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 2010  dicembre 22 Mercoledì calendario

IL PUNTO SUL DIGITALE TERRESTRE, PER VOCE ARANCIO


Dal 26 novembre a oggi (mercoledì 15 dicembre) Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Friuli Venezia Giulia hanno abbandonato per sempre le trasmissioni analogiche per abbracciare la televisione digitale, come già accaduto in Campania, Lazio, Trentino-Alto Adige, Valle D’Aosta, Piemonte Occidentale, Sardegna: adesso due italiani su tre vedono la televisione solo attraverso il digitale terrestre.

Il passaggio al digitale in Italia è cominciato nel 2003, in Sardegna e Valle d’Aosta. Il processo investe tutti gli stati europei e molti nel mondo, come si può vedere dalla mappa, dove sono indicati in rosso gli stati che hanno finito lo switch off (cioè si è completato il passaggio dall’analogico al digitale), in giallo e ocra quelli dove è in corso, il verde dove non è cominciato e in blu, la sola Corea del Nord, dove non è prevista alcuna transizione. In Italia lo switch off verrà completato nel 2012, secondo le direttive della Ue che pongono questa data come limite.

Che cosa cambia con il nuovo sistema? La conseguenza più immediata per i telespettatori è l’aumento dei canali, dovuto a una ragione squisitamente tecnica che riguarda la sorgente del segnale. Il digitale terrestre è organizzato per multiplex (banalizzando un po’, si tratta di pacchetti di canali), gestiti generalmente da aziende televisive più potenti. In Italia i più importanti sono quelli Rai, Mediaset, del gruppo Espresso, di Telecom Italian (proprietà di Mtv e La7) e il Dfree di Tarak Ben Ammar.

Tra i vantaggi del nuovo sistema non c’è solo la moltiplicazione dei canali. Teoricamente il televisore dovrebbe anche trasmettere una migliore qualità immagine/audio, essendo il segnale meno soggetto alle interferenze. Tuttavia vi è anche uno svantaggio in questo senso, che molti utenti del digitale terrestre hanno già avuto modo di appurare: sotto una certa soglia di ricezione il canale non si vede proprio, mentre con l’analogico si poteva comunque vedere anche se meno bene. Tra i vantaggi, anche la questione dell’interattività, su cui alcune televisioni puntano molto, utilizzando il telecomando per rispondere a quiz, esprimere giudizi ecc.

Che fare se si hanno problemi per attivare il digitale terrestre? In primis si può provare a risolverli ri-sintonizzando i canali, o provando le diverse prese dell’antenna. Poi c’è il numero verde del ministero dello Sviluppo economico – Dipartimento comunicazioni (800 022000) e il sito internet www.decoder.comunicazioni.it, che contiene molte informazioni utili. In ultima istanza ci si può rivolgere all’antennista, o a qualcuno che ha già installato il decoder e può aiutarci.

«Il telespettatore, specie se anziano, si è apprestato all’uso della nuova tecnologia con qualche preoccupazione. Infatti non aveva torto: il televisore digitale [...] ogni tanto perde la programmazione dei canali» (Franco Morganti sul Corriere della Sera).

Non ci sono obblighi di trasmissione di nessun canale, ad esclusione di Raiuno, Raidue e Raitre. La legge cerca di tutelare il più possibile il pluralismo: «Qualora uno degli operatori che attualmente gestisce 3 reti nazionali analogiche risulti aggiudicatario di un multiplex sarà obbligato a cedere il 40% della capacità trasmissiva di tale multiplex a terzi fornitori di contenuti indipendenti», così ha stabilito l’Agcom ad aprile 2009.

I tre canali Rai, i tre Mediaset, Mtv, La7 erano nell’era analogica le principali reti televisive visibili sul tutto il territorio nazionale, alle quali vanno aggiunte quelle locali, talvolta riunite in circuiti anche questi nazionali. Con il digitale terrestre l’offerta è aumentata, e si articola in canali free e a pagamento.

Rai. Oltre a RaiUno, RaiDue e RaiTre, la tv pubblica ha inserito due canali sportivi che propongono sport che non trovano di solito spazio altrove (come l’hockey su prato o il calcio a 5), partite storiche e trasmissioni sportive; Rai Storia, documentari e programmi di approfondimento storico; Rai Movie, dedicato ai film, e Rai 4, dove si vedono sia film sia serie tv, mentre Rai Premium è specializzata in fiction televisiva di produzione italiana; l’ultima arrivata è Rai 5, che ha preso il posto di Rai Extra. Rai News24 è il canale all news, che durante la notte si occupa anche della programmazione di Rai Tre, mentre RaiGulp e RaiYoyo sono dedicate alla programmazione per bambini e ragazzi.

Il 7 dicembre Rai 5 ha trasmesso in diretta la prima della Scala. La Walkiria diretta da Daniel Barenboim ha fatto registrare al nuovo canale digitale Rai un aumento del 600 per cento degli spettatori: da una media di poco superiore ai 28 mila a 169 mila, con punte oltre le 250 mila.

Mediaset. Iris è una sorta di corrispondente di Rai4 per Mediaset, Boing è il canale che trasmette soprattutto cartoni animati, e La 5 si rivolge ad un pubblico femminile. Gli ultimi arrivati, in onda dal 26 novembre, sono Mediaset Extra, contenitore di programmi andati in onda in altre reti dell’azienda, e Tg Mediaset dedicato all’informazione. L’offerta di Mediaset si articola poi in molti canali sul digitale a pagamento, come Mya, Joi e Steel.

Le altre emittenti. La7 si è sdoppiata, proponendo adesso anche la gemella La7d. SportItalia ha tre canali, che hanno i diritti di eventi sportivi anche di una certa importanza, come l’Eurolega di basket. L’informazione è aumentata grazie a canali all news come Class News e France24, oltre al già citato Rai News24, mentre anche la televisione del quotidiano la Repubblica propone approfondimenti e talk show. Sky è presente sul digitale terrestre con il canale Cielo (che in inglese si traduce proprio con sky), che propone film, serie tv, programmi di vario genere e l’informazione di Skytg24. Come canali principalmente dedicati alla musica, oltre a Mtv, c’è Deejay Tv, la rete della famosa radio e la nuova arrivata Virgin Radio Tv. Gli appassionati di cinema hanno invece a disposizione Coming Soon television, dove si vedono trailer e talk show cinematografici. I canali dedicati ai bambini sono molti (oltre ai già citati si possono ricordare anche K2 e Frisbee), sintomo che è una fascia di audience particolarmente ambita.

Franco Morganti: «Certo, adesso si trovano 200 e più canali, ma ci si aspettava anche più concorrenza e nuovi operatori, che non si vedono: tanti canali sono duplicati su diverse frequenze, altri sono spenti ma occupati militarmente dai soliti noti. Forse l’unica nota positiva è data dalla Rai, il vecchio, superato servizio pubblico, che ha tirato fuori dal cappello 14 canali contro i 3 precedenti e ci ha offerto una splendida Walkiria gratis su Rai 5. Speriamo che il nonno se la sia potuta godere».

Tra i canali a pagamento c’è il pacchetto Dahlia – sport, eros e cinema soprattutto – Disney Channel, oltre ai già citati canali Mediaset e alcune reti di carattere erotico di varia natura e gusti.

Alcuni canali non sono più visibili. Un esempio è Bbc World News, che era uno dei canali di Mediaset 2 (il multiplex che comprende i maggiori canali dell’azienda). Il canale all news della televisione pubblica britannica era stato uno dei canali pilastro del digitale terrestre nel nostro Paese, facendo parte dell’offerta sin dai primi passi del nuovo sistema in Italia. Perché è sparito? La Bbc non avrebbe partecipato alla gara per l’assegnazione del 40% della capacità trasmissiva del multiplex di Mediaset. L’unico canale in lingua straniera trasmesso su tutto il territorio nazionale attraverso il digitale terrestre è adesso France24.

Anche il Vaticano avrà il suo canale sul digitale terrestre. Padre Federico Lombardi, portavoce della Santa Sede, direttore del Centro televisivo vaticano (Ctv) e di Radio Vaticana: «Entro qualche mese gli eventi del Vaticano verranno trasmessi in diretta dal Ctv, sull’area di Roma, in alta definizione, sul canale digitale terrestre assegnato alla Città del Vaticano», in base agli accordi internazionali in atto sulla distribuzione delle frequenze. Sul digitale terrestre è già visibile Tv2000, il canale della Conferenza episcopale italiana, che offre una programmazione generalista di ispirazione cattolica.

Quando si parla di moltiplicazione dell’offerta televisiva oltre a digitale terrestre e satellitare si fa riferimento anche a televisioni su internet, cioè reti trasmesse direttamente online. Le tv su internet sono equiparate alle televisioni in analogico o digitale se la proprietà supera 100 mila euro di fatturato, e quindi in tal caso deve iscriversi a un registro di settore pagando 500 euro.

Dgtv, l’associazione italiana per lo sviluppo della tv digitale terrestre, costituita da Rai, Mediaset, Telecom Italia Media, DFree, Frt e Aeranti-Corallo.

Il digitale terrestre ha prodotto anche un’accelerazione nell’acquisto di televisori piatti, più moderni, con integrato il digitale. Un decoder esterno costa intorno ai 30 euro, e nelle zone dove lo switch off è già avvenuto è fondamentale possederne uno per poter vedere la televisione.

Televisori sostituiti tra gennaio e ottobre 2009 in Italia per il passaggio al digitale terrestre: 1,7 milioni.

Un problema con cui gli utenti hanno avuto a che fare è quello di sintonizzare e ordinare i canali. Per sintonizzare i canali occorre seguire le istruzioni del menù della televisione o del decoder esterno. Da alcuni giorni però su tutto il territorio nazionale è possibile ordinare in modo automatico i canali secondo i criteri stabiliti dal ministero dello Sviluppo economico. Per utilizzare questo modo di ordinare, che segue le convenzioni più ovvie (Rai Uno al primo canale, Rai Due al secondo e via dicendo) va attivato il Logical channel number (Lcn), una funzione presente in tutti i decoder e accessibile dai menù. «La differenza è sostanziale per gli utenti, nell’uso pratico della tv», spiega Andrea Ambrogetti, presidente di Dgtv.

Ma perché prima si potevano avere canali ordinati in modo “strano”? Poiché non vi era un obbligo di attribuire, da parte delle emittenti, un determinato numero specifico: quindi in molti volevano essere il primo canale, il secondo e così via, con una evidente predilezione per i primi nove canali, che offrono una maggiore visibilità. Il ministero ha risolto questa situazione obbligando le emittenti a impostare nelle proprie reti uno specifico numero, stabilito in base a vari criteri, come la data di avvio dei programmi in digitale terrestre, gli ascolti medi giornalieri ecc. Secondo questo nuovo ordine i numeri da 10 a 19 variano su base regionale e riguardano le emittenti locali. Naturalmente, fatto l’ordine si può disfarlo, dato che l’utente è libero di organizzare la propria televisione come vuole, ma secondo Ambrogetti «con quest’ultima decisione del ministero, possiamo ormai considerare stabile l’uso del digitale terrestre da parte degli italiani. È finita la stagione del caos».

L’ordine dei canali è solo un esempio di come il mondo del digitale terrestre in Italia sia in evoluzione e tutti gli attori – ministero e governo, enti vari, reti televisive – stiano cercando di capire come far fruttare al meglio le nuove possibilità e garantire un servizio migliore. Canali nascono e muoiono nel giro di pochi mesi, ad ogni arrivo del digitale in nuove zone ci sono problemi di sintonizzazione, insomma quella che stiamo vivendo è la più grande rivoluzione televisiva del nuovo secolo e richiede tempo per stabilizzarsi.