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 2010  dicembre 22 Mercoledì calendario

NELLA DISNEYLAND ALLA RUSSA I REGALI LI PORTA NONNO GELO

Sarà bene chiarire subito una cosa, Santa Claus e Nonno Gelo vanno d’amore e d’accordo. Sono soltanto un po’ diversi: a ciascuno il suo Babbo Natale. Ded Moroz ovvero Nonno Gelo, come lo chiamano in Russia, è più magro del collega scandinavo, e va in giro preferibilmente con un lungo cappotto, non con calzoni e stivali. Ha un magico bastone satellitare che permette a chiunque di seguire sul computer i suoi viaggi intorno al mondo. Guida una trojka, e non una slitta trainata da renne, non dice: "Ho ho ho!". «E non ha liste di bambini buoni o cattivi», puntualizzano a Velikij Ustiug. Qui, in una foresta incantata del Nord a metà strada tra Mosca E Pietroburgo, è nata la favola del Babbo Natale post-sovietico.

Potrebbe stupire il fatto che il "c’era una volta" debba partire da un personaggio piuttosto controverso, caduto recentemente in disgrazia: Jurij Luzhkov, ex sindaco di Mosca. Di passaggio a Velikij Ustiug, nel 1998, Luzhkov decise che questa deliziosa cittadina persa tra boschi e monasteri sarebbe stata la residenza ideale per un Babbo Natale che bisognava "russificare", rilanciando il Nonno Gelo della tradizione russa per contrapporlo a un Santa Claus sempre più invadente nella nuova Russia del consumismo, complice la Coca-Cola. Fu così che grazie a un intreccio di interessi politici e commerciali, Ded Moroz rinacque a Velikij Ustiug, e Velikij Ustiug rinacque con lui: il progetto Babbo Natale è una delle attività di maggior successo della regione di Vologda. Forse questo è uno dei pochi luoghi in cui Luzhkov - per WikiLeaks il centro di uno "stato mafioso" - è ricordato con affetto.

«Abbiamo studiato l’esperienza del progetto Santa Claus a Rovaniemi (la residenza di Babbo Natale in Finlandia, ndr) e in 11 anni abbiamo raggiunto risultati simili ai loro», racconta Elena Selenina, esperta di turismo interregionale a Velikij Ustiug. Elvira Korolkova, del dipartimento Affari internazionali e interregionali a Vologda, capoluogo della regione, spiega in cifre l’impatto sul turismo: nel 2009 Nonno Gelo ha attirato a sé 200mila visitatori, ed erano soltanto 3.000 nel 1998; e ha ridotto la disoccupazione nell’area dal 14 al 2 per cento. «Il progetto ha fatto rifiorire la sfera economica e sociale della provincia di Velikij Ustiug», spiega Elvira. Nuovi alberghi, negozi, strade, trasporti, 2.800 posti di lavoro. Un marchio che si ritrova ovunque, dallo zucchero al dentifricio. Nel 2009 la voce "turismo" ha portato al bilancio di Velikij Ustiug 500 milioni di rubli, 11 milioni di euro, l’intenzione è continuare e migliorare infrastrutture e trasporti per fare di Nonno Gelo un’attrazione crescente, che sia estate o inverno, e ampliare la residenza che nei periodi di punta, naturalmente tra dicembre e gennaio, accoglie fino a 3mila bambini in un giorno.

La residenza di Ded Moroz, votchina, è il cuore di tutto. Circondata da una Disneyland "alla russa" aperta tutto l’anno. Nonno Gelo e i suoi aiutanti, ragazzini e animaletti del bosco, un parco giochi popolato dalle creature delle fiabe russe, a partire dalla perfida Baba Yaga. Inutile dire che anche Vladimir Putin è stato qui, e ora il suo sacchetto dei desideri troneggia sull’albero di Ded Moroz. Ovviamente è il più grande di tutti, e ovviamente tutti qui si augurano che quei desideri nascosti si avverino. Forse Nonno Gelo li conosce, essendo magico. E infatti si dà molto da fare per sostenerne uno, le Olimpiadi invernali di Soci 2014 tanto care al premier russo. Povero Ded Moroz, per sponsorizzarle alla mattina si mette perfino a fare ginnastica, insieme ai suoi collaboratori. Però è molto difficile strappargli un segreto. "Quanto guadagni, Nonno Gelo?". "Niente - risponde sornione - non ho bisogno di uno stipendio, vivo di bacche e ghiande".

Anche Vera Vorobjova, direttrice della Casa di Ded Moroz, è inflessibile. Si dice che non ci sia un solo Nonno Gelo ma almeno cinque "attori", chiediamo, si dice che debbano essere alti due metri. Quante ore lavorano, come si organizzano nella vita privata, una volta lasciate renne e barba bianca? Vera scuote la testa: «Mi dispiace, non possiamo permetterci di scalfire in alcun modo la fiducia dei bambini. Ded Moroz è apparso, e basta». In casa spiccano le foto di Luzhkov, di Dmitrij Medvedev e di Putin. C’è anche un disegno del primo ministro che scia, con la scritta: Soci, le Olimpiadi magiche. Davanti a un immenso albero di Natale Ded Moroz saluta, ovviamente la sua favola ha un lieto fine. «Non ci sono confini tra me e i "colleghi" degli altri paesi - rassicura - sono amico di Santa Claus. Come di tutte le persone che fanno del bene». - SULLA SLITTA CON UN BASTONE SATELLITARE - Se l’imperativo della Russia è la modernizzazione, anche Nonno Gelo deve adeguarsi. E poiché in America Santa Claus è seguito dai satelliti del Norad, il Comando di difesa aerea nordamericano, in modo che in ogni momento un bimbo possa sapere esattamente dove si trova Babbo Natale, così il russo Ded Moroz - Nonno Gelo - è stato affidato al Glonass, il sistema di navigazione satellitare analogo all’americano Gps. Il 18 novembre, ribaltando i ruoli, Nonno Gelo ha ricevuto in regalo un bastone/ricevitore con un modulo della Russian Navigation Technologies a forma di cristallo, che trasmetterà le coordinate dei suoi viaggi natalizi a internet. Ma a Glonass Nonno Gelo non ha portato fortuna. Il 5 dicembre, il lancio di un razzo vettore che avrebbe dovuto portare in orbita gli ultimi tre satelliti della costellazione russa è fallito, scomparendo nel Pacifico. Il prossimo tentativo è rinviato al 2011, ma la Russia ha 26 satelliti Glonass in orbita, e pare non ci sia da preoccuparsi: la copertura di Nonno Gelo, assicurano, è garantita.