Titti Beneduce, Il Riformista 28/12/2010, 28 dicembre 2010
PIU’ MONNEZZA CHE CON PRODI
La città è un po’ più pulita, grazie agli sforzi eccezionali per togliere la spazzatura dalle strade in vista del Capodanno. La situazione però è tragica in provincia, dove i cumuli di sacchetti sono alti diversi metri e intere strade non sono più percorribili. Comune di Napoli e Regione continuano a scambiarsi accuse attraverso comunicati e dichiarazioni affidati alle agenzie, mentre a Chiaiano la tensione torna alta e sconosciuti teppisti sabotano i camion diretti a sversare: cronaca di un’emergenza infinita, in attesa di un epilogo che nessuno immagina quale sia.
In queste ore il centro di Napoli appare più libero dalle montagne di rifiuti: merito anche dell’esercito, intervenuto con uomini e mezzi. Ma, scaduti i tre giorni durante i quali i cittadini erano stati invitati a tenere in casa gli imballaggi dei regali, scatole, polistirolo e plastica hanno fatto di nuovo la loro comparsa in strada. È addirittura disastrosa, invece, la situazione dei quartieri di periferia e della provincia, dove i soldati si sposteranno nelle prossime ore per contribuire alla raccolta. Il problema è quello di sempre: non si sa dove portare la spazzatura prelevata dalle strade. Ieri, nonostante l’intervento dell’esercito, nelle strade del capoluogo giacevano 1.500 tonnellate di rifiuti. L’assessore all’Igiene urbana, Paolo Giacomelli, se la prende con la Regione e con la Provincia di Caserta: «L’ufficio Flussi della Regione ci aveva garantito oggi il conferimento di 400 tonnellate nell’impianto Stir di Santa Maria Capua Vetere (Caserta). Invece, su decisione della Provincia di Caserta, questo non è stato possibile; si è creato un enorme sovraccarico degli impianti: allo Stir di Caivano ci sono al momento 35 compattatori in fila e altri 15 stanno arrivando; all’impianto di Tufino ce ne sono 12 in fila». Pronta la replica del presidente della Provincia di Caserta, Domenico Zinzi: «Abbiamo dato la solidarietà a Napoli, accogliendone, per un certo periodo, i rifiuti nello Stir di Santa Maria Capua Vetere. È evidente che tale solidarietà non poteva essere intesa come a tempo indeterminato. Era stata raggiunta un’intesa che prevedeva il conferimento dei rifiuti di Napoli fino alla mezzanotte di ieri. Per questo motivo, la Provincia di Caserta non ha autorizzato ulteriori sversamenti nella giornata odierna». Contro la giunta Iervolino è nuovamente intervenuto anche il governatore, Stefano Caldoro: «Quando il Comune di Napoli chiede, diventa interlocutore di se stesso», perché le competenze sono per il 95% di Asia, la partecipata comunale addetta ai rifiuti. «La Regione Campania — incalza Caldoro — sta svolgendo una attività di supplenza e occorre far capire ai cittadini che noi interveniamo, come sta facendo il Governo nazionale, per attività che non ci competono».
Mentre gli enti locali si rimpallano responsabilità e omissioni, la situazione dell’ordine pubblico torna preoccupante. Ieri mattina a Chiaiano, periferia di Napoli, si sono ripetuti gli assalti ai camion cui eravamo abituati durante la rivolta di Terzigno. In piazza Rosa dei Venti circa 150 persone hanno circondato gli automezzi dell’Asì, rompendo finestrini e bucando gomme. Un attentato che i comitati contro la discarica del quartiere non condannano: «Dalle notte del 24 dicembre i conferimenti sono andati avanti fino alle 15,30 del giorno di Natale ininterrottamente — accusa il portavoce dei comitati —. I cittadini di Chiaiano, Marano e Mugnano hanno trascorso il Natale tra il fetore della discarica, che rendeva impossibile anche solo affacciarsi ai balconi». In un momento tra i più bui, c’è chi si affida alla fede, non senza un pizzico di provocazione: una enorme scultura bronzea dedicata a San Gennaro è stata esposta nelle antiche scuderie di palazzo San Severo, per chiedere al patrono un nuovo miracolo: fermare l’emergenza rifiuti. L’opera è dell’artista Lello Esposito, che ha deciso di esporla al pubblico in occasione dell’anniversario del miracolo del dicembre del 1631, quando un’altra statua del patrono, portata in processione, fermò la lava del Vesuvio giunta ormai alle porte della città.