Rinaldo Frignani, Corriere della Sera 24/12/2010, 24 dicembre 2010
PACCHI BOMBA ALLE AMBASCIATE. RIVENDICAZIONE DEGLI ANARCHICI —
«Costa, Silvia e Billy liberi» . La scritta sul muro davanti all’ambasciata svizzera inneggiante a tre anarchici arrestati a Zurigo suona come lugubre avvertimento. Ieri due bombe hanno squassato le sedi delle rappresentanze diplomatiche del Cile e della Confederazione elvetica: due feriti gravissimi, le mani deturpate dagli scoppi. E la «firma» : «Fai, Federazione anarchica informale, cellula Lambros Fountas» , l’anarchico ucciso dalla polizia ad Atene il 10 marzo scorso. Una rivendicazione che fa apparire come una sorta di annuncio quella scritta sul muro di via Barnaba Oriana, ai Parioli, nel cuore del quartiere più esclusivo della Capitale. Il ministro dell’Interno Roberto Maroni è preoccupato: «Sono gruppi molto violenti» . Ieri l’allarme è scattato in tutta Europa. Altri tre episodi hanno alimentato una tensione già altissima: plichi sospetti hanno fatto scattare controlli approfonditi anche nelle ambasciate romane di Ucraina, Slovenia ed Estonia. Lo stesso è accaduto nella sede della Ue a Berna. La Città eterna, già scossa dalla finta bomba nella stazione della metropolitana Rebibbia, è piombata nel caos. Quattro ore di corse a sirene spiegate per artificieri, ambulanze e pompieri. Di «breaking news» sui mass media internazionali, di transenne e residenti allontanati per motivi di sicurezza. Di massima allerta in tutti gli uffici di rappresentanza stranieri e nelle ambasciate italiane all’estero, perché non si esclude che altri pacchi siano in circolazione. I due esplosi sono stati spediti dall’Italia dopo essere stati affrancati con francobolli da 40 centesimi. Ferito Andrea Clementz, ex guardia svizzera di 53 anni: è stato investito dallo scoppio del pacchetto «21x26» recapitato poco prima di mezzogiorno nell’ambasciata ai Parioli. Una fiammata, un’esplosione: la mano sinistra quasi amputata dalla deflagrazione. L’addetto alla corrispondenza è stato ricoverato all’Umberto I in prognosi riservata: rischia di perdere l’arto. Era l’inizio di una giornata drammatica. Con i rilievi dei carabinieri ancora in corso, e dopo la visita del sindaco Gianni Alemanno all’ambasciatore Bernardino Regazzoni, ecco il secondo scoppio: in via Po, alla delegazione del Cile. Stessa scena, ordigno identico. Il funzionario Cesar Mella, 50 anni, è crollato in un lago di sangue davanti a due colleghe sotto choc. In ospedale i chirurghi gli hanno estratto un bullone dal torace. Anche Mella è grave. Fra i suoi abiti strappati, la rivendicazione infilata nell’ordigno: «Abbiamo deciso di far sentire di nuovo la nostra voce, con le parole e con i fatti distruggiamo il dominio. Solidarietà rivoluzionaria ai compagni prigionieri, ai gruppi che in Grecia, come in Cile, Messico e Spagna, Argentina e in qualsiasi altro posto, attaccano senza sosta alzando sempre più il tiro. Viva la Fai, viva l’anarchia» , c’era su un foglio scritto al pc. Sui resti della busta, il mittente: «Associazione internazionale dalle Alpi alle Ande» . Il 5 ottobre scorso la delegazione svizzera era stata presa di mira dagli anarchici: una molotov vicino al muro di cinta con lo stesso messaggio della scritta sul muro. Accanto, un foglietto: «Costa, Silvia e Billy liberi» .
Rinaldo Frignani