Claudio Rizza, Il Messaggero pag. 9, 22 dicembre 2010
BARBARA BERLUSCONI:
«La Carfagna? Dai Telegatti a ministro. Non si lagni» -
Da millenni certi figli sono capaci di criticare i padri, e le madri, in quell’insondabile miscuglio d’amore-odio che ha fatto scrivere tonnellate di pagine a filosofi e psicologi. Per cui non dovrebbe poi sorprendere più di tanto se Barbara Berlusconi dimostra d’avere capacità critica e idee non omologate al potente marchio di famiglia. Certi figli, per fortuna, non sono né sdraiati né ventriloqui come invece tanti politici. E Barbara non è certo al suo esordio. «Quelle che mio padre chiama pubblicamente “debolezze” penso che abbiano inciso sulla sua vita privata, ma anche sulla vita politica», sentenzia a Vanity Fair, il suo patinato preferito, cui ogni tanto concede interviste. Barbara ama papà Silvio, lo stima e lo difende, ma tutto ciò non le impedisce di ragionare con la sua testa: «Molto si sarebbe potuto evitare se non avesse trascurato l’idea che tutti siamo vulnerabili. E che certi comportamenti possono rendere le cose inutilmente più fragili. Sarebbe ingiusto se della sua straordinaria vita politica si ricordasse solo questa stagione». E’ «amareggiata per gli scandali a luci rosse».
L’intervista fa molto rumore per la legnata inferta al ministro Carfagna: «La cosa più grave è che Mara Carfagna trovi il coraggio di lagnarsi. A volte bisogna avere il pudore di tacere. Se si sente discriminata lei, che dai Telegatti è diventata ministro, la cosa assume dimensioni ancora più grottesche». E per questo giudizio generale assai poco tenero: «Vedere certe signorine girare in auto blu non fa bene all’immagine del Paese, perchè davvero si fatica a coglierne i meriti», ma se è Silvio Berlusconi che ha portato le showgirl in Parlamento, «non dimentichiamoci neanche che sono gli italiani che le hanno votate. La democrazia propone delle scelte, poi si chiede il consenso. E non mi pare che Berlusconi abbia un problema di consenso. Certo, non voglio eludere così il problema, credo che siano state fatte valutazioni superficiali, e che queste abbiano sminuito la classe politica nel suo complesso».
Una laurea triennale in filosofia a pieni voti, la proposta di Don Verzé di una futura cattedra da docente seguita da roventi polemiche, un marito, Giorgio Valaguzza e due figli, Alessandro e Eduardo, una casa di gusto classico, depandance di Villa Belvedere a Macherio, e l’ingresso nel consiglio d’amministrazione del Milan. Barbara fa parlare spesso di sé. E non ha paura di dire che «per un politico il privato è pubblico», dunque che deve esserci una coerenza tra i due comportamenti, cosa che al premier sembra difettare. Ieri ha anche detto che dal sindaco di Firenze, Renzi, «mi sentirei rappresentata», perchè è uno che cerca di cambiare le cose. Lui ha ringraziato: «Fa piacere: è come quei gol nelle partite europee fatti in trasferta, valgono doppio». La leadership del Pd assai meno. Ma almeno questo a papà non fa danno.