SANDRA RICCIO, La Stampa 20/12/2010, pagina 30, 20 dicembre 2010
Oro, il dilemma Luccica ancora o è una bolla? - Nel 2010 l’oro è stato il protagonista indiscusso e, secondo alcuni analisti, si prepara a luccicare anche nel 2011
Oro, il dilemma Luccica ancora o è una bolla? - Nel 2010 l’oro è stato il protagonista indiscusso e, secondo alcuni analisti, si prepara a luccicare anche nel 2011. Negli ultimi dodici mesi le quotazioni del metallo prezioso hanno fatto un balzo in avanti del 35% con la performance che ha superato il picco dei 1.400 dollari l’oncia. Nonostante la corsa record, i riflettori restano ancora puntati sul bene rifugio per eccellenza. Cosa succederà ora? Gli analisti si sono espressi a più riprese sull’andamento futuro e sul tema si sono scomodati molti tra i più seguiti guru di Borsa. Per fare qualche esempio, Jim Rogers, indiscusso guru delle materie prime, ha detto che le quotazioni sono destinate a salire oltre il livello di 2 mila euro. Anche gli analisti di Goldman Sachs parlano di un proseguimento del rally: nell’outlook sul 2011 hanno indicato un prezzo a 1.690 dollari a dodici mesi. Sulla stessa frequenza d’onda anche Mark Faber, definito l’oracolo delle commodity, di recente detto che il 2011 non sarà necessariamente un buon anno per le Borse, ma si è dichiarato convinto che il metallo prezioso continuerà a correre. E i prezzi già alle stelle? Per l’esperto non è così impressionante la quotazione raggiunta in questi ultimi tempi, e c’è ancora spazio verso l’alto: «Soprattutto se si confronta la recente performance con la quantità di denaro che è stata immessa nel sistema economico e finanziario negli ultimi dieci anni. In pratica, fatti i dovuti calcoli, all’esperto risulta che i prezzi di oro e argento non sono per niente così alti». Qualcuno intanto si chiede se il mercato sia destinato a nuovi slanci in avanti o se non si trovi al termine di una fase rialzista durata troppo. Un’idea che da molti viene tradotta come il rischio una bolla. Nel frattempo sul mercato fioriscono i prodotti dedicati ai risparmiatori che guardano all’oro che vanno oltre i titoli azionari, i fondi d’investimento o gli Etf e i certificati. A proporli, in genere,sono gli operatori storicamente legata all’industria orafa e più attenti alle tematiche del metallo prezioso. Invogliano chi èstuzzicato dall’idea di possedere il lingotto d’oro o magari di aprire un conto corrente denominato nel metallo prezioso. Non senza costi però. Per fare qualche esempio, da poco sul mercato è arrivato Deposito OroVero di Banca Etruria, un servizio di custodia e amministrazione di oro fisico comprato presso gli sportelli dell’istituto. È la prima iniziativa di questo genere nel nostro Paese. Il nuovo strumento, consente di acquistare lingotti d’oro di vario peso (da 250 grammi fino a 1 kg) e di lasciarli in custodia in uno dei caveau di proprietà della Banca, avendo la possibilità di monetizzare in qualsiasi momento il controvalore detenuto. In pratica la Banca diventa custode dell’oro e si prende carico dei rischi di furto, rapina, perdita e danneggiamento. L’unico rischio, a detta della banca, è dato da una possibile caduta delle quotazioni sui listini. In più qualsiasi decisione di vendita del lingotto da parte del cliente può essere esaudita in tempo reale dalla banca che è la controparte e che dunque si impegna a ricomprare l’oro. In cambio dei servizi c’è da pagare un corrispettivo di custodia dello 0,50% annuo sul controvalore medio dell’oro. È previsto uno spread sulla negoziazione di compravendita che va dai 2 ai 5 euro per oncia. «OroVero è uno strumento pensato per chi desidera investire nel metallo giallo, ma non vuole correre rischi di danneggiamento o furto, oppure quelli di controparte, presenti per esempio negli Etf», dice Luca Bronchi, direttore generale di Banca Etruria. E sull’oro ha puntato già diversi anni fa anche Banca Popolare di Vicenza con il suo “Conto Metallo in Oro”, dedicato all’oro finanziario e consente di scommettere sulla crescita delle quotazioni con strumenti come gli Etf. Da inizio anno sta regalando ai suoi sottoscrittori un rialzo oltre il 35% con spese di tenuta conto intorno ai 60 euro l’anno e commissioni di acquisto e vendita pari allo 0,2%.