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 2010  dicembre 23 Giovedì calendario

La politica non ha protetto le piccole attività commerciali - La mia sensazione è che lei pubblichi le lettere che le fanno comodo, cestinando quelle scomode, come le mie tantissime e, in particolare, quella recente dove mi permettevo di non condividere la sua risposta a un lettore che lamentava la desertificazione urbana come conseguenza della diffusione dei grandi centri commerciali periferici

La politica non ha protetto le piccole attività commerciali - La mia sensazione è che lei pubblichi le lettere che le fanno comodo, cestinando quelle scomode, come le mie tantissime e, in particolare, quella recente dove mi permettevo di non condividere la sua risposta a un lettore che lamentava la desertificazione urbana come conseguenza della diffusione dei grandi centri commerciali periferici. Lei non ama confrontarsi su argomenti scomodi né che non si condividano le sue opinioni. Lei se la cava invocando i minori prezzi dei supermercati e che i piccoli commercianti vadano in malora e, con loro, la desertificazione del centro urbano, fingendo di ignorare il diffuso malessere che esiste tra i lavoratori autonomi delle piccole e medie imprese che, a mio parere, costituiscono l’asse portante su cui poggia l’economia locale e nazionale. E ignorando che alla base di questo malessere c’è lo strano comportamento delle autorità locali e nazionali, con la politica del sospetto e della persecuzione fiscale, il totale disinteresse per i piccoli e grandi problemi che da sempre assillano il piccolo e medio ceto produttivo e commerciale, la totale assenza di interventi organici a favore di attività produttive come artigianato e agricoltura, le severe punizioni inflitte alle piccole e piccolissime attività commerciali, con il favorire la sfacciata proliferazione, massiccia e indiscriminata, di nuovi mega centri commerciali, cause della desertificazione dei centri urbani, la progettazione di nuovi metodi di tortura tributaria come il federalismo fiscale, foriero di ulteriori balzelli a sovrapposizione di quelli già esistenti, o come la ventilata applicazione di un’imposta patrimoniale sulla prima casa o la sestuplicazione delle addizionali erariali a favore di Comuni, Province e Regioni. Anche questa lettera, come le tantissime altre che le ho trasmesso, certamente non verrà pubblicata, così evitandole scomodi confronti, che fanno però dubitare dell’equilibrio del giornale e della equanimità di chi lo dirige. Cordiali saluti. GIOVANNI BERTEI LA SPEZIA Pubblico le lettere che giudico più interessanti e soprattutto quelle in cui mi sembra di avere qualcosa da dire, ma la scelta non viene mai fatta tra quelle che condividono le mie opinioni. Anzi, le trovo prevedibili e preferisco il confronto, anche quello ruvido. Nel suo caso mi spiace dire che ha equivocato la mia risposta: ho descritto quella che mi sembra sia la realtà non le mie convinzioni o i miei desideri. Il diffuso malessere dei piccoli commercianti non elimina il fatto che sono stati i prezzi, insieme ai parcheggi e alla sensazione di sicurezza a decretare la vittoria degli ipermercati. Certamente ha ragione nel sottolineare che la politica non ha protetto le piccole attività quando era ancora in tempo per farlo, ma soprattutto non ha tenuto accese le luci ed evitato il degrado dei centri storici. MARIO CALABRESI