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 2010  dicembre 22 Mercoledì calendario

La città delle madri sole: Milano, dopo il parto una su 5 non dichiara il partner - MILANO - È un vero e proprio boom di madri single che mettono al mondo un figlio senza avere un marito al fianco

La città delle madri sole: Milano, dopo il parto una su 5 non dichiara il partner - MILANO - È un vero e proprio boom di madri single che mettono al mondo un figlio senza avere un marito al fianco. Succede alla Mangiagalli di Milano, dove sono sempre più numerose le madri che, nell´atto di nascita del figlio, lasciano vuota la casella riservata dal padre. Il tempio dell´ostetricia milanese, considerato la "culla" della città con 6.500 parti l´anno, finisce sotto i riflettori per un fenomeno che non ha precedenti. Una donna su cinque che mette al mondo un figlio in Mangiagalli sceglie di non dichiarare il nome del partner. I dati sono sorprendenti. Su 6.138 parti registrati finora, quelli che riguardano donne sole sono 1.298. Un esercito in crescita che si è triplicato nel giro di tre anni, passando da i 474 casi del 2008, agli oltre mille di oggi. La Mangiagalli, di solito al centro di guerre in difesa dell´aborto, stavolta tiene banco per un fenomeno di grande risonanza, destinato a far discutere. Sì, perché le madri single fanno cadere un grosso tabù. Ovvero quello che stabilisce che per avere un figlio ci vuole un marito o un compagno. Ma per quelle 1.298 donne non è più così. Nell´identikit delle madri single tracciato dall´ospedale, si legge che hanno 35 anni, sono nel 72 per cento italiane, con un buon livello di istruzione (il 53 per cento ha la laurea). Sono, in larga parte, donne che hanno fatto carriera e quando sentono che l´orologio biologico avanza inesorabilmente, decidono di fare un figlio, senza per forza essere sposate o convivere. Programmano la maternità e fanno di tutto per raggiungere il loro obiettivo, senza escludere l´inseminazione artificiale che all´estero si fa senza problemi. Sia per le donne etero che quelle omosessuali. La maternità cambia e la sociologa Francesca Zajczyk è pronta a dichiarare che «certamente la scelta di queste donne è autonoma e consapevole. È un loro diritto farlo. Ma questo fenomeno è anche lo specchio di una società che cambia e dove i rapporti tra uomini e donne sono sempre più difficili». «La verità - aggiunge il sociologo Aldo Bonomi - è che si sta dissolvendo un vecchio modello di famiglia, con lui, lei e i figli. E si fa largo una nuova realtà. Più che giudicarla, dobbiamo conoscerla e capirla». La Mangiagalli fotografa una realtà nuova in cui la protagonista è la donna che non sente più il bisogno di avere un marito per fare figli. «Il dato che noi forniamo si riferisce a quello che le donne dichiarano quando partoriscono - precisa Basilio Tiso della direzione sanitaria - per legge, le donne hanno altri dieci giorni di tempo per cambiare idea e indicare il partner». Vero, tanto che in Comune, a Milano, parlano di un 3 per cento di madri single. Ma la tendenza emersa in Mangiagalli è di quelle che lasciano il segno. «Il 22 per cento di donne che, da noi, si dichiarano madri sole - conclude Tiso - deve fare riflettere. A noi spetta l´assistenza ma la società non può chiudere gli occhi su questo fenomeno». Che Giancarlo Cesana, figura di spicco di Cl e presidente della Fondazione Policlinico da cui dipende l´ospedale, definisce "un fenomeno, oltre che sociale, di grossa valenza culturale». Come dire il dibattito non finisce qui, è solo all´inizio. «Mi piace pensare che le madri single siano forti e consapevoli delle loro scelte - spiega Assunta Sarlo, una delle leader del movimento femminista "Usciamo dal silenzio" - ma dietro queste scelte non si escludono storie di donne "mollate in corsa" da uomini spaventati dal carico di responsabilità di una paternità».