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 2010  dicembre 28 Martedì calendario

È TORNATA IN TURCHIA LA NAVE MAVI MARMARA

È approdata a Istanbul in pompa magna la nave Mavi Marmara, che era stata assaltata dall’esercito israeliano nel maggio scorso mentre viaggiava verso Gaza, provocando un grave incidente diplomatico internazionale. L’imbarcazione è stata accolta con entusiasmo da migliaia di simpatizzanti dei movimenti islamici turchi, che esibivano striscioni filo palestinesi con frasi come «Dio è grande» e «Maledetto sia Israele».

Attraccata sotto il palazzo di Topkapi, la nave ostentata un poster gigante con le foto dei nove martiri turchi, come sono stati definiti, uccisi nel corso dell’attacco dei soldati di Tel Aviv che cercavano di bloccare l’imbarcazione diretta a Gaza.

Bulent Yildirim, presidente della Fondazione turca per i diritti dell’uomo, una ong islamica che aveva affittato l’imbarcazione, osserva che la Mavi Marmara è diventata un simbolo di libertà e c’è una grande richiesta di pubblico per visitarla. La data scelta per la cerimonia non è casuale: ieri ricorreva il secondo anniversario dell’operazione offensiva dell’esercito ebraico nella striscia di Gaza, che ha segnato un brusco arretramento nelle relazioni fra Turchia e Israele, vecchi alleati nella regione.

Nessun rappresentante del partito al potere, l’Akp del premier Erdogan, era presente nel porto di Istanbul. Una discrezione che mostra la volontà del governo, richiamato all’ordine da Washington, di non peggiorare la situazione. Nei giorni scorsi il ministro degli esteri, Ahmet Davutoglu, aveva dichiarato che Ankara ha intenzione di fare pace con Israele. Ma, per voltare pagina dopo l’episodio della nave, i turchi reclamano le scuse e il pagamento di un’indennità alle famiglie delle nove vittime. Per il capo della diplomazia questa è l’unica via percorribile. Sono in corso negoziati, ma gli israeliani, per il momento, non ne vogliono nemmeno sapere di scuse e sostengono che il governo turco appoggia il terrorismo.