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 2010  dicembre 22 Mercoledì calendario

CHE GUAIO VINCERE LA LOTTERIA, PER VOCE ARANCIO


«Mi sta prendendo un attacco di cuore… Non ci posso credere...» (Estella, brasiliana sposata con un italiano, infermiera della provincia di Brescia, al telefono con Carlo Conti dopo aver vinto il jackpot della Lotteria Italia da 1 milione e 850 mila euro, alla fine della puntata dei “Migliori anni” del 3 dicembre scorso).

Il 30 ottobre il montepremi più alto del Superenalotto e di qualunque altro gioco a premi in Italia (177 milioni e 729.043,16 euro) è stato vinto grazie a un sistema multiplo di almeno 70 quote pagate 24 euro l’una e giocate in varie zone del paese. La maggior parte sono state quelle assegnate a Sperlonga, in provincia di Latina.

Vincere così tanto è davvero una fortuna? Le storie di quelli a cui diventare ricchi all’improvviso ha rovinata la vita sono molte. Come quella di William “Bud” Post III, che aveva vinto 16 milioni di dollari alla lotteria americana nel 1988. Le vincite gli venivano pagate a rate da 500.000 dollari l’anno, ma lui investì in ristoranti, concessionarie, case di lusso e molto altro prima ancora di averli incassati. Tra i tanti problemi cui andò incontro: il fratello che provò ad assoldare un killer per ucciderlo; una proprietaria di casa che lo obbligò a lasciargli un terzo del jackpot; una denuncia dopo che, nella sua casa da sogno nel nord ovest della Pennsylvania, aveva sparato con un fucile da caccia a un uomo andato a riscuotere un debito. Andò in bancarotta, divorziò sei volte. È morto nel 2006 a 66 anni. Dopo aver perso tutto, viveva con una pensione di invalidità di 450 dollari al mese. Il suo commento: «Ero molto più felice quando ero senza un soldo».

In Italia: il giocatore pescarese che aveva fatto tredici al Totocalcio ed è morto suicida dopo il fallimento della catena di lavanderie aperta con i soldi della mega vincita. Giovanni Mannu, il minatore sardo che vinse 77 milioni di lire al Totocalcio nel 1950: finì sul lastrico in poco tempo per aver sbagliato gli investimenti. Un anno dopo Giovanni Frigato, operaio, che ne vinse 74 di milioni, ma in breve tempo, dopo aver investito nel cinema, perse tutto e tornò al suo vecchio lavoro.

Per la Società italiana di psicologia, un super vincitore su tre cade in depressione.

Enrica Fusaro, psicologa clinica e del lavoro, nel direttivo dell’Associazione psicologi Italiani, a VoceArancio: «Il fatto di ricevere una vincita fa scattare un vissuto di onnipotenza, di colpo si pensa di poter dare una svolta alla propria vita, ma accade molto in fretta, non si ha il tempo mentale di rielaborare, e quindi oltre che di onnipotenza c’è anche il senso di potenza, di poter fare. Ci si trova quindi in una rappresentazione di cui non si ha esperienza».
Quali consigli darebbe quindi a neo-vincitori?
«Il consiglio è di portare questa situazione da immediata a nel tempo, per abituarsi. Investire anche a medio termine, per poter riflettere, evitare quindi di stare in una condizione impulsiva. Possono bastare sei mesi, per far passare l’onda emotiva e decidere con calma come investire, poiché nell’euforia c’è una perdita di progettualità, di aderenza alla realtà».

Al di là degli aspetti psicologici, la questione è quella della gestione del patrimonio che diventa improvvisamente notevole. Il libro di Perry L. Cochell e Rodney C. Zeeb, Beating the Midas Curse cerca di spiegare proprio come gestire molti soldi arrivati tutti insieme, che siano da vincite o da grandi eredità, cercando di investire in cose durature e evitare spese eccessive. Gli studi dicono che sei famiglie su dieci che ricevono una grande somma perderanno la loro fortuna entro la fine della seconda generazione. Entro la terza, nove su dieci gettano tutto al vento, e molto hanno avuto esperienza di forti scontri famigliari.

Andrew Fashion, 23 anni, web designer americano. Tre anni fa grazie a due application di Myspace ha messo insieme 2 milioni e mezzo di dollari in poco tempo. In due anni ha bruciato tutto: «Ho comprato la mia prima macchina in contante. Ho comprato una casa e speso 80mila dollari per ristrutturarla. Alla fine ho comprato sette macchine, e qualcuna per i miei amici. [...] Molti soldi sono semplicemente spariti. Ero giovane e stupido (titolo dell’autobiografia che sta scrivendo, ndr). Adesso invece di buttare soldi in giocattoli e macchine investo in nuove compagnie».

Cosa fare con una eventuale vincita milionaria? Alcune risposte da un forum online (roulette.forumfree.it): «Se disponessi di veramente tanti soldi, mi darei da fare per costruire una città privata, già ve ne sono diverse in America», «far costruire un ospedale in Romania per quei ragazzi che vivono nelle fogna delle città», «credo che una parte della vincita la userei per diventare socio di qualche banca in europa», «Farei di tutto per aprire un mio casinò in Italia... Naturalmente sala dei giuochi francesi accessibile solo con abito scuro e cravattino!». Quasi tutti dicono di voler fare beneficenza, in genere dopo tutte queste altre cose.

«Eccolo dunque, il sogno italiano. Il più ricco del mondo, si avverte: non c’è mai stato un montepremi simile per un solo vincitore. È così enorme – 120 milioni di euro: cioè, pensano i pensionati quando vanno a giocare i loro sei numeri, 240 miliardi di lire – da rendere patetiche le interviste dei telegiornali alle persone assaltate all’uscita delle ricevitorie. Se vincesse, che cosa farebbe? E quelli, comprensibilmente, rispondono: “Un viaggio, una casa per i figli, un’auto nuova”. Neanche una risposta all’altezza, quantitativamente. Che cosa potremmo dire: “Trecento case, quattromila macchine nuove, duecentomila viaggi”? Un battaglione di medici privati, come Michael Jackson, la squadra del Chelsea, come Roman Abramovich...» (Adriano Sofri su Repubblica, agosto 2009).

Prima dell’euro. «Investimenti di alcuni dei cento vincitori di Peschici, Foggia, che nove mesi fa sbancarono il Superenalotto incassando 63 miliardi e 327 milioni con un sistema da due milioni e 490 mila lire: Fernando De Nittis, proprietario dell’unica ricevitoria del paese, ha acquistato insieme al cognato Mimì Lamargese il più bel villaggio turistico della zona, 40 villini a metà strada fra Peschici e Vieste; i fratelli Gaetano e Carmine Vecera, marmisti, hanno acquistato rispettivamente una Volvo e una Mercedes (costo: 80 milioni); [...] Giovanni Ranieri, muratore, 54 anni, ha finito di costruire una palazzina e ha regalato un appartamento a ognuno dei 12 figli; Domenico Rinaldi ha pagato i debiti che aveva fatto per mettere su una macelleria. Venti milioni sono stati destinati a una bambina di Lecce che doveva operarsi al cuore. Della proposta di comprare un’ambulanza non si è fatto più niente» (Carlo Vulpio su Sette, luglio 1999, quando c’era ancora la lira)

Secondo un sondaggio realizzato dall’azienda Pasqua di Verona (1350 interviste a utenti di forum, chat, community e siti web, di età compresa tra i 18 e i 55 anni) in occasione dell’ultimo San Lorenzo, il 59% degli intervistati desidera una vincita milionaria.

Salvatore e Maria, 57 e 43 anni, operaio lui, domestica a ore lei, hanno vinto al Superenalotto 11 miliardi e rotti. Sono finiti in tribunale a litigarsi i soldi, ma lui dice: «Se tornasse con me, sarei pronto a dividere, potrei avere donne bellissime ma la amo ancora».

Non sempre le vincite milionarie vanno a finire male, solo che quelle negative fanno più notizia. Tra gli altri che hanno ben usato i soldi vinti, anche il sindaco di Firenze Matteo Renzi che nel 1994, 19enne, partecipa alla Ruota della Fortuna e porta a casa 48 milioni di lire in gettoni, usati per aiutare la società di marketing del padre. Si è molto parlato anche della vincita di Luciano Gaucci e della allora fidanzata, Elisabetta Tulliani (attualmente legata a Gianfranco Fini): due miliardi e duecento milioni di lire con un 12+1 al Superenalotto giocato il 2 maggio del 1998 in una tabaccheria di Roma.

Le più grandi vincite del Superenalotto: la prima è quella del 30 ottobre scorso, al secondo posto i quasi 148 milioni di euro vinti a Bagnone (Massa Carrara) ad agosto 2009 (la più alta cifra vinta da un singolo giocatore, anche a livello europeo), poi i 100 e spiccioli vinti a Catania il 23 ottobre 2008.

Vincita record in Europa: il 3 febbraio 2006 alla lotteria pan-europea EuroMillions, 183 milioni di euro suddivisi fra tre vincitori (due francesi e un portoghese). Nel mondo: nel 2007 alla lotteria americana Mega Millions, 390 milioni di dollari (276,7 milioni di euro) divisi tra due fortunati.

I consigli del Corriere della Sera al vincitore di Bagnone: «Trovarsi un buon consulente finanziario, non investire su Lehman Brothers e ricomprare Ibrahimovic» (nel frattempo l’attaccante svedese è stato acquistato dal Milan).

Lo strano caso della ricevitoria di Bitonto, in Puglia, dove sono stati realizzati due Sei del Superenalotto. Vincita totale: circa 44 miliardi di lire

Rosario Leonardi e Antonio Ciro Benx anche dopo aver vinto 3 miliardi, nel 1980, al Totocalcio, continuarono a giocare, troppo. Si suicidarono per i debiti accumulati. Il vizio del gioco è stato fatale anche a Evelyn Adams, che alla lotteria vinse addirittura due volte, nel 1985 e 1986, per un totale di oltre 5 milioni di dollari. Oggi vive in una roulotte. La lista dei super vincitori che hanno continuato a giocare troppo è lunghissima: c’è anche Ibi Roncaioli, avvelenata dal marito perché dilapidò, giocando d’azzardo, i 5 milioni di dollari vinti al lotto.

Le vincite milionarie fanno parte della cultura popolare, con rappresentazioni in film, televisione e romanzi. Come l’episodio che vede protagonista Nino D’Angelo nel film Vacanze di Natale 2000: Pasquale Esposito ha vinto 70 miliardi al Superenalotto e nel tentativo di darsi un tono porta 28 amici e parenti – tutti Esposito di cognome, a parte un De Rosa – a fare le vacanze invernali nell’esclusiva Cortina D’Ampezzo, dove tra vizi e spese folli entra in contatto con l’alta società, interessata soltanto a cercare di spillargli i suoi soldi. O Diego Abantuono in Eccezzziunale... veramente , a cui gli amici fanno credere di aver fatto tredici: lascia la moglie, si trasferisce in hotel, comincia a firmare cambiali, ma è solo uno scherzo.

Spesa pro-capite per i giochi a premi in Italia: intorno ai 1.000 euro in un anno, valore che sale a 1.215 euro se si considera solo la popolazione maggiorenne. Lombardia, Lazio e Campania le regioni dove si gioca di più.

Lorenzo Betti, che ha creato il super sistema, chiamato “la Mamma”, con cui sono stati vinti i 178 milioni il 30 ottobre scorso: «Una quota, in genere, la riservo sempre per me. Ma l’altro giorno non ho fatto in tempo. […] Adesso mi mangio le mani, perché il treno che ti cambia la vita mi è passato accanto, ma per un attimo di ritardo l’ho perso».

La Lotteria Italia (estrazione finale il 6 gennaio), un tempo principale gioco a premi insieme al Totocalcio, è ormai marginale. Nella campagna 2009/2010 sono stati venduti 11.622.620 biglietti con un incasso di circa 58 milioni di euro. Nella campagna 1995/1996 erano stati venduti 32 milioni di tagliandi. I Gratta e vinci nei primi sei mesi del 2010 hanno raccolto 4,8 miliardi di euro, il Superenalotto 3.345.000.000 euro nello stesso periodo, con 1.245.620.371 schedine giocate.

«Bisognerebbe essere già ricchi per prendersi il lusso di vincere al Totocalcio o al Superenalotto. La dea bendata lo sa, ma ogni tanto, per pura cattiveria, si toglie lo sfizio di premiare uno sfigato. E finisce che son dolori, angustie, sbalestramenti, angosce. Perché ai soldi bisogna essere abituati» (Luciano Gulli sul Giornale)

«Tutti sognano di vincere, ma nessuno si rende conto dell’incubo che è, o dei problemi che comporta» (William “Bud” Post III).