Giorgio Ursicino, Il Messaggero 24/12/2010, 24 dicembre 2010
TORINO TORNA CAPITALE, FABBRICA ITALIA DIVENTA REALTÀ
Con l’accordo di Mirafiori Sergio Marchionne mette un altro tassello del piano “fabbrica Italia”. Forse il più difficile. Sicuramente il più importante. A Pomigliano la produzione era quasi ferma e rivedere l’organizzazione del lavoro per far ripartire le linee era tutto sommato meno difficile che cambiare le regole nello storico stabilimento torinese. Ma l’amministratore delegato del Lingotto è andato dritto per la sua strada che prevede la “governabilità” degli impianti per deliberare gli ingenti investimenti necessari a riportare nel 2014 la produzione tricolore a quasi un milione e mezzo di veicoli l’anno, più del doppio rispetto ai volumi attuali. Ora l’obiettivo sembra centrato e lo scacchiere delle fabbriche Fiat si sta muovendo in maniera rapida e coordinata, a stretto contatto con network produttivo Chrysler poiché le due aziende saranno sempre più integrate e un buon numero di vetture attraverserà l’Atlantico, in un senso e nell’altro, per rifornire le reti di vendita dei vari marchi. Con il via libera arrivato a Mirafiori l’impianto diventerà il regno dei Suv, una tipologia di vetture finora quasi sconosciuta nella gamma della casa italiana visto che la Sedici è in realtà una Suzuki. A regime saranno 280 mila l’anno le vetture prodotte in Piemonte sulla più recente “architettura” del gruppo Fiat, una piattaforma flessibile (quella che ha già dato vita alla Giulietta) che prende il posto dei precedenti pianali facilitando la realizzazione di modelli profondamente diversi fra loro, dalle sportive ai Crossover.
Mirafiori sfornerà Suv con il marchio Alfa (saranno i primi) e Jeep che invece allargherà ulteriormente la gamma, producendo anche in Europa e rafforzando il proprio ruolo globale. I motori saranno gli efficienti MultiAir e Multijet, ma le versioni più potenti per il mercato americano potrebbero avere anche i V6 Pentastar made in Usa che equipaggeranno anche le Lancia e la Alfa di classe superiore. Atteso anche un sei cilindri turbodiesel per le ammiraglie costruite negli States e vendute in Europa e il famoso Mpv Grand Voyager. Nei giorni scorsi è stata presentata la nuova Chrysler 300 C che a amarzo al prossimo salone di Ginevra sarà esposta come interpretazione Lancia per il mercato europeo. Al motor show svizzero ci sarà anche il Grand Voyager Lancia e, in anteprima mondiale, la nuova Ypsilon che verrà costruita a Tychy in Polonia a fianco della 500, prendendo il posto della Panda che dalla fine del prossimo anno sarà assemblata a Pomigliano (attualmente in fase di profonda ristrutturazione) al ritmo di 270 mila unità l’anno. Melfi resterà il feudo della Punto e con la nuova generazione dell’auto vedrà salire la produzione dalle 280 mila unità del 2010 alle 450 mila del 2014. Cassino, invece, sarà la base produttiva dei modelli del segmento C (il più importante d’Europa, quello della Golf), sfornerà Giulietta, Delta, Bravo, le loro eredi e le altre varianti di questa importante famiglia. Non è ancora ufficiale, invece, dove nascerà la Giulia, anche lei derivata dall’architettura della Giulietta (Mirafiori o Cassino, quindi). A quel punto la produzione europea di Fiat (Italia, Polonia e Serbia dove saranno costruite le monovolume compatte) supererà i due milioni di unità l’anno (ci sono anche i 200 mila veicoli industriali l’anno di Val di Sangro), ai quali bisognerà aggiungere i Fiorino, Doblò e Qubo realizzati in Turchia e il milione di esemplari prodotti in Brasile dove presto nascerà un nuovo impianto (200 mila unità) che si affiancherà a Belo Horizonte (oltre 700 mila). Con la produzione argentina, indiana, russa e i probabili sviluppi in Cina, Fiat sembra poter raggiungere senza difficoltà i tre milioni di vetture l’anno previste dal piano, in attesa che facciano altrettanto gli alleati di Chrysler.