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 2010  dicembre 27 Lunedì calendario

LA SICCITA’ SPARITA. IL 2010 SI SCOPRE L’ANNO DELLA PIOGGIA —

Una pioggia anomala. Incessante. Ha causato danni e paura. Acqua alta a Venezia. Esondazioni. Allagamenti. Ma è solo una percezione o questa fine 2010 è stata più piovosa degli anni precedenti? E cosa ne è stato della siccità? L’Istat aveva già segnalato che nel primo trimestre del 2010 erano caduti 249 mm di pioggia, 68 in più rispetto alla media. Dopo un novembre record con 20 giorni piovosi, e un dicembre che ha visto tra il 13 e il 23 cadere 100 mm di pioggia più della media, la situazione sembra peggiorata. E’ così? «Non c’è dubbio. Quest’anno è piovuto di più degli anni passati» , assicura il meteorologo Mario Giuliacci, docente di fisica dell’atmosfera a Milano Bicocca. Consulta i suoi calcoli e poi aggiunge: «Tra il 25 ottobre e il 25 dicembre le precipitazioni nel Nord Italia, soprattutto Emilia Romagna, Veneto, bassa Val Padana e Liguria, hanno raggiunto i 380 millimetri. Circa 240 in più rispetto alla media. Sul resto del Centronord, inclusa la Sardegna, la pioggia è stata di circa 200 mm in più (360 invece dei consueti 160)» . Ma non basta. «In due mesi è piovuto quasi la metà di quello che cade in 12: 320 dei 660 mm annuali» . Non è un fenomeno solo nostro. Diluvi ed allagamenti flagellano l’Europa. E Giampiero Maracchi, ordinario di climatologia dell’Università di Firenze, offre un dato per tutti: «L’evaporazione degli oceani, in particolare l’Atlantico, è aumentata del 30%. Quando arrivano sul Mediterraneo e sull’Europa, le perturbazioni sono cariche di umidità che si scarica in pioggia e neve» . Per l’autunno così piovoso c’è almeno un colpevole. Anzi una colpevole. E’ la Niña. Sorella fredda del Niño: come i pescatori cileni chiamano il riscaldamento anomalo della superficie marina che interviene solitamente in pieno inverno, a ridosso del Natale, da lì il nomignolo di Bambino Gesù. Anomala come lui, la Niña. Le immagini dal satellite la mostrano come un’ombra azzurra triangolare sulla superficie marina che indica la zona più fredda. Ma non c’era l’effetto serra? Il climatologo del Cnr sorride, amaro: «Certo che c’è. E, come avevamo previsto, provoca fenomeni estremi e opposti. O tanta acqua o troppo poca. O troppo caldo o troppo freddo. Il Global warming, riscaldamento globale, non è solo innalzamento delle temperature, ma bruschi cambiamenti estremi che provocano alluvioni, esondazioni. Compagnie di riassicurazione come i Munich Re hanno sottolineato nei vertici climatici che, rispetto alla media degli anni 60-90, tra il ’ 90 e il 2010 i danni e i risarcimenti conseguenti si moltiplicano da 4 a 8 volte. Solo in Italia ogni anno subiamo circa 4 miliardi di danni. Le grandi precipitazioni derivano proprio dalla superiore quantità di vapore acqueo e di energia termica, dovuta al riscaldamento della superficie terrestre causata dai gas che generano l’effetto serra. A cominciare dall’anidride carbonica prodotta soprattutto dai trasporti: nel 2020 il 50%dell’effetto serra sarà dovuto a questa causa» . Anche chi tuonava contro le cassandre del clima in questi giorni scruta con timore il cielo assistendo al repentino mutare, nel giro di poche ore, delle giornate da rigide a primaverili. Spiega Maracchi: «Ogni volta che cambia la direzione di provenienza delle masse d’aria cambiano bruscamente anche le loro caratteristiche termiche: da sud calde, da nord fredde» . Per il futuro? «Le cose peggioreranno: più caldo e più freddo, più alluvioni e più siccità» . Intanto si stimano i danni. La Cia (Confederazione italiana agricoltori) ne stima per 200 milioni di euro.
Virginia Piccolillo