MARCO BELPOLITI, La Stampa 20/12/2010, pagina 37, 20 dicembre 2010
Eta Beta contro le tarme - L’ inverno per me ha inizio con un rito preciso: l’estrazione di maglie e maglioni di lana da armadi, scatole, bauli, sacchetti di plastica
Eta Beta contro le tarme - L’ inverno per me ha inizio con un rito preciso: l’estrazione di maglie e maglioni di lana da armadi, scatole, bauli, sacchetti di plastica. Scuoto gli indumenti fuori dalla finestra e li lascio all’aria, per togliere loro l’odore della naftalina, della canfora o delle altre sostanze chimiche che ho inserito mesi prima. Poi passo all’esame dei tessuti. Ogni anno combatto una guerra senza esclusione di colpi con le tarme, e ogni anno, nonostante i prodotti che ho messo vicino ai tessuti, per preservarli dall’assalto dei piccoli insetti, c’è sempre qualche buco nei miei maglioni. Perciò ho aumentato progressivamente la dose dei ritrovati con cui difendo i capi di lana, come se l’assalto delle tignole, i cari lepidotteri che li sforacchiano, crescesse di forza, vigore e intensità di stagione in stagione. E da qualche tempo anche i tessuti di cotone cominciano a mostrare piccole abrasioni, buchi, o addirittura squarci più marcati. Possibile che esistano le tarme del cotone come quelle della lana? In rete si trovano interventi e quesiti di persone, perlopiù donne, che s’interrogano sull’azione distruttrice delle tignole del cotone. In effetti, la Tinea Pellionella, della famiglia dei Tineidi, non si nutre solo di pelli, piume, peli di pecore, alpaca e lana, ovvero dei tessuti su cui si trova la cheratina, di cui le tarme sono golose, ma anche di altre fibre vegetali come la seta e il cotone. Questo dicono i libri e le informazioni nel Web; ma ho il fondato sospetto che le tarme, le quali mi rosicchiano camicie e camiciole, fazzoletti e mutande, canottiere e calzini, siano qualcosa d’altro, di più potente e pericoloso. Per quanto abbia pulito più volte i cassetti, scuotendone il contenuto fuori dalle stanze, sparso di palline di naftalina i cassetti in pieno inverno, aggiunto altri micidiali prodotti, le tignole mangiano imperterrite. Ho cominciato a pensare che non siano più le classiche Tinea Pellionella, o la Tineola Bisselilella, bensì larve provenienti da Paesi tropicali, e portati, inconsapevolmente in casa negli anni scorsi per via di certi oggetti di bambù, poi eliminati. La peste del cotone viene dall’Oriente, come il punteruolo rosso originario dell’Asia che ha distrutto le palme italiane? Non ne sono certo, però sempre più spesso sento persone che parlano delle tarme del cotone. Asia o non Asia, adesso il mio consumo di palline di naftalina è aumentato a dismisura. Forse, senza accorgermene, mi sono trasformato in Eta Beta.