ILARIA MARIA SALA, La Stampa 23/12/2010, pagina 15, 23 dicembre 2010
Anche in Cina le donne in carriera spaventano i mariti - In mezzo al materialismo travolgente della Cina contemporanea, le relazioni di coppia non sono certo state risparmiate: uno studio recentemente condotto da due associazioni cinesi ha attestato che il 70% delle donne attribuisce grande importanza al portafoglio di un potenziale marito
Anche in Cina le donne in carriera spaventano i mariti - In mezzo al materialismo travolgente della Cina contemporanea, le relazioni di coppia non sono certo state risparmiate: uno studio recentemente condotto da due associazioni cinesi ha attestato che il 70% delle donne attribuisce grande importanza al portafoglio di un potenziale marito. Ma c’è anche l’altra faccia della medaglia: oltre il 40% degli uomini reputa che la prima qualità di una donna sia la sua avvenenza fisica. La nuova Cina insomma ha rispolverato gli stereotipi più triti per quanto riguarda i ruoli di genere. I cinesi guardano con fiducia al futuro, come attesta la ricerca di Gallup International, ma i costumi in fatto di rapporti di coppia e aspettative di carriera fra uomini e donne, sembrano quasi allinearsi a quell’Occidente che del 2011 ha una visione nera, da incubo. Per uomini e donne, la vita oggi è sicuramente più libera che non sotto Mao: si può scegliere di sposarsi con chi si vuole, di cambiare casa, città o lavoro senza dover chiedere il permesso ai responsabili della «danwei» (la vecchia «unità di lavoro» dell’era del socialismo militante). Ma se la maggior libertà ha portato gli uomini a sentire il peso, ma anche gli onori, delle aspettative economiche che gravano su di loro, per le donne le difficoltà sono senz’altro più numerose. Il problema maggiore è nell’antica preferenza per i figli maschi, che fa sì che ogni bambina nasca con la consapevolezza di essere meno desiderata che non un bambino. La parità di salario poi resta un miraggio; anzi questa disparità di trattamento fra uomini e donne è ancora più acuta, inasprita dal fatto che nel confuso sistema economico cinese attuale le aziende, aiutate da un eccesso di manodopera, possono apertamente discriminare sulla «bella presenza» e sbarazzarsi di impiegate che si sposano o incinte. In una società cambiata alla velocità della luce ma ancora incerta delle caratteristiche che vuole assumere, molti si sentono scivolare in una confusione identitaria che rende impossibile stabilire che cosa significhi «fare la donna» e ancor più che non «fare l’uomo». Di nuovo, Internet può fornire alcuni esempi di quella che sia l’«opinione pubblica»: on line, le donne sono giudicate per la loro bellezza e la loro castità, e attaccate pubblicamente se sospettate di essere «concubine». Il timore maschile di «non essere all’altezza» fa sì che ogni studentessa sappia che arrivare al dottorato la renderebbe meno maritabile. Quasi tutti conoscono coppie che hanno sfiorato la rottura quando è stata lei la prima ad aver ottenuto la possibilità di fare studi e carriera. E del resto, pochissime sono le donne in politica, meno frequenti quelle nel business, ma numerose nello show business e nei media. Un po’ come in Occidente. Ma con più fiducia.