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 2010  dicembre 22 Mercoledì calendario

Quei nemici in Parlamento che vanno a braccetto nelle Regioni - Nel paese dei cachi ci sono due Italie, Italia Uno e Italia due, e anche i politici stan­no bene attenti a sintonizzarsi sulla dop­piezza

Quei nemici in Parlamento che vanno a braccetto nelle Regioni - Nel paese dei cachi ci sono due Italie, Italia Uno e Italia due, e anche i politici stan­no bene attenti a sintonizzarsi sulla dop­piezza. La responsabilità nazionale, gli alti appelli e i fragorosi no, una volta trasportati a livello locale, si tramutano in commedia all’italiana, e i nemici diventano amiconi, purché convenga. Esempio: in Italia Uno, nella ribalta nazionale, il leader Udc Casini è irremovibile su Bersani («mai con questo Pd») e dà dello «sciacallo» a Di Pietro, con cui giura di non allearsi nemmeno sotto tor­tura. Di Pietro, da parte sua, replica: «Nessu­na alleanza con Casini e Fini». Bene, ma questo succede in Italia Uno, se invece si passa a Italia Due la musica cambia. In Liguria, tanto per partire da nord, Casi­ni Due governa la Regione insieme a Di Pie­tro Due, e al Pd bis e, già che c’è, pure insie­me a Vendola, di cui dice (ma qui torniamo su Italia Uno) che «l’Udc non lo appoggerà mai come candidato premier», perchè «Vendola e l’Udc sono inconciliabili». Lo stesso Vendola che poco prima dava a Casi­ni del «virtuoso della fune», nel senso di op­portunista. Però questo non impedisce che, in Italia Due, vadano a braccetto. Non solo in Liguria, ma anche nelle Marche go­vernano con grande amore reciproco Pd, Udc e Idv. Pure in Basilicata il terzopolismo cattolico di Casini e Rutelli va a farsi benedi­re. Insieme ad Api e Udc, a Potenza, non c’è Fini, di cui non si hanno notizie laggiù, ma ancora Tonino, e ancora la Sel di Vendola. Forse sono già nel Quarto Polo, perché era­vamo rimasti ad altri programmi di Rutelli, quello per esempio illustrato in una intervi­sta tre giorni fa, e cioè: «non si governa con Vendola e Di Pietro». Si era scordato l’ama­ro lucano. Ma è meglio Italia Uno o Italia Due? La seconda patria è più elastica, quindi meno strappi. Quello che ci tormenta da due me­si, e cioè l’uscita dei finiani dal Pdl, è notizia non ancora pervenuta in molte regioni di Italia Due. In Veneto, Lombardia, Piemon­te, Campania, cioè dove governa il centro­destra, non c’è ancora un solo consigliere Pdl che abbia indossato la casacca Fli. Eppu­re, a guardare la politica nazionale, sembra una frattura spaventosa. Ma era Italia Uno. L’Udc peraltro è rimasto fermo al primo polo in Calabria e anche in Lazio. In quelle due regioni il partito della nazione Casini lo fa con Berlusconi, o meglio con i suoi gover­­natori, la Polverini in Lazio e Scopelliti in Calabria. L’Udc è sincero alleato del Pdl in quelle due regioni, e in Lazio insieme a loro in maggioranza spunta un altro terzopoli­sta nazionalista filo-finiano, il Mpa di Lom­bardo, che ha un consigliere in maggioran­za insieme ai nemici del Parlamento di Ita­lia Uno. Incoerenza? No, fantasia. Il Mpa ha forse il record nella disciplina: in Italia Uno è terzopolista, in Italia Due invece sta con il Pdl di Caldoro in Campania, con la Polveri­ni in Lazio, col Pd di Loiero in Calabria, men­tre in Puglia, alle regionali, ha sostenuto il terzopolo della Poli Bortone insieme al­l’Udc. Come se vivessimo in due paesi diver­si, con partiti diversi. Il guaio è che sono gli stessi.