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 2010  dicembre 19 Domenica calendario

“Ecco la verità nascosta di Camillo Benso” - C’era una volta Camillo Benso conte di Cavour, un signore di campagna piemontese di grande cultura economica e scarsa letteraria, che nel 1846, a 36 anni, costruiva fabbriche di zucchero, partecipava alla realizzazione della ferrovia Torino-Genova, lavorava per la creazione della Banca di Torino e si arricchiva col grano

“Ecco la verità nascosta di Camillo Benso” - C’era una volta Camillo Benso conte di Cavour, un signore di campagna piemontese di grande cultura economica e scarsa letteraria, che nel 1846, a 36 anni, costruiva fabbriche di zucchero, partecipava alla realizzazione della ferrovia Torino-Genova, lavorava per la creazione della Banca di Torino e si arricchiva col grano. Per sapere com’è stato possibile che appena due anni dopo il conte senza requisiti per una carriera politica, inviso al clero, ritenuto dal re Carlo Alberto e dalla sinistra un deprecabile speculatore, mal sopportato dalla comunità perché figlio del capo della polizia di Torino, diventasse Primo ministro e padre dell’Unità d’Italia, bisogna rispolverare tomi di storia oppure leggere la rubrica «La vita di Cavour», scritta e curata da Giorgio dell’Arti: l’appuntamento che finora era riservato al sabato, da domani a domenica 9 gennaio diventerà quotidiano sull’ultima pagina de «La Stampa». «Siamo finalmente al nodo della questione - dice Dell’Arti -: è nelle prossime puntate che sveleremo un mistero che avvolge la sua storia. L’allora 36enne conte, infatti, era già interessato alla politica, che commentava sulle grandi riviste internazionali, ma diceva di non volerla praticare per non avere a che fare con l’assolutismo». L’Italia di quegli anni, d’altra parte, viveva il fermento prerisorgimentale, ma era ancora una penisola divisa in Stati regionali comandati da monarchie. Quali ragioni, quindi, hanno spinto Camillo Benso, figlio minore di una famiglia dove il maggiore continuava a comandare, non sposato e senza intenzione di farlo, a cambiare idea? Forse ha contribuito l’elezione del Papa (presunto) liberale, Pio IX? L’unico modo di risolvere il giallo - aggiunge Dell’Arti - è leggere le nuove puntate. «Certo - ricorda lo storico Lucio Villari - Cavour è un uomo che merita ammirazione: la sua figura è centrale tanto quanto quella di Garibaldi: due forze che rappresentano un momento magico per la nazione».