MAURIZIO TROPEANO , La Stampa 19/12/2010, pagina 35, 19 dicembre 2010
Cenoni e feste acquisti mirati per evitare sprechi - Da una parte i grandi pranzi delle festività di Natale dove, secondo la Coldiretti, gli italiani sono pronti a spendere 2,8 miliardi
Cenoni e feste acquisti mirati per evitare sprechi - Da una parte i grandi pranzi delle festività di Natale dove, secondo la Coldiretti, gli italiani sono pronti a spendere 2,8 miliardi. Dall’altra i grandi sprechi di cibo: 500 mila tonnellate di cibo finiranno nella spazzatura secondo uno studio della Cia, Confederazione Italiana Agricoltori, circa il 5 per cento del totale degli sprechi alimentari di un anno. Tradotto in soldoni veranno sprecati 1,5 miliardi, quasi 80 euro a famiglia. Al primo posto nella classifica dei prodotti che dopo essere passati sulle tavole imbandite finirà in parte nella spazzatura troviamo latticini, uova, carni (39 per cento). E poi pane (19 per cento), frutta e verdura (17 per cento), pasta (4%). Più contenuti gli sprechi per quanto riguarda i dolci. Per vini e spumanti lo spreco è quasi nullo. Il professor Andrea Segrè, presidente della Facoltà di Agraria dell’Università di Bologna spiega una ricerca sul tema: «a partire dal 1974 ad oggi nel mondo gli sprechi alimentari sono cresciuti del 50 per cento e, purtroppo il trend continua». E l’Italia è in buona compagnia con Stati Uniti, Svezia, Francia. A questi dati sui consumi familiari vanno aggiunte le tonnellate di cibo in scadenza che non raggiunge le tavole degli italiani e che viene gettato via da negozi, mense e ristoranti oppure che rimane nei campi senza neanche essere raccolto dagli agricoltori. Senza dimenticare le ricadute ambientali: una sola tonnellata di rifiuti alimentari genera infatti 4,2 tonnellate di Co2. Giuseppe Politi, presidente della Cia, è preoccupato: «Purtroppo si pagano i frutti di cattive abitudini che, nonostante la crisi economica, continuano a sussistere». E in effetti anche quest’anno le famiglie italiane spenderanno qualcosina in più dell’anno scorso: lo 0,3% secondo la Coldiretti. Sulla base dell’indagine «Xmas Survey 2010» di Deloitte quasi due italiani su tre (62 per cento) spenderanno la stessa cifra dello scorso anno mentre un 21 per cento conterrà gli acquisti «ma c’è anche un 17 per cento che prevede di spendere di più». E secondo l’organizzazione guidata da Sergio Marini «si tratta della conferma che gli italiani non intendono rinunciare all’appuntamento più tradizionale dell’anno che oltre il 90 per cento trascorre in famiglia». Ad incidere di più sulla spesa del pranzo di Natale è la carne. E poi le bevande con lo spumante e il vino in testa che assorbono il 20 per cento e gli immancabili dolci con il 15 per cento, a pari merito con ortaggi e frutta con quella secca che incide maggiormente.