AMEDEO LA MATTINA, La Stampa 23/12/2010, pagina 5, 23 dicembre 2010
Stefania la ribelle - Puntigliosa, pignola, puntuta, siciliana verace, Stefania Prestigiacomo si sente sempre più stretta e soffocata dentro il Pdl
Stefania la ribelle - Puntigliosa, pignola, puntuta, siciliana verace, Stefania Prestigiacomo si sente sempre più stretta e soffocata dentro il Pdl. Ieri le sono saltati i nervi e ha minacciato di abbandonare il suo partito, ma sono in molti a mettere la mano sul fuoco che lei questo passo non lo farà mai. E il primo a non credere all’abbandono di Stefania è Miccichè, considerato l’ispiratore delle sue mosse per portarla a Forza Sud, il movimento che ha fondato in Sicilia. «Non ha bisogno dei miei suggerimenti - dice il sottosegretario - perché è grande e vaccinata, oltre ad essere legatissima al Pdl. La verità è che nel gruppo Pdl c’è un doppiopesismo: disponibili a tollerare atteggiamenti arroganti di certi ministri (leggi Tremonti ndr), mentre si è intransigenti con le indicazioni di altri componenti del governo». Anche Berlusconi è sicuro che la Prestigiacomo non lascerà il Pdl, ma è furioso con lei: non è riuscito a convincerla a calmarsi. Quando l’ha sentita al telefono lei aveva di fronte il capogruppo Cicchitto chiamato da Gianni Letta per risolvere il problema. L’incontro è finito male, nonostante le smentite di Palazzo Chigi, con uno scambio di accuse reciproche. Con lei che sosteneva di essere stata messa al corrente della norma sulla gestione dei rifiuti industriali a cose fatte, cioè in aula mentre si stava votando. Giustamente il presidente dei deputati le ha fatto notare che si tratta di un provvedimento di iniziativa parlamentare che va avanti da mesi in commissione senza che si fosse degnata di avere un minimo confronto; e all’ultimo minuto voleva imporre la sua volontà. Insomma, la ministra si è svegliata tardi. Per dirla con il capogruppo della Lega Reguzzoni, la Prestigiacomo «non ha capito il senso del lavoro che è stato fatto. Vedremo se si tratta di una questione politica o di merito». L’esponente leghista lascia intendere che c’è un problema politico, ma non vuole mettere becco nelle questioni interne del partito alleato. Sono infatti molti i malumori che la ministra attira nel Pdl. Viene considerata una «privilegiata» perchè è sempre stata al governo. «Oltre che dal partito perchè non si dimette anche dal governo se ne ha il coraggio?», dice perfida Alessandra Mussolini che già ha avuto a che fare con Mara Carfagna (ricordate l’epiteto di «vajassa»?). Già, Mara e Stefania, amiche e solidali. Ieri la responsabile delle Pari Opportunità è stata tra le poche a esprimerle solidarietà, a dire che «non bisogna sottovalutare il disagio della Prestigiacomo nei confronti di un partito nel quale troppo spesso si preferisce, per fretta o disattenzione, a non prestare ascolto alle idee diverse». Anche la Carfagna aveva minacciato di lasciare il Pdl dando un dispiacere a Berlusconi. Ora si ripete il copione con lo strappo della Prestigiacomo, proprio nel momento in cui il premier sta recuperando forza politica. «Ma come ti salta in mente di fare questo casino», le ha detto al telefono. Ma lei ha tenuto sul tavolo le dimissioni. La verità è che la signora di Siracusa è avvilita. Sa che l’ambientalismo non è di casa nel Pdl. Le nomine che propone non passano. Tremonti le ha tagliato di brutto i fondi del ministero dell’Ambiente. Epici gli scontri tra i due in Consiglio dei ministri. «Te lo spiego dopo, fuori», le disse quando lei chiedeva spiegazioni sul mancato trasferimento dei fondi Cipe. «Non siamo scolaretti, non dire cretinate». Eppure ieri sera a cena è stato il ministro dell’Economia a calmarla, a cercare di sistemare la faccenda, mentre Berlusconi rimaneva nero. Prestigiacomo è isolata nel partito, ha poche sponde, è considerata una stella candente. Forse la vicinanza a Miccichè le ha fatto male. Lei c’era quando il sottosegretario lanciava la sua sfida al Cavaliere, con un foulard arancione (il colore di Forza Sud) al collo. Ma quando il suo amico disse che se il premier non cambia stile di vita «noi non lo possiamo seguire», lei si alzò e disse di no, questo è troppo. Stefania ha dei problemi con il Pdl a Roma come in Sicilia. Avere organizzato a Siracusa il convegno di «Liberamente», la componente di cui fanno parte anche Frattini e Gelmini, fu considerata da Angelino Alfano un affronto. Il coordinatore regionale Giuseppe Castiglione, fedelissimo di Alfano e Schifani, non ci andò. Lei alzò le spalle e se ne fece una ragione. Ma con il suo orgoglio paga pegno.