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 2010  dicembre 24 Venerdì calendario

ECCO I MANAGER DEL DOPOCRISI

Quale sarà il profilo dei dirigenti nel 2015? Come si apprestano a gestire le aziende del prossimo futuro? Mario Vavassori, amministratore delegato della società di consulenza Od&M, in proposito ha le idee chiare: "Se entro cinque anni i dirigenti italiani non cambiano pelle saranno costretti a cambiare lavoro". Il giudizio impietoso, però, non è una sua valutazione arbitraria. E’ frutto di un’indagine molto articolata realizzata da Od&M per conto dell’Osservatorio manageriale di Manageritalia, il sindacato dei dirigenti e quadri del terziario. La ricerca ha interpellato via web 226 direttori delle risorse umane e ha chiesto a 16 esperti — docenti, consulenti, cacciatori di teste, sociologi e giornalisti — di formulare previsioni da qui al 2015 sul futuro del management in Italia. L’invito a "cambiar pelle"per non perdere il posto di lavoro viene del resto anche da un dato numerico non certo rassicurante per la categoria: negli ultimi tre anni il 20%dei dirigenti ha dovuto lasciare le aziende, licenziati o liquidati con incentivi vari. "I manager sono stati spinti ad agire solo sui costi e a tagliare il personale — continua Vavassori —. Ora però rischiano di uscire loro se non cambiano, perché le aziende hanno già avviato un ampio ricambio generazionale della categoria. E’ indispensabile per esempio sapere le lingue, ma oggi non basta più. Occorre conoscere i mercati esteri ed essere disposti a muoversi spesso dall’Italia". Secondo le previsioni degli esperti dell’indagine Od&M, infatti, entro il 2015 si andrà verso una internazionalizzazione che richiederà "l’inserimento di manager stranieri"o quantomeno con solida "esperienza estera". Secondo gli stessi specialisti interpellati, oggi i manager hanno "un ruolo marginale sia a livello economico che sociale". Per questo devono svegliarsi in fretta e "diventare più proattivi"facendosi maggiormente "carico di responsabilità legate a produttività ed etica". Nei prossimi cinque anni cambieranno anche i canali di reclutamento dei manager, con "il web e i social network utilizzati come fonte di primo contatto ma con le conoscenze personali che resteranno molto utilizzate". I tagli pesanti che sono avvenuti nell’occupazione manageriale delle multinazionali, entro il 2015 non saranno compensati all’interno delle grandi aziende ma solo nell’ambito delle piccole e medie imprese. Le quali, però, tenderanno ad inserire dirigenti "con contratti a tempo determinato". Il cambiamento di pelle manageriale dovrà passare anche per una maggiore disponibilità a farsi costantemente valutare, visto che oggi solo il 21%delle aziende possiede un sistema formalizzato di valutazione. Quindi "gli obiettivi su cui saranno valutate le prestazioni saranno sempre più personalizzati". —, ma la pressante richiesta di cambiamento dei manager deve passare anche per una mutazione delle loro organizzazioni rappresentative. "In effetti noi, già da alcuni anni, non siamo più solo un sindacato— sostiene il direttore marketing di Manageritalia Enrico Pedretti —, ma facciamo anche formazione e diffusione di cultura manageriale. Certo anche noi dovremmo diventare maggiormente internazionalizzati".
Enzo Riboni