RAIMONDO BULTRINI, la Repubblica 27/12/2010, 27 dicembre 2010
INDIA LA GUERRA DELLE CIPOLLE FA PIANGERE NUOVA DELHI
Gli agronomi del Centro nazionale di ricerca su cipolla e aglio avevano avvertito il governo indiano fin da metà novembre: «Le piogge hanno distrutto i raccolti di cipolla nel Maharastra». Ma la coalizione al potere in India, guidata dal progressista Partito del Congresso, aveva preso finora provvedimenti blandi per contenere i rischi di un´impennata dei prezzi, e soprattutto la penuria dell´ingrediente base della cucina di un miliardo e 200 milioni di persone, siano essi poveri o ricchi.
Ora la portata della crisi ha costretto Delhi a imporre il divieto totale di esportazione, e a prendere l´"umiliante" decisione di acquistare senza dazio tonnellate di cipolle dal nemico Pakistan. Non solo. Col prezzo triplicato da 30 a quasi 100 rupie al chilo (due euro circa), l´inflazione è passata dal 3 al 12 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Una vera tragedia per una nazione dove un quarto della popolazione vive sotto la soglia della povertà di un dollaro al giorno: gente che può restare indifferente a uno degli scandali più pericolosi per la stabilità dell´esecutivo, come il recente caso delle mazzette sul piano delle frequenze 2G, ma non alla penuria del prezioso ingrediente per zuppe dal, dosa e idli.
Con i bulbi marciti a causa dell´umidità sulle zolle del "triangolo d´oro" delle cipolle tra Pune, Nanded e Nashik, che da solo rifornisce il 30 per cento del mercato, le stesse Ferrovie statali hanno organizzato convogli speciali per distribuire sia le cipolle pachistane che quelle di altre regioni dove le piogge non hanno rovinato i raccolti. Ma se i prezzi resteranno alti, non sono da escludere i rischi di disordini. Anche se il governo ha chiesto ai negozi delle catene statali di contenersi entro le 40 rupie, la aam admi, la gente comune che vota per il Partito del Congresso, si rifornisce ai mercati dove il prezzo di 100 rupie è proibitivo, e non solo per i più poveri. Quando nel 1998 un chilo giunse a costare 60 rupie, ci furono sollevazioni e scontri, e sull´onda della crisi il partito hindu del Bjp allora al potere perse le elezioni provinciali in Madhya Pradesh, a Delhi e nel Rajasthan.
«Tutti, a prescindere dalle loro condizioni economiche - ha commentato l´economista della Barclays Bank Siddhartha Sanyal - usano le cipolle ogni giorno, e il forte aumento del prezzo ha un delicato impatto economico e politico sul Paese». Lo stesso Bjp oggi accusa dall´opposizione il governo di non aver saputo gestire la crisi in tempo, dimostrando che il gigante economico indiano ha i piedi d´argilla quando si tratta di gestire il fabbisogno alimentare della sua popolazione.
L´inflazione, accelerata dalla penuria di cipolle, ha portato in su anche i prezzi dei generi di prima necessità: frutta, uova, carne e pesce hanno subito aumenti medi del 20 per cento, le verdure del 16. E la stessa Borsa di Mumbai, la scorsa settimana, ha risentito della crisi con un crollo degli indici per il secondo giorno consecutivo.
Kisan Eknath Lawande, direttore del Centro di ricerca sulle cipolle, ha detto che le piogge fuori stagione non hanno distrutto soltanto la produzione della qualità "Kharif" che matura in ottobre, ma anche una buona parte dei germogli di "Rabi" per il prossimo raccolto di aprile e maggio. Presto potrebbero non bastare più nemmeno gli autotreni che stanno trasportando ogni giorno tonnellate di prodotto dal Sindh pachistano, dove i prezzi sono tre volte più bassi che in India. Al governo, consapevole dello smacco d´immagine, non resterà allora che comprare - senza dazi - dalla grande rivale: la Cina.