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 2010  dicembre 22 Mercoledì calendario

MA QUALE FALCO, SONO UNA COLOMBA


È il capo dei falchi futuristi, il nemico numero uno del governo Berlusconi, ma anche colui che, da delfino designato di Fini, si è attirato i malumori degli altri seguaci del presidente della Camera. L’ultimo, inoltre, a trattare (inutilmente) con il premier prima del voto di martedì. Lo incontriamo proprio alla vigilia della resa dei conti, mentre affetta simpaticamente il culatello, vestito da cuoco, sotto i nostri occhi.
Casa Bocchino, ore 20: nella grande cucina, che si affaccia su un lussuoso giardino dei Parioli, Gabriella Lonardi Buontempo, di famiglia napoletana di tradizione socialista, oltre che di collezionisti d’arte, sorseggia lambrusco in compagnia del marito Italo, noto, prima della crisi, in quanto talent scout politico di Mara Carfagna. Intanto, le due figlie Antonia ed Eugenia (una identica a lui e l’altra fotocopia di lei), di 8 e 7 anni, mangiano pasta e polpettine. Si scherza, si gioca con le bimbe, che la mamma chiama con affetto "le iene", e con le gatte Macchia e Trilli. Il fotografo scatta nella cabina armadio tra le cravatte di lui e la collezione di scarpe di lei e si scoprono tante cose. Per esempio, che lei era già un’affermata produttrice cinematografica quando lui era solo uno sconosciuto giornalista del Secolo d’Italia e non era ancora entrato in Parlamento. E che nel 1996 il battagliero capo dei finiani alla Camera debuttò come attore nei panni di un cameriere di pianobar nel film (prodotto dalla moglie) La bruttina stagionata, al fianco di Carla Signoris e Milena Vukotic.
Domanda. Non è che voleva fare l’attore ed è finito capogruppo alla Camera?
Bocchino. «Veramente non mi hanno pagato e non hanno messo il mio nome nei titoli di coda. Hanno stroncato sul nascere una carriera artistica... Scherzo, oggi faccio il massimo di quello che sognavo da ragazzo. Sono cresciuto a pane e politica con Tatarella. Non ambisco a fare il ministro e non desidero più soldi. Mi interessa la politica pura. Essere in Parlamento è un sogno realizzato, visto che fino a qualche anno fa eravamo fuori, noi di destra».
D. Grazie a Berlusconi, che vi ha sdoganato...
Bocchino. «L’avrei fatto comunque, il deputato. E Fini il presidente della Camera. In realtà ha dato a Berlusconi più di quanto Berlusconi abbia dato a lui...» .
D. Come ha detto Fini, ora però siete all’opposizione, quindi con la sinistra.
Bocchino. «Siamo all’opposizione rispetto a Berlusconi. Si è chiuso un ciclo, ma se ne è aperto un altro».
D. E se Casini tornasse con Berlusconi?
Bocchino. «Non credo. Ma se accadesse, pazienza».
D. Torniamo a voi due: come vi siete innamorati?
Buontempo. «A una cena da Ignazio La Russa. Un’amica mi chiamò, dicendomi: "C’è un ragazzetto intelligente, di quelli che piacciono a te, vieni". Andai in jeans e dopo un’ora la sua fidanzata di allora abbandonò la serata. È stato un colpo di fulmine. Poi ci siamo sposati, ma abbiamo atteso cinque anni prima di avere le bambine, non è stato facile rimanere incinta».
D. Giovani, ma con casa da ricchi e scorta al cancello.
Bocchino. «Le guardie del corpo sono soprattutto per i ministri Alfano e Brunetta. Abitano qui».
D. Entrambi avete caratteri forti: vi scontrate spesso?
Buontempo. «Ci completiamo. Ognuno ha i suoi spazi. Io il cinema e lui la politica. Insieme amiamo fare la spesa, cucinare (con Vissani organizziamo dei corsi), viaggiare e visitare le mostre d’arte».
D. II caso Carfagna (accusata dalla Mussolini di "connivenza" con il "nemico" Bocchino) ha disturbato il vostro rapporto?
Buontempo. «Mi ero stufata. Sono stata costretta a mettere a tacere un pettegolezzo. Per lei credo sia meglio così».
D. Finita un’amicizia?
Bocchino. «Non cambierà nulla. Le questioni personali non c’entrano con la politica. E poi penso che Mara, quando finirà il berlusconismo, lascerà la politica. Non le permetteranno di andare avanti».
D. Siete gelosi?
Bocchino. «Per me la gelosia è segno di insicurezza. La contesto».
Buontempo. «Io invece lo dico in faccia, so una cosa non mi va giù».
D. A lei che cosa non va giù, invece, di Berlusconi? Fino a poco tempo fa lo considerava "un genio".
Bocchino. «Ci siamo simpatici umanamente. Lo percepisco anche da parte sua. Il premier è simpaticissimo, anche quando è più furbo di te. Il suo difetto? Ha cacciato tutti i suoi alleati».
D. La gente, però, lo ama.
Bocchino. «A Berlusconi si perdona tutto, perché incarna i desideri dell’italiano medio».
D. Perché lei è il capo dei "falchi"?
Bocchino. «Falco io? Se mi mettono sul ring, combatto. Ma posso essere anche colomba. Dipende. In genere preferisco la ginnastica artistica al pugilato...».
D. Mettendosi contro Berlusconi, però, è diventato molto famoso.
Bocchino. «Mi sono esposto, perché Fini è presidente della Camera. Per un politico, non lo nego, l’esposizione mediatica è fondamentale, come anche l’ambizione. Ma la sovraesposizione può avere delle controindicazioni. Ti puoi bruciare».
D. Con il suo testimone di nozze La Russa e con Gasparri siete ai ferri corti?
Bocchino. «La stima non viene meno, anche se le strade politiche ora sono divise».
D. Un difetto di Fini.
Bocchino. «Far prevalere la ragione sulle emozioni e le passioni. Anch’io sono così, ma lui mi batte».
D. Anche lei ha litigato con Fini in passato...
Bocchino. «Già, quando azzerò i vertici del partito dopo il caso, nel 2005, delle confidenze al bar tra i colonnelli di An che, riferite da un giornalista, fecero infuriare Gianfranco. Azzerò anche me».
D. Perché Fini e Berlusconi si odiano?
Bocchino. «Berlusconi è convinto che Fini voglia fargli le scarpe, mentre Fini ritiene che Berlusconi lo prenda in giro».