Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  dicembre 22 Mercoledì calendario

IFIL-EXOR, ASSOLTI I TOP MANAGER


Dietro l’operazione con cui gli A­gnelli nel 2005 riuscirono a man­tenere il controllo di Fiat non c’è stata una turbativa di mercato. Il Tribu­nale di Torino ha assolto dall’accusa di aggiotaggio informativo, perché «il fatto non sussiste», Gianluigi Gabetti, Franzo Grande Stevens e Virgilio Marrone, ai tempi custodi dell’Ifil (oggi fusa in Exor) la cassaforte degli Agnelli. La Procura chiedeva pene comprese tra i 18 e i 30 mesi di reclusione per i tre manager.
La vicenda è complessa. Siamo nel 2005 e il prestito ’convertendo’ da 3 miliardi di euro concesso nel 2002 a Fiat da un gruppo di banche andrà in scadenza a settembre. L’azienda non è in grado di rimborsarlo, quindi gli istituti potranno riscattare i loro crediti in azioni: a conti fatti spetta loro una quota del 26,7%. A­gli Agnelli rimarrebbe il 22%, la famiglia rischia di perdere il controllo di Fiat. La Borsa è ultrasensibile su questa vicenda per cui la Consob, ad agosto, chiede alla Ifil se siano in progetto iniziative parti­colari sui titoli del Lingotto. Con due co­municati, il 24 agosto, Ifil risponde che non c’è nessun progetto allo studio. Se non fosse che il 15 settembre la stessa I­fil annuncia l’acquisto di titoli Fiat in ba­se a un accordo ’equity-swap’ (mai reso noto al mercato) firmato ad aprile con Merrill Lynch: la finanziaria verserà alla banca d’affari americana 535 milioni di euro per comprare un pacchetto di azio­ni di Fiat che gli operatori di Merrill han­no raccolto sul mercato nei mesi precedenti. In questo modo gli Agnelli restano pri­mi soci del gruppo, anche do­po la scadenza del conver­tendo, con una quota del 30% (e senza necessità di lanciare un’Opa).
Ma alla Consob questa mossa a sorpresa non piacque affatto. Possibile, si chiede­va l’ex commissario Lamberto Cardia, che l’operazione con Merrill non fosse ancora stata pensata il 24 agosto, quan­do Ifil aveva negato che ci fossero pro­getti sul prestito convertendo? L’autorità che vigila sui mercati stabilì che non era possibile e quindi i mercati erano stato informati male. E infatti punì Gabetti (presidente di Ifil), Grande Stevens (av­vocato degli Agnelli) e Marrone (mana­ger di Ifil) con sospensioni e 16 milioni di euro di multa. Dopo il ricorso in Appello i tre hanno ottenuto una riduzione delle sanzioni, poi confermate in Cassazione. Nel frattempo è partito il processo pena­le con l’accusa di aggiotaggio informati­vo, che ieri si è risolto con l’assoluzione. Le motivazioni della sentenza si cono­sceranno entro 90 giorni. Gli ex imputa­ti in serata hanno ricevuto le congratula­zioni del presidente di Fiat, John Elkann, e dell’Ad, Sergio Marchionne. «Il giudice ha ritenuto che al di là della falsità o me­no del comunicato questo non ha avuto effetti sul mercato» ha spiegato Marco Ferrero, avvocato dell’86enne Gabetti, che ha detto. «Alla mia età, è la sentenza di una vita».