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 2010  dicembre 23 Giovedì calendario

MOODY’S SOTTO INCHIESTA PER AGGIOTAGGIO

La maggiore agenzia di rating mondiale è nel mirino della procura di Trani: “concorso in manipolazione del mercato”, è l’accusa formulata dal pm Michele Ruggiero nei confronti di Ross Abercromby, dirigente di Moody’s dove è uno dei senior analyst, cioè analisti esperti. L’inchiesta – iniziata in seguito a un esposto presentato proprio a Trani – si basa sulle dichiarazioni rilasciate sull’Italia da Moody’s, il 6 maggio di quest’anno, mentre infuriava la crisi in Grecia.
Il Sole 24 Ore quel giorno riprendeva il dispaccio di Moody’s, secondo cui l’Italia "è un altro di quei paesi dove il sistema bancario è stato sino a ora relativamente robusto", ma dove vi é comunque un rischio di contagio "qualora le pressioni dei mercati sui rating sovrani dovessero aumentare". Valutazioni che circolavano a mercato aperto e che – secondo l’accusa – erano "false almeno in parte". Il potenziale contagio segnalato da Moody’s – lo confermano le cronache finanziarie di quel giorno – influenzò pesantemente i mercati, con molti titoli crollati, a piazza Affari, nella parte finale della seduta.
In realtà Moody’s rettificò parzialmente e altre agenzie – come Fitch e Standard & Poor – specificarono di non nutrire dubbi sulla resa del rating italiano. Nessun declassamento, quindi, sembrò profilarsi all’orizzonte, ma i titoli nel frattempo erano già crollati. Ed è su questo che indaga il pm Ruggiero della procura di Trani, lo stesso sostituto procuratore che, investigando sul mercato delle carte di credito revolving, ha indagato Silvio Berlusconi per le pressioni sull’Agcom e sulla Rai. Ruggiero, con la Guardia di Finanza, sta accertando se, in questa occasione, si sia verificata una "manipolazione del mercato".
Abercromby è infatti indagato in concorso con persone in via di identificazione. E per capirlo bisogna comprendere in cosa consista l’attività di rating: Moody’s – come la Fitch e la S&P - formula dei giudizi sulla qualità dei titoli obbligazionari che vengono quotidianamente scambiati nelle Borse di tutto il mondo.
Giudicano e forniscono informazioni anche sulla solidità finanziaria di un paese, dandole un voto, chiamato in inglese rating ed espresso con lettere.
In questo modo Moody’s emette una sorta di "certificazione" che consente agli investitori un monitoraggio costante e globale dell’intero mercato dei titoli. Una notizia falsa, quindi, è in grado di alterare il mercato. Ed è proprio questa la tesi dell’accusa: Abercromby il 6 maggio – a mercato aperto – diffondeva "notizie false, anche in parte", sulla tenuta del sistema economico e bancario italiano.
E proprio questo potrebbe aver creato una "alterazione" del prezzo degli "strumenti finanziari".
La stranezza, infine, è che nelle stesse ore altre agenzie di rating non concordavano con quanto dichiarato da Moody’s che, in serata, dovette procedere persino a una paziale rettifica. La procura ora vuol comprendere se si trattò di un semplice errore oppure no.