Franca Giansoldati, Il Messaggero 24/12/2010, 24 dicembre 2010
«NATALE DI CRISI E PAURA, RIPENSARE LO STILE DI VITA»
[Intervista a Monsignor Rino Fisichella ]
CITTA’ DEL VATICANO - Consumi ridotti, difficoltà varie, l’Italia che non cresce. Monsignor Rino Fisichella per tante famiglie questo è un Natale più spento, sembra che stia venendo meno la speranza collettiva..
«E’ vero. Basta scendere in strada per capire che viviamo in un contesto in cui emerge la paura; paura di perdere il lavoro, di non riuscire a pagare la rata del mutuo, di dare un futuro ai figli. Come se il cuore della vita sociale non fosse dato più dalle relazioni interpersonali, dai rapporti di stima, d’amicizia e d’amore; sembra che tutto sia ridotto a una dinamica economica».
Che cosa ci insegna questo Natale?
«Che bisogna ripensare ai nostri stili di vita. La sfida è proprio questa, un cambiamento di rotta. Per tutti. Anche per gli uomini di Chiesa dai quali, io penso, dipenderà la loro stessa credibilità. Perché è chiaro che in Occidente si è caduti in una trappola consumistica: se non si realizzano alcuni acquisti, e se non si ha il possesso di alcuni beni, ci si sente isolati dal contesto sociale. E’ un fenomeno culturale dal quale sarà difficile uscire, perchè gli stessi genitori vorrebbero non far mancare ai figli qualcosa che reputano essenziale. Il discorso sarà come coniugare la ricerca dell’essenziale e non del superfluo allo stile di vita».
Molti sostengono che in Europa Dio è morto..
«Io non ho questa impressione. Sto girando in lungo e in largo e non noto l’imporsi di una filosofia atea. Anzi, trovo che nel sottofondo vi sia un desiderio di spiritualità, anche da persone laiche. Certamente in alcuni ambienti vi è una intenzionalità che punta a far dimenticare il più possibile il cristianesimo. Emblematico il tentativo di cancellare il Natale..»
Qualcuno voleva far sparire il Natale?
«E’ appena stato stampato a Bruxelles un almanacco in tre milioni di copie, pagato coi fondi dell’Ue, in cui erano presenti tutte le feste religiose, buddiste, sunnite, induiste ma al 25 dicembre mancava il Natale, così come a Pasqua. Non so se questo è frutto della cattiveria di alcuni burocrati o altro, di certo è un tentativo anti cristiano che punta a cancellare un intero sentimento di popolo».
Ma ormai l’Europa è un caleidoscopio di fedi, non è più monocromatica come un tempo..
«E’ un mito dire che l’Europa è cambiata, che ci sono tante religioni. L’Europa è cristiana, senza il cristianesimo è orfana, non saprà più chi è. L’Europa non è nata il giorno dell’euro, ma molto prima. Solo l’Europa dei popoli (e non dei burocrati) saprà tendere al futuro con fiducia, senza cadere negli egoismi locali. In questo modo la crisi che stiamo vivendo, sarà solo una fase passeggera di natura economica, non strutturale, dunque superabile».
Secondo lei la Chiesa cosa può insegnare e, soprattutto, è ancora credibile?
«Nonostante le sue difficoltà e lo scandalo degli abusi è credibile. E’ fatta di uomini e donne, di tanti giovani che con la loro testimonianza dimostrano la grandezza del Vangelo vivendolo coerentemente ogni giorno».
Il 2011 è alle porte, la Chiesa che cosa si augura per l’Italia?
«Per il nostro Paese ci si augura una assunzione di responsabilità da parte di tutti. Perchè quando la responsabilità viene meno, quando non si difende più il bene comune, a vari livelli, quando non ci si sente più responsabili della cosa pubblica, significa che gli effetti si propagano nella società. Quando non ci si sentiamo più responsabili gli uni verso gli altri, quando crolla l’etica sia pubblica che privata, si osservano fenomeni peggiorativi tanto nelle piccole cose, come in quelle più grandi. Sul posto di lavoro, camminando per la strada, lavorando nelle istituzioni o negli uffici pubblici».
Non si può accomunare tutto, accostando chi commette infrazioni alla guida da chi corrompe o peggio ancora ruba..
«Ovviamente no e non sto dicendo questo ma la cultura nella quale siamo calati è fatta di segni. La mancanza di rispetto, si riverbera dall’alto al basso, si amplifica perchè è tutto collegato. Sugli autobus, per strada, nei condomini, in Parlamento. Si dovrebbe ripartire da un principio cardine che a volte sembra finito nel dimenticatoio: ama il tuo prossimo come te stesso».
Lei è un teologo di fama, si confronta con Delors, scrive libri, è uno dei principali collatoratori di Papa Ratzinger ma a un bambino che le chiede di spiegargli se esiste davvero Dio che risponde?
«Gli direi di guardare lo sguardo d’amore che si scambiano un padre e una madre. E’ lì che si tocca con mano l’esistenza di Dio. Quell’amore non è solo limitato a un rapporto di affetto tra due persone, ma è fondato e proviene da un amore più grande. Dio è amore. In fondo il significato del Natale è che Dio ci ama e ci viene incontro, chiedendoci di essere accolto. Lo sconvolgimento è proprio questo, che Dio si è fatto uno di noi, perchè non esiste una sola religione al mondo che afferma che Dio si è fatto uomo. L’originalità del cristianesimo è dunque questa. Gesù bambino tende le braccia ad ognuno perchè vuole essere preso inv braccio e farci diventare come lui».