Paolo Berizzi, la Repubblica 22/12/2010, 22 dicembre 2010
La Maddalena del G8 abitata solo da fantasmi - La suite di Obama, adesso, più che una leggenda rischia di passare alla storia come il simbolo di una grande incompiuta
La Maddalena del G8 abitata solo da fantasmi - La suite di Obama, adesso, più che una leggenda rischia di passare alla storia come il simbolo di una grande incompiuta. Alla Maddalena sull´ex Arsenale, l´unica struttura costruita per il G8 tenuta in vita, potrebbe calare presto il sipario. Colpa dei ritardi del governo e della Regione. Per la bonifica di questo spicchio di mare antistante l´hotel del G8 – dato in gestione dalla Regione per 40 anni alla Mita Resort del gruppo Marcegaglia, canone da 60 mila euro l´anno più 30 milioni post-bonifica - Guido Bertolaso, l´ex capo della Protezione civile, ha speso 72 milioni di soldi pubblici. I lavori sono stati affidati al cognato Francesco Piermarini: ma la pulizia della discarica marina – in perfetto stile Cricca - non è mai stata completata. E così in porto le barche non possono navigare. Come un campo da calcio dove è impossibile tirare calci al pallone. Non pervenuti nemmeno i permessi per l´hotel che doveva ospitare i capi di Stato: primo fra tutti l´abitabilità. Mita le aspettava già questa estate le carte, ma la Regione Sardegna – proprietario di questo sito di 150mila metri quadrati dove un tempo sorgeva l´Arsenale militare - non ha ancora effettuato nemmeno la perimetrazione dell´area. E´ questo il quadro di Porto Arsenale, la struttura sorta dalle ceneri dello scandalo del G8 (un affare costato 500milioni di euro, 327 per le opere alla Maddalena, il resto per l´Aquila) che nei piani del gruppo Marcegaglia doveva diventare il porto turistico più importante del Mediterraneo. Ora potrebbe trasformarsi nell´ultima beffa della Maddalena. Il 31 dicembre i lavoratori ancora sotto contratto con la Mita Resort – una dozzina tra guardiani e marinai – se ne andranno a casa. Gli altri essendo stagionali se ne erano già andati a settembre. L´unica azienda maddalenina che ancora lavora nell´ex Arsenale è la Roland Garden, che cura il verde. Che sia solo la prassi invernale per un porto collegato a una megastruttura turistica? Secondo il capitolato d´appalto, Mita – che ha ottenuto la concessione dell´ex Arsenale a un prezzo certamente vantaggioso – avrebbe dovuto presentare al Comune un piano industriale a garanzia che il suo business sarebbe stato per l´isola anche un´occasione di rilancio – e di indennizzo. Il piano non si è ancora visto. Secondo quanto filtra da fonti vicine alla società - che ufficialmente non dichiara nulla -, prima di fare nuovi passi ( la sola manutenzione della struttura costa 2 milioni di euro l´anno) il gruppo Marcegaglia vuole vederci chiaro. Che significa capire alcune cose: primo, se le acque dell´Arsenale continueranno – nonostante il piano della Protezione civile - a essere infestate da idrocarburi e quindi non navigabili. Secondo, se la Regione manterrà fede – finora non lo ha fatto – agli impegni presi. In pratica: non essendo nelle condizioni di poter sviluppare il proprio progetto Mita potrebbe valutare l´ipotesi di rivedere il suo impegno nell´affare di Porto Arsenale. I magazzini sono pieni di materiale ancora incellofanato: banchine galleggianti, divise del personale, attrezzature subacquee, gommoni, macchine elettriche. Tutto con il logo "Porto Arsenale". Se sono inutilizzati non è certo per colpa di Mita. La società della Marcegaglia risulta danneggiata dalla celerità elefantiaca della Regione e dagli effetti imprevisti retaggio della scriteriata azione della Protezione civile (Bertolaso&Co) sull´isola. «Siamo di fronte a un paradosso – tuona il sindaco Pd Angelo Còmiti – c´è una società che deve fare i suoi investimenti – che servono come il pane a questa città – ma non viene messa nelle condizioni per farlo. Governo e Regione ci hanno abbandonato al nostro destino». Dietro la nebulosa senza fine che avvolge tutto quello che è passato sotto le grinfie della Cricca Balducci-De Santis-Della Giovampaola-Anemome, aleggia un nuovo spettro: e cioè che Mita di qui a poco decida di riconsegnare le chiavi dell´ex Arsenale alla Regione. «Cappellacci (governatore sardo, ndr) se ne sta lavando le mani», tuona il consigliere comunale Mauro Bittu. Nell´arcipelago degli scandali e delle beffe c´è rabbia. Altro che riconversione: molto di quello che è stato costruito per il G8 langue e appassisce. L´hotel a 5 stelle sorto nell´ex ospedale militare dista un centinaio di metri dall´Arsenale: è costato 75 milioni, 742 mila euro a stanza (sono 101). A febbraio 2010 – dopo un´inchiesta di Repubblica - Bertolaso promise che sarebbe stato fatto un nuovo bando di gara per l´assegnazione. Che c´erano contatti avviati con due società. Zero. Il bestione è ancora lì, con le erbacce intorno, una cattedrale sul mare e nessuno la vuole. E ancora: più nulla si sa del Water Front, il porto turistico cittadino i cui lavori dovevano partire a ottobre. Doveva essere un´opera collegata al G8 anche quella: ma dopo gli scandali sulla corruzione, gli arresti, i costi fuori controllo, è scivolata «a data da destinarsi» sorride amaro Còmiti. Le spese? Dieci milioni di fondi Fas, altri cinque provenienti dalle casse della Regione: ma è ancora tutto fermo. Roberto La Monica fa il pubblicitario. Con una mostra fotografica aveva già lanciato l´allarme sull´"isola usa e getta". Ora ha proposto all´amministrazione una campagna di rilancio intitolata "Maddalena c´è". Forse bisognerebbe aggiungerci un punto interrogativo.