27 dicembre 2010
LA GRANDE VITTORIA DELLA CARNE DA CANNONE
Sullo sfondo si stagliano lerovine ancora fumanti di Berlinovista dalla sommità del Reichstag. Un baluardo che solo pochi mesi prima sembrava imprendibile. Ora ,il 30 aprile 1945, su uno dei pinnacoli del parlamento un soldato in equilibrio precario issa la bandiera rossa dell’Urss per celebrare la fine di una guerra cominciata il 22 giugno del 1941 con l’operazione“ Barbarossa”. Vera o posticcia che sia, la storica fotografia immortalagli ultimi scorci della guerra combattuta sul fronte orientale e soprattutto fissa un fatto che spesso si tende a dimenticare: il ruolo rilevante giocato dall’Unione Sovietica nella sconfitta della Germania nazionalsocialista. Spesso Hollywood ricorda lo sbarco in Normandia oppure la battaglia delle Ardenne, ma lascia quasi in penombra questa campagna costata50 milioni di morti e una spesa enorme. Su questo capitolo fondamentale del secondo conflitto mondiale però adesso esce
Di resoconti della campagna di Russia ce ne sono parecchi, ma questo si caratterizza per essere il primo a raccontare quelle vicende dalla parte dei sovietici, approfittando anche della desecretazione, avvenuta dopo il crollo dell’Urss, di numerosi documenti prima irraggiungibili per gli studiosi.
Quando, nell’estate del 1941, la Wehrmachtsupera il confine sovietico, l’Armata Rossa ha già alle spalle alcune guerre. Rodata dal conflitto ntestino che investe l’Unione Sovieticatra 1917 e il 1921, temprata dalla difficoltosa invasione della Finlandia nel 1939, l’Armata Rossa si dimostra comunque impreparata. La forza militare tedesca altamente organizzata e ben coordinat asfonda le linee russe e guadagna terreno rapidamente senza incontrar egrossa resistenza. L’Armata Rossa, colta inaspettatamente di sorpresa, senza comunicazioni e rifornimenti, non riesce a rispondere alla travolgente offensiva nazista. Il contrattacco russo riesce solo a rallentare l’avanzata tedesca nelle paludi di Prjpiat. La prima volta che ferma i tedeschi è nei dintorni di Smolensk, tra luglio ed agosto. Per invertire la fortuna Stalin deve sacrificare milioni di vite e aspettare alcuni anni.
Riorganizza nel frattempo la catena di comando e cambia i vertici della Stavka, lo stato maggiore dell’Armata Rossa, dando il controllo delle unità a generali esperti, che prima aveva tenuto isolati preferendo quelli a lui fedeli; e ricostruisce l’industria pesante nella zona degli Urali e in Siberia. Intrappolata in una guerra di logoramento, lontana dalle proprie retrovie, la Wehrmacht invece continuaa essere inchiodata a Mosca e Stalingrado. Bloccato per anni in una sorta di guerra di trincea, impantanato per le enormi distanze e il gelo dell’inverno, l’esercito tedesco perde la capacità di condurre un’offensiva su un fronte esteso, mentre i sovietici imparano che per milione di uomini. I sovietici, nella resistenza, perdono almeno 29 milioni di uomini e i tedeschi, tra morti e feriti, circa nove, contro i due del fronte occidentale. Tra il dicembre del 1941 a tutto il novembredel 1942, mentre nove milioni di soldati da entrambe le part icombattono a Est, le uniche operazioni terrestri del teatro occidentale avvengono in Nord Africa dove gli inglesi impegnano l’Afrikakorpsdi Rommel e gli italiani: se la vittoria di El Alamein costa all’Assequattro divisioni tedesche e un’armata italiana causando 60mila perdite, nello stesso mese a Stalingrado i sovietici cancellano dall’ordine di battaglia cinquanta divisionie oltre 300mila uomini. L’operazione “Barbarossa” èstata letale per la Germania, per ildispendio di vite e di risorse, e allafine non ha fatto altro che indeboliregli altri fronti. Detto questo, va comunque riconosciuto un altr ofatto, che alla fine si è rivelato indispensabile per la fine della guerra. Se è vero che il fronte orientale ha impegnato la gran parte delle risorse tedesche, va pure riconosciuto un contributo determinante di Inghilterra e StatiUniti. Stalin ha messo sul tavolo da gioco gli uomini da sacrificare, pensando magariche ci fossero più vite sovietiche da giocare che proiettili tedeschi da esplodere, ma Roosevelt e Churchill hanno dato il via a quei bombarda sconfiggere il Reich devono concentrare una forza schiacciante su un fronte ristretto. E sfondare le linee nemiche. Accadrà così a Kursk, tra luglio e agosto del 1943, dove l’ArmataRossa per la prima volta prende l’iniziativa costringendo i tedeschi a ritirarsi fino alle sponde del Dnepr. L’anno successivo lo stato maggiores ovietico dà il via libera all’operazione “Bragation”. Il soldatisovietici penetrano in Bielorussia e in Polonia orientale,provocando la completa disfatta delle forze del Reich delle armate del Centro schierate in quelle regioni. Dalì prende le mosse la controffensiva che che porterà il Grande Orso alle porte di Berlino. Sorprende, abituati come siamo agli spettacoli di Hollywood, il peso del fronte orientale nel bilancio complessivo della guerra. Stalin riesce a impegnare per quattro anni oltre tre milioni di soldati tedeschi, mentre in Europa e in Africa a imbracciare le armi sono appena unmenti a tappeto della Germania che hanno fiaccatole retrovie, mietendo vittime civilie distruggendo città storiche e impianti industriali,creando in questo modo le condizioni per la spallata definitiva, che saranno i sovietici a sferrare. Equando sventolano la bandiera rossa dal Reichstag, lo fanno per ricordare che avincere la guerra non fu solo il soldato Ryan, nonostante la propaganda di Hollywood.