Pietro Saccò, Avvenire pag. 28 22/12/2010, 22 dicembre 2010
IFIL-EXOR, ASSOLTI I TOP MANAGER
Dietro l’operazione con cui gli Agnelli nel 2005 riuscirono a mantenere il controllo di Fiat non c’è stata una turbativa di mercato. Il Tribunale di Torino ha assolto dall’accusa di aggiotaggio informativo, perché «il fatto non sussiste», Gianluigi Gabetti, Franzo Grande Stevens e Virgilio Marrone, ai tempi custodi dell’Ifil (oggi fusa in Exor) la cassaforte degli Agnelli. La Procura chiedeva pene comprese tra i 18 e i 30 mesi di reclusione per i tre manager.
La vicenda è complessa. Siamo nel 2005 e il prestito ’convertendo’ da 3 miliardi di euro concesso nel 2002 a Fiat da un gruppo di banche andrà in scadenza a settembre. L’azienda non è in grado di rimborsarlo, quindi gli istituti potranno riscattare i loro crediti in azioni: a conti fatti spetta loro una quota del 26,7%. Agli Agnelli rimarrebbe il 22%, la famiglia rischia di perdere il controllo di Fiat. La Borsa è ultrasensibile su questa vicenda per cui la Consob, ad agosto, chiede alla Ifil se siano in progetto iniziative particolari sui titoli del Lingotto. Con due comunicati, il 24 agosto, Ifil risponde che non c’è nessun progetto allo studio. Se non fosse che il 15 settembre la stessa Ifil annuncia l’acquisto di titoli Fiat in base a un accordo ’equity-swap’ (mai reso noto al mercato) firmato ad aprile con Merrill Lynch: la finanziaria verserà alla banca d’affari americana 535 milioni di euro per comprare un pacchetto di azioni di Fiat che gli operatori di Merrill hanno raccolto sul mercato nei mesi precedenti. In questo modo gli Agnelli restano primi soci del gruppo, anche dopo la scadenza del convertendo, con una quota del 30% (e senza necessità di lanciare un’Opa).
Ma alla Consob questa mossa a sorpresa non piacque affatto. Possibile, si chiedeva l’ex commissario Lamberto Cardia, che l’operazione con Merrill non fosse ancora stata pensata il 24 agosto, quando Ifil aveva negato che ci fossero progetti sul prestito convertendo? L’autorità che vigila sui mercati stabilì che non era possibile e quindi i mercati erano stato informati male. E infatti punì Gabetti (presidente di Ifil), Grande Stevens (avvocato degli Agnelli) e Marrone (manager di Ifil) con sospensioni e 16 milioni di euro di multa. Dopo il ricorso in Appello i tre hanno ottenuto una riduzione delle sanzioni, poi confermate in Cassazione. Nel frattempo è partito il processo penale con l’accusa di aggiotaggio informativo, che ieri si è risolto con l’assoluzione. Le motivazioni della sentenza si conosceranno entro 90 giorni. Gli ex imputati in serata hanno ricevuto le congratulazioni del presidente di Fiat, John Elkann, e dell’Ad, Sergio Marchionne. «Il giudice ha ritenuto che al di là della falsità o meno del comunicato questo non ha avuto effetti sul mercato» ha spiegato Marco Ferrero, avvocato dell’86enne Gabetti, che ha detto. «Alla mia età, è la sentenza di una vita».