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 2010  dicembre 27 Lunedì calendario

ACQUISTI DI GRUPPO PER ENERGIA, SERVIZI E MATERIE PRIME

Il vetro, sempre più difficile da reperire, con prezzi schizzati del 10-15% solo negli ultimi due mesi. Per le aziende che producono pannelli fotovoltaici è un ingrediente indispensabile e il rincaro è un grattacapo in più da gestire. Così, con un occhio alle quotazioni di mercato e un altro al bilancio, un anno fa a tre imprese marchigiane del settore è venuta un’idea. «Abbiamo deciso di fare fronte comune davanti ai fornitori: acquistando in grande quantità conquistiamo un maggiore potere contrattuale. Con prezzi spesso più contenuti, ma soprattutto con maggiori garanzie di consegna e di qualità. Due elementi che nel nostro settore sono cruciali», spiega Luciano Brandoni, presidente e a.d. di Brandoni Solare di Castelfidardo (Ancona) e vicepresidente di Federexport. Un gruppo di acquisto, dove in principio le imprese erano tre e oggi sono diventate dieci. Per fare massa critica anche sugli acquisti di polimeri e di celle fotovoltaiche.

Dalle materie prime all’energia, fino ai servizi: sono già parecchie centinaia le Pmi già uscite dal tradizionale individualismo per creare una sorta di club per gli acquisti, con legami più o meno stretti, ma sempre preservando la propria autonomia. Con risparmi che vanno fino al 40% a seconda dei beni o dei servizi acquistati in pool. Ma anche con maggiori garanzie. Così chi detta le regole del gioco è il cliente e non il fornitore. Più il club si allarga e più aumentano i vantaggi. «Per realizzare un gruppo di acquisto – sottolinea Gian Domenico Mosco, ordinario di diritto commerciale all’Università Luiss – le formule sono numerose in una scala di complessità che va dai contratti bilaterali alle reti di impresa, dove l’impegno è multilaterale e di solito c’è un’azienda capofila, fino ai consorzi che parlano con un’unica voce. Ciascuna azienda conserva però la propria autonomia».

A fare da pionieri sono stati i gruppi di acquisto di energia elettrica, sulla spinta della liberalizzazione del mercato nel 1999. I primi sono nati sotto l’ombrello di Confindustria sotto forma di consorzi. «Era un mercato ancora sconosciuto. L’associazione degli industriali – spiega Andrea Baroni, procuratore del Consozio Energia di Pesaro Urbino, nato nel 2000 – ha fatto da aggregatrice per portare le aziende nel libero mercato. L’obiettivo era negoziare grossi volumi, per spuntare un buon prezzo e uno standard di qualità del servizio». Oggi Pesaro continua a svolgere questa attività per il gas naturale, mentre per l’elettricità ha fatto uno scatto in avanti, ottenendo dall’Autorità per l’energia l’autorizzazione a operare come grossista, cercando di acquistare al meglio per le aziende associate al sistema, in alleanza con Ravenna e Vicenza tramite piattaforme di trading dei produttori. «Sull’elettricità – dice Baroni – lo sconto medio è del 7-8%, sul gas del 6-7 per cento». I consorzi della galassia di Confindustria hanno attivato un network: ne fanno parte con 27 gruppi di acquisto di energia per un totale di oltre 3.700 imprese iscritte. Tra queste Assoutility, costituita nel 2000 da Assolombarda, che oggi opera come grossista sul mercato dell’elettricità, ma guarda con interesse anche a quello del gas. «Il prezzo è certamente un vantaggio, ma non è l’unico –; sottolinea il presidente del consorzio Massimo Protti – siamo come un ufficio acquisti centralizzato sull’energia e offriamo una tutela da sorprese legate alla fornitura».

Promosso dalla Cna è invece il progetto Empower della Almaf Srl di Udine che, una volta al mese, organizza aste telematiche per la fornitura di energia elettrica. «All’ultima, ai primi di dicembre, hanno aderito cento aziende e siamo riusciti a spuntare uno sconto del 18%, ma si può arrivare fino al 20% rispetto ai prezzi di mercato», spiega il presidente di Almaf, Franco Lotta.

Energia, ma non solo. È il caso di Amd Group di Bergamo, nata lo scorso febbraio con una rete di 780 aziende. Nel "pacchetto base" del gruppo di acquisto si può trovare elettricità a un prezzo vantaggioso e una consulenza sulle tariffe, ma anche la possibilità di segnalare, via web con tanto di password, le proprie esigenze su beni e servizi. «Cataloghiamo le segnalazioni per scoprire i volumi – spiega Davide Avanzi, uno dei tre soci fondatori – poi quando raggiungiamo una certa massa critica trattiamo con i fornitori per acquistare carta, gomme per le auto, mattoni, telefoni cellulari o materiale per l’arredo».

Le Associazioni industriali di Cremona, Lecco, Piacenza e Varese sono invece unite da un gruppo di acquisto organizzato da Ho.In.Part e che coinvolge complessivamente un centinaio di imprese. Gli acquisti vanno dagli imballaggi ai buoni pasto, fino ai servizi di pulizia, con un risparmio che varia a seconda della tipologia di spesa. «Per i trasporti – spiega Gian Marco Ratti, responsabile dell’ufficio economico di Confindustria Piacenza – si arriva a risparmiare tra l’8 e il 12%, con la telefonia mobile tra il 10 e il 22 per cento». Unità di intenti, ma libertà di azione. «Le aziende – dice – sono libere di aderire se la proposta è conveniente, l’unico vincolo è quello di rimanere fedeli per un anno».

Non sempre, però, le imprese raccolgono l’invito al gioco di squadra. È successo al consorzio Riduco di Calenzano (in provincia di Firenze), creato nel febbraio 2002 per acquistare in pool beni non strategici, come cedole per le paghe, toner per stampanti, materiale di cancelleria, indumenti da lavoro. «Siamo partiti in quattro-cinque Pmi - racconta il presidente del consorzio Antonio Di Virgilio - ma l’iniziativa non è mai decollata: nel 2004 eravamo una decina, oggi siamo rimaste in due. E dire che con l’accorciamento della filiera si arriva a risparmiare anche fino al 25%, ma esiste ancora un problema di tipo culturale».