tempo, il veneto Antonio Canova, il sovrintendente alle Belle Arti di Papa Re, colui che si opporrà alle razzie di capolavori italiani perpretrate da Napoleone. Una querelle di là da venire. Per ora lo scultore capace di dare al marmo la morbidezza della pelle di donna pensa al suo committente, che porta lo stesso nome del più famoso dei Borghese, quel Camillo fatto papa nel Seicento con il nome di Paolo V. Il nobiluomo vuol presentargli la moglie francese, la sorella dell’imperatore. Lui la ritrarrà vestita solo di un drappo che copre il pube. Ma, rassicura Canova, Paolina farà da modella soltanto per il viso. Un’altra donna poserà nuda al posto suo. E però, dov’è la principessa? Imbarazzata la sua dama di compagnia. E furioso, pur senza darlo a vedere, il principe. Così Lorenzo introduce il romanzo dei suoi più famosi avi. Una storia d’amore. La stessa che sta dietro a quella statua, la Venere-Paolina sdraiata su un divano. La vide nella sua prima visita a Roma. Era il 1988, aveva sedici anni. Ne rimase così abbagliato che adesso consiglia ai suoi lettori: «Se vi capita di visitare Roma, andate a trovare Paolina. Magari sarete così fortunati da farlo accompagnati da qualcuno che amate. Potrete raccontargli la storia di Paolina e Camillo».