[M. MO.], La Stampa 19/12/2010, pagina 19, 19 dicembre 2010
Sì ai gay dichiarati nell’esercito - Luce verde per i gay nelle forze armate. Con 65 voti a favore e 31 contrari il Senato di Washington ha abolito la legge «Don’t Ask Don’t Tell» - non chiedere, non dire - del 1993, che imponeva agli omosessuali, uomini e donne, di non dichiararsi come tali indossando la divisa
Sì ai gay dichiarati nell’esercito - Luce verde per i gay nelle forze armate. Con 65 voti a favore e 31 contrari il Senato di Washington ha abolito la legge «Don’t Ask Don’t Tell» - non chiedere, non dire - del 1993, che imponeva agli omosessuali, uomini e donne, di non dichiararsi come tali indossando la divisa. Per il presidente Barack Obama si tratta di una vittoria a lungo inseguita, grazie alla quale «la nazione non obbligherà più migliaia di patrioti a lasciare le forze armate solo perché gay». La legge abolita risaliva all’Amministrazione Clinton e ha portato all’allontanamento di 13.500 gay e lesbiche dall’esercito. «Come comandante in capo sono convinto che tale cambiamento non farà che evidenziare la professionalità delle truppe meglio addestrate che il mondo abbia mai conosciuto» ha aggiunto Obama, rispondendo alle obiezioni all’abolizione giunte da numerosi alti ufficiali. A guidare l’opposizione in aula al Senato è stato John McCain, repubblicano dell’Arizona, che si è scagliato contro l’«élite liberal che impone la sua agenda alle forze armate». Se McCain non è riuscito a impedire l’abolizione è perché sei suoi compagni di partito hanno fatto quadrato con i democratici, raggiungendo il quorum di 60 voti necessario per interrompere il dibattito e procedere al voto. Per le associazioni che si battono in favore dei diritti di gay e lesbiche si tratta di una vittoria storica, anche se dovranno aspettare almeno altri dodici mesi prima dell’entrata in vigore dei regolamenti che equiparano etero e omosessuali nelle forze armate. Dopo aver ottenuto il varo dei tagli fiscali e dell’abolizione del «Don’t Ask Don’t Tell», ora Obama preme sul Congresso per la ratifica del Trattato Start di disarmo con la Russia, che considera di «vitale importanza» per la sicurezza nazionale.