Michele Anselmi, Il Riformista 28/12/2010, 28 dicembre 2010
DE LAURENTIIS COME GLI AZZURRI. IL SUDAFRICA NON PORTA BENE
Le ultime parole famose. «Il cinepanettone è una macchina perfetta. Come Molière e Feydeau», teorizza nelle interviste Giorgio Panariello, una delle new-entry di Natale in Sudafrica. E se invece non fosse più così? Andiamo a scorrere i dati del primo cruciale week-end, il più rivelatore ai fini degli orientamenti del pubblico, di questo cine-Natale affollato di film. Nelle sale da venerdì 17, come i suoi più diretti rivali, il cinepanettone by Aurelio De Laurentiis è a quota 10 milioni e 984mila euro, corrispondenti alle 616 copie censite da Cinetel. Sempre primo in classifica, s’intende, essendo una sorta di cine-istituzione, ma in sensibile calo rispetto all’anno scorso, quando Natale a Beverly Hills uscì dal fine settimana natalizio con un bottino di 14 milioni di euro. Mancano all’appello circa 3 milioni e 100 mila euro, non proprio bruscolini per «una macchina perfetta».
Non è l’unica sorpresa di queste ore, in materia di box-office natalizio. Dati per bolliti dopo Il cosmo sul comò del 2008, Aldo, Giovanni & Giacomo tornano saldamente in sella con La banda dei Babbi Natale, piazzandosi al secondo posto, con un totale di 8 milioni e 892mila euro. «In assoluto uno dei migliori risultati dei tre nella storia del loro cinema», gongolano a Medusa che produce e distribuisce. L’anno scorso il loffio Io & Marilyn di Leonardo Pieraccioni, alla stessa data, si era fermato a 7 milioni e 300mila euro. La differenza si vede, eccome.
La terza sorpresa, di nuovo in negativo, viene da The Tourist, la romantic comedy thriller veneziana con la supercoppia Johnny Depp-Angelina Jolie. Nonostante le sonore stroncature, Raicinema-01 si aspettava ben di più dal film diretto dal tedesco Florian Henckel von Donnersmarck, che invece si ferma a 5 milioni e 200mila euro. Magro risultato, considerate le oltre 400 copie in giro e il gran battage divistico.
Evidentemente qualcosa non ha funzionato quest’anno nelle selezione delle feste dopo l’exploit 2009 di Sherlock Holmes, arrivato a un passo dai 20 milioni di euro. Perché anche i favoriti Le cronache di Narnia 3 e Megamind, rispettivamente al quarto e quinto posto con risultati insoddisfacenti (4 milioni e 200mila il primo, 3 milioni il secondo), faticano al botteghino, mentre scende di un milione netto l’incasso complessivo del week-end natalizio.
Quanto al resto della compagine tricolore, si può parlare di disastro sia per La bellezza del somaro di Sergio Castellitto sia per Un altro mondo di Silvio Muccino: l’uno, distribuito dalla Warner Bros, è a quota 1 milione e 300mila euro; l’altro, targato Universal, a 754mila euro. Era meglio non farli uscire proprio sotto l’albero.
Così, mentre Checco Zalone scalda i motori di Che bella giornata, nelle sale il 5 gennaio sempre per Medusa (stamattina lo presenta alla stampa), alla Filmauro di De Laurentiis stanno ragionando sul risultato non proprio ruggente ottenuto finora da Natale in Sudafrica. Certo, quest’anno si contano due giornate festive in meno, il che si traduce automaticamente in minori incassi; ma sotto i 20 milioni, considerata dal produttore napoletano la soglia minima di sicurezza, il cinepanettone non può scendere. Altrimenti diventa indigesto. Nell’attesa di scoprire quale ingrediente abbia funzionato meno bene sul piano del mix, si può però dire una cosa: il Sudafrica non ha portato fortuna né ai calciatori azzurri né ai comici “belenizzati”.
Non caso, recensendolo benevolmente sul manifesto, il teorico dello stracult Marco Giusti scrive: «Vatti poi a ricordare che quest’estate in Sudafrica si sono svolti i Mondiali. Nel film di tutto ciò rimane una vuvuzela, buttata lì come fosse una trombetta natalizia, e il Waka Waka di Shakira». E ancora: «Il Sudafrica, pur sontuosamente fotografato da Luciano Tovoli (al suo esordio nel cinepanettone), rimane più una cornice adatta a vecchi sketch con serpenti finti alla Totò Tarzan, sabbie mobili usate per un mini strip della bellissima Belén, leoni che vengono tramortiti dai rutti terribili di Giorgio Panariello, un ippopotamo scorreggione che provoca, come da testo, uno “tsunami de merda”, un gruppo di selvaggi pronti a impalare i nostri eroi al ritmo di bunga-bunga». In effetti è così.